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Napoli e suoi mille volti ai David di Donatello, parlano i protagonisti della kermesse

Abbiamo chiesto ai vincitori della 62esima edizione dei David un'opinione sullo stato attuale della città

Pubblicato:22-03-2018 10:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39

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ROMA – Napoli pagana e misteriosa (‘Napoli Velata’), che ama e che uccide… (‘Ammore e malavita’), antica e moderna (La Tenerezza), Napoli madre e matrigna (‘Gatta Cenerentola’). Napoli fonte di ispirazione per ogni genere cinematografico. E’ lei la vera protagonista della 62esima edizione dei David di Donatello, mise en abyme cinematografica di se stessa, contenitore e contenuto che mentre resta sullo sfondo parla di se stessa.

Dalla commedia/musical dei Manetti Bros., al giallo di Ferzan Ozpetek, passando per il film drammatico di Gianni Amelio, per giungere addirittura a un film di animazione prodotto e realizzato, oltre che ambientato, completamente nella città partenopea, Napoli mostra i suoi mille volti, quella di una città che incanta e ferisce, bella e maledetta.

 Tutti i vincitori della 62esima edizione dei David di Donatello


Un città di cui il cinema ha spesso messo in luce gli aspetti negativi, oltre che quelli positivi, e in cui finzione e realtà hanno finito anche a volte per intrecciarsi. E’ il caso del film di Matteo Garrone “Gomorra”, racconto crudo della criminalità partenopea. E’ notizia di non molto tempo fa quella dell’arresto per spaccio di uno dei protagonisti della pellicola, Salvatore Russo, quinto personaggio finito in manette della pellicola, che nel film interpretava un camorrista incaricato di mettere alla prova le giovani reclute della malavita campana sparando verso i ragazzi, muniti di giubbotti antiproiettile.

Il cinema a Napoli, specchio o strumento di riscatto?

Che cos’è dunque il cinema per Napoli? Uno specchio o uno strumento di riscatto? Lo abbiamo chiesto ieri sera ai protagonisti dei David Di Donatello, cerimonia condotta da Carlo Conti in diretta su Rai 1. Il risultato è stato un puzzle colorato, almeno quanto le mille sfaccettature della città. C’è chi come Serena Rossi, protagonista di “Ammore e malavita”, innamorata della città che le ha dato i natali, non riesce a essere imparziale: “Napoli è amore. La malavita c’è ma mi piace pensarla come una parte piccola”. E chi come Renato CarpentieriDavid 2018 come Migliore attore protagonista, anche lui come Rossi veracemente partenopeo, sospira prima di rispondere: “Potrebbe anche andare meglio. A Napoli molte cose sono state risolte e molte no. Dobbiamo rimboccarci le maniche. Il cinema può aiutare, anche dal punto di vista occupazionale, può determinare una situazione nuova. Sul fatto che il cinema influisca sulle persone e sulle mentalità è da sperare. Non lo sappiamo ma continuiamo a farlo”.

E in quanto a occupazione e nuove realtà, fanno ben sperare anche i due premi andati a “Gatta Cenerentola”, favola dark e prima pellicola d’animazione candidata ai David di Donatello come Miglior Film. A mostrare tutto il suo orgoglio per un prodotto realizzato nella factory partenopea Mad, Luciano Stella, che, David per il Miglior Produttore alla mano, ci racconta Napoli, “grande scuola di creatività, di lavoro e di maestranze”.

Meno ottimista e sicuramente titubante sul fatto che il cinema possa aiutare Napoli Carlo Buccirosso, candidato ai David come Migliore attore non protagonista per “Ammore e malavita”: “Spero solo negli aiuti di Dio. Non so se il cinema può risollevare una città, così come uno scudetto. La cultura dovrebbe essere protetta di più in questa città. Spero che questi film vengano visti di più oltre a prendere premi. Il film è costato non pochissimo, hanno fatto grandi sforzi e per quanto è piaciuto poteva fare molto di più”.

Più cauti nell’esprimere la loro opinione “i romani” trapiantati momentaneamente a Napoli per realizzare i loro film. Abbiamo chiesto un’opinione sullo stato attuale della città ai Manetti Bros. , David di Donatello 2018 come Miglior film per “Ammore e Malavita”, e ad Alessandro Borghi, candidato come Migliore attore protagonista per “Napoli Velata”. Entrambi non si sono esposti sulla questione, esprimendo però il loro punto di vista sulla “città cugina” di Napoli, Roma, e sui problemi che caratterizzano la Capitale. “Ce ne sono tanti- racconta Alessandro Borghi- E’ un problema di mentalità soprattutto che dovrebbe cambiare”.

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