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Asia ancora sul tetto in Comune, Palazzo blindato e spintoni/FOTO e VIDEO

BOLOGNA - A Bologna sede del Comune inaccessibile a tutti, dipendenti

Pubblicato:22-04-2016 09:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:36

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asia_comune3BOLOGNA – A Bologna sede del Comune inaccessibile a tutti, dipendenti esclusi, per motivi di ordine pubblico. “C’è un’occupazione in corso”, spiegano i vigili urbani schierati sull’ingresso di via IV Novembre, mentre quello principale di piazza Maggiore e quello di via Ugo Bassi presentano i portoni chiusi. Tutto “per motivi di ordine pubblico”, a causa della protesta di Asia-Usb contro l’annunciato sgombero della palazzina occupata in via Irnerio. Protesta iniziata ieri sera, quando alcuni attivisti si erano posizionati sul tetto della copertura di un fabbricato di due piani che affaccia sul cortile del pozzo (ci sono arrivati da una delle finestre del primo piano di Palazzo D’Accursio) esponendo lo striscione “Basta bugie, vogliamo case“.

asia_comune5Gli attivisti hanno passato la notte su quel tetto e non si sono mai mossi. E stamattina il Comune per tutta risposta ha chiuso gli accessi, lasciando entrare solo i dipendenti. I ragazzi di Asia scandiscono slogan ” Vergogna, vergogna”, mentre i vigili fanno entrare solo i dipendenti che mostrano il badge. In un primo momento, questa mattina, l’accesso è stato vietato anche ai giornalisti. “Le commissioni sono sospese”, spiega una vigilessa, anzi “oggi l’attività amministrativa non c’è”. E se si tenta di documentare quanto sta accadendo, un’agente intima: “Lei risponderà di quello che sta riprendendo”. Qualche minuto dopo, però, i cronisti sono stati fatti passare e si viene a sapere che le commissioni sono confermate, seppur in un’altra sala. Spaesati anche gli assessori: “Non lo abbiamo deciso noi. So che sta gestendo tutto la Polizia municipale”, dice un esponente della Giunta.

asia_comune8Il filtro all’ingresso serve per evitare che entrino altri manifestanti, afferma poco dopo l’assessore Amelia Frascaroli. Passa anche il sindaco Virginio Merola: “Dichiarerò quando questa sceneggiata sarà finita”, si limita a dire. Passa qualche altro minuto e la tensione si alza quando una manifestante si arrampica su un cancello nel cortile. Gli agenti ne approfittano per chiudere la cancellata dello scalone che sale al primo piano, per impedire che potessero risalire gli attivisti sopraggiunti per dar man forte alla ragazza. Finisce con urla e spintoni, perché i manifestanti cercano di impedire la chiusura del cancello: tra gli agenti c’è in azione anche il comandante della Polizia municipale, Carlo Di Palma, che nella concitazione finisce per terra. I cronisti vengono di nuovo allontanati da un agente della Questura in borghese, anche con una leggera spinta. Nello stesso punto, subito dopo, viene schierato un cordone di poliziotti con gli scudi.


di Maurizio Papa, giornalista professionista

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