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Eni, Descalzi: “Non ci ritiriamo da Cipro”

L'ad di Eni fa il punto sul blocco subito dalla nave di perforazione della compagnia

Pubblicato:22-02-2018 14:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:31
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PAVIA – L’ad di Eni Claudio Descalzi fa il punto sul blocco subito dalla nave di perforazione della compagnia, Saipem 12000, fermata dalla Marina turca (impegnata in un’esercitazione) dal 9 febbraio scorso al largo di Cipro. La Turchia ha reso noto di aver rinviato la scadenza dell’avviso delle sue attivita’ militari al 10 marzo.

Dipende ora dalle decisioni che verranno prese da Cipro Nord e Cipro Sud

“Non ci ritiriamo”, dice Descalzi, “siamo abituati ad avere possibili contenziosi. Dipende ora dalle decisioni che verranno prese da Cipro Nord e Cipro Sud. Abbiamo dei permessi che durano moltissimi anni. Se ci sono degli stalli si ferma l’orologio ma non siamo andati via dalla Libia o da altri paesi dove c’erano delle situazioni complesse- aggiunge- quindi questa e’ l’ultima delle preoccupazioni, siamo tutti molto tranquilli e sereni”.

La conseguenza e’ che dovevamo fare questo pozzo e stiamo aspettando

Sulle conseguenze del blocco, Descalzi, intervenuto a margine di un evento al centro Eni di Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, e’ chiaro. “La conseguenza e’ che dovevamo fare questo pozzo e stiamo aspettando”, dice Descalzi. “È chiaro che siccome dopo questo pozzo dovevamo andare in un altro paese- fa sapere il numero uno di Eni- e’ molto probabile che in questi giorni dobbiamo per necessita’ spostarci nella location che doveva seguire questa perforazione (Marocco, ndr)”. Poi, conclude Descalzi “torneremo in attesa che la diplomazia internazionale, europea, turca, greca e cipriota trovi una soluzione”.


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