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Strade al ‘veleno’ in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, i Verdi fanno denuncia all’Antimafia

Metalli e sostanze cancerogene che anzichè essere smaltite vengono impastate nei conglomerati da cui si ottiene il cemento per le strade: i Verdi denunciano il business delle organizzazioni mafiose

Pubblicato:22-04-2019 08:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:23
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ROMA – “Metalli pesanti come fluoruro, bario, piombo, arsenico, mercurio, diossine o sostanze altamente cancerogene come il cromo esavalente sono stati impastati nei conglomerati da cui si ottiene il cemento e il calcestruzzo, in modo da risparmiare e smaltire scorie che avrebbero dovuto essere sottoposte ad un trattamento di decontaminazione”. Lo denuncia il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, esponente di Europa Verde, annunciando “un esposto alla commissione antimafia affinché indaghi su questo drammatico problema” Tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna “sono oltre 120 i comuni su cui sono stati sversati, sepolti o incapsulati, tra il 2014-2016, oltre 720 mila tonnellate di conglomerato miscelato con sostanze tossiche, chiamato concrete green, come sottofondo stradale secondo la procura distrettuale antimafia di Venezia con un processo iniziato il 20 marzo scorso”, denuncia Bonelli.

“Le organizzazioni mafiose- continua l’esponente dei Verdi- hanno investito le loro risorse su questo affare e oltre alle ‘strade del veleno’ gli esempi sono diversi: ad Acerra, secondo la Dda di Napoli, la camorra avrebbe costruito una scuola materna con cemento miscelato con amianto e scarti di acciaierie e polveri di camini industriali, nella ricostruzione post-sismica in Emilia-Romagna l’amianto sarebbe stato miscelato con terra per fare le pavimentazioni, secondo l’inchiesta della procura di Bologna sulle ‘ndrine nella regione”. 

“Questo- dichiara il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, esponente di Europa Verde- è un fenomeno non nuovo, che nel passato hanno portato l’autostrada Brebemi e la Valdastico Sud a essere utilizzate per lo smaltimento di rifiuti tossici attraverso la falsificazione de cosiddetti codici rifiuti Cer, ma quello che preoccupa è che società coinvolte in questi traffici continuino a lavorare e per lo più per lo Stato”. Questa situazione “è inaccettabile- afferma il promotore di Europa Verde- e il ministero dell’Ambiente, che ha abrogato il sistema Sistri di tracciabilità dei rifiuti, deve avviare controlli sistematici sui produttori di questi conglomerati, attivare un sistema di tracciabilità dei rifiuti e controllare la situazione ambientale in particolare delle ‘strade al veleno’ del Nord Est perché c’è il rischio che gli inquinanti presenti nei conglomerati, possano aver determinato un inquinamento per liscivazione di campi attigui al luogo in cui è avvenuto il conferimento dei materiali contaminati. Per queste ragioni abbiamo inviato inviato un esposto alla commissione antimafia affinché indaghi su questo drammatico problema che attenta all’ambiente, alla salute della popolazione e all’economia del nostro paese”.


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