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In Senegal la sfida delle donne: “Opportunità, non emigrazione” VIDEO

La DIRE ha intervistato,a a Casablanca, Yayi Bayam Diouf, fondatrice del 'Collettif des femmes pour la lutte contre l'emigration clandestine au Senegal'

Pubblicato:22-03-2017 10:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:02

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CASABLANCA (Marocco) – Yayi Bayam Diouf indossa un vivace abito giallo, ma la sua voce porta ancora i segni del lutto. E’ la fondatrice del ‘Collettif des femmes pour la lutte contre l’emigration clandestine au Senegal’. Il suo discorso durante la conferenza ‘Crans Montana Forum’, che si è concluso ieri a Casablanca, si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare le persone morte durante il percorso migratorio.


“La nostra struttura è nata in seguito alla sparizione di un centinaio di giovani migranti senegalesi nel Mediterraneo, dopo che avevano tentato un viaggio di fortuna attraverso la Mauritania, il Marocco e la Spagna per cercare una vita migliore” racconta Diouf.

“Io avevo un solo figlio ed è sparito in questa tragedia”. “Dopo aver vissuto questo dramma – afferma la fondatrice del ‘Collettif’ – mi sono detta che bisognava cominciare a organizzarci perché la voce delle donne fosse ascoltata e i giovani sensibilizzati, ma anche per trovare alternative credibili per questi ragazzi nei loro Paesi di origine e per accompagnarli nel progetto migratorio”.


Un progetto seguito fino in fondo, racconta Diouf: “Ho iniziato a mettere in piedi strutture e micro-imprese per rinforzare le attività generatrici di reddito per donne e giovani”. Uno degli errori compiuti finora, secondo la fondatrice del ‘Collettif des femmes pour la lutte contre l’emigration clandestine au Senegal’, è l’attribuzione alle donne delle responsabilità del fenomeno migratorio: “Si è detto che sono loro a incoraggiare i figli a partire, ma la nostra è una comunità patriarcale, nessun membro della famiglia può uscire senza l’autorizzazione del padre. Anche per questo è stato molto difficile mettere in piedi le strutture dell’associazione; una delle mie più grandi soddisfazioni è che ho fatto di un trafficante e sfruttatore di uomini un commerciante di frutti di mare”.

Secondo Diouf, una delle cause principali dell’emigrazione dal Senegal, sono proprio gli accordi sulla pesca con l’Unione Europea: “I nostri governi hanno firmato accordi sulla pesca con l’Ue” denuncia la fondatrice del ‘Collettif’. “Ma la forte disoccupazione delle nostre regioni è dovuta anche alla pesca intensiva e allo sfruttamento delle nostre risorse”.

di Giulia Beatrice Filpi

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