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Cani randagi dal Sud, per la Lega è un business che attira le mafie

Dietro il trasporto di cani randagi dal Sud al Nord si nasconde "un giro d'affari redditizio e pericoloso", denuncia la Lega nord.

Pubblicato:22-02-2017 13:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:56

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BOLOGNA – Troppi randagi provenienti dal sud nei canili del nord: un “business” secondo la Lega nord, che ha denunciato il caso in una interrogazione in Regione: i cani che ‘migrano’ sarebbero anche 1.200 ogni mese e alla fine vanno a gravare sui bilanci delle amministrazioni dell’Emilia-Romagna. “I nostri Comuni- spiega il consigliere regionale Stefano Bargi- potrebbero farsi carico dei cani randagi provenienti dal meridione, ma soltanto attraverso accordi precisi con le amministrazioni del sud, che devono farsi carico dei costi”. Il fenomeno delle cosiddette “staffette”, cioè il trasporto dei cani al nord, secondo il leghista nasconde un “sottobosco di rischiosa improvvisazione (nel migliore dei casi) e soprattutto di interessi tali da attirare l’attenzione della criminalità organizzata”.

Spesso “i cani trasportati sono privi del microchip– scrive Bargi nell’interrogazione- e vengono fatti entrare nei canili comunali attraverso finti ritrovamenti sul territorio”. Un giro d’affari “redditizio e pericoloso”: il costo medio per il trasporto di un cane “va dai 40 ai 150 euro e gli animali vengono stipati, anche a 100 alla volta, in furgoni spesso non omologati per il trasporto”. Per poi intraprendere viaggi lunghissimi (anche più di 24 ore), in condizioni igienico-sanitarie “inaccettabili” e con “rischi anche all’arrivo”. I cani infatti “vengono scaricati nelle piazzole di sosta di autogrill e caselli autostradali in condizioni di scarsa sicurezza. Non di rado i cani terrorizzati fuggono, rendendo difficile il loro ritrovamento e rappresentando un serio pericolo per sé stessi e per gli automobilisti”. La Lega nord ora chiede alla Regione “più verifiche su entrate e uscite in tutti i canili, per cogliere eventuali anomalie”.

Galeazzo Bignami

Di animali si occupa anche un’altra interrogazione presentata in queste ore dal centrodestra in Regione. Il capogruppo di Forza Italia, Galeazzo Bignami, facendosi portavoce delle associazioni animaliste, chiede alla Regione di non modificare le norme sulla tutela e il controllo di cani e gatti nel senso di una forte limitazione dell’affidamento preadottivo. Bignami invita la giunta “ad ascoltare e magari a confrontarsi con chi quotidianamente gestisce e cura animali maltrattati e abbandonati nella speranza di poter offrire loro una vita serena, prima di prendere una decisione che finirebbe per aumentare le presenze all’interno di queste strutture, già ampiamente provate”. Per Bignami le associazioni animaliste e i volontari, che si occupano quotidianamente di questi animali e che quindi “conoscono bene le difficoltà dell’adozione”, vedono nello strumento dell’affido preadottivo un “elemento di fondamentale importanza per l’adozione definitiva poiché permette ai futuri padroni di conoscere un animale, spesso adulto, che può aver subito traumi, e che quindi non sempre potrebbe adattarsi ad un nucleo famigliare già precostituito”.


di Mirko Billi, giornalista professionista

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