NEWS:

Cassino, lo psicologo: “La ragazza abusata può sentire il suicidio del padre come una colpa”

I dati sulle violenze in famiglia e gli ultimi casi simili

Pubblicato:22-01-2018 13:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22

violenza minori
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Il padre si è reso conto della gravità del suo atto. Ciò comporta che si deve stare ancora più attenti a come vengono aiutate la ragazzina e la famiglia, e a come si devono comportare i parenti, gli amici, i compagni e la scuola. La scomparsa del padre, anche se superficialmente potrebbe sembrare una liberazione, in realtà è un evento che complica maggiormente l’aiuto all’adolescente che dovrà fare i conti con una morte di cui non ha responsabilità, ma se la sentirà addosso“.

E’ il commento di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), sul suicidio dell’uomo accusato di aver abusato della figlia 14enne.

La ragazza aveva raccontato le violenze in un tema fatto in classe in una scuola di Cassino. “La scuola è il luogo deputato a raccogliere le testimonianze dei minori che vivono drammi e problematiche gravi. La ragazzina adesso non deve sentirsi emarginata dalle stesse persone che la vogliono aiutare. Se da un lato- continua lo psicologo- deve vivere una vita corrente quotidiana, come quella scolastica, dall’altro ci deve essere un supporto molto forte che possa non solo aiutare la minore, ma anche impedire delle sovrapposizioni. È necessario, infatti, evitare l’accalcamento di persone che, anche a fin di bene, rischino poi di produrre un trauma ulteriore”.


L’IdO è esperto nella gestione dei traumi infantili ed è presente in più di 100 scuole con gli sportelli di ascolto, che hanno la funzione di ricevere, comprendere e condividere con i docenti e i dirigenti, insieme ai servizi territoriali, i casi traumatici. “In situazioni così eclatanti- aggiunge il terapeuta- è importantissimo il raccordo tra docenti, servizi territoriali e psicologi che operano nella scuola. L’esperienza di decenni con gli sportelli di ascolto purtroppo ci ha messo spesso davanti a situazioni difficili da affrontare e il ruolo della dirigente, quale perno tra la mediazione sociale e l’autorità, è fondamentale. Nel caso di Cassino- afferma Castelbianco- il comportamento della preside è stato perfetto ed è la condotta che adottano tutti i dirigenti delle scuole quando si trovano di fronte a situazioni così problematiche”.

I DATI DELLA VIOLENZA

Quello di Cassino non è un caso isolato. “La maggior parte dei problemi di pedofilia avvengono in famiglia- assicura Castelbianco- e in genere non vengono nemmeno denunciati”.

 Secondo gli ultimi dati forniti dalla Ong Terre des Hommes “più di due bimbi ogni giorno subiscono una violenza sessuale in Italia, oltre 950 minori ogni anno”. Le vittime sono soprattutto di genere femminile. “Nel 2016 bambine e adolescenti rappresentano il 51% delle oltre 1.600 vittime di maltrattamenti in famiglia- afferma la Ong- con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente”.

LA SCUOLA PUO’ AIUTARE A FAR EMERGERE LA VIOLENZA

“In tutti gli ambiti educativi c’è sicuramente la possibilità di registrare, comprendere e rilevare situazioni complicate, ma è importante avere tanto equilibrio per evitare la caccia all’orco o al fantasma. Certamente l’espressione libera, come la scrittura e il disegno- sottolinea il direttore dell’IdO- vanno sapute proporre agli alunni per favorire la comunicazione, ma è importante che ciò che producano i minori venga vagliato da persone estremamente competenti, altrimenti si aprono ulteriori problemi”.

DA QUI L’IMPORTANZA DELLA FIGURA DELLO PSICOLOGO A SCUOLA

 “È una figura centrale perché aiuta i minori a vivere in modo equilibrato le loro situazioni, i rapporti con gli adulti e i coetanei. Pertanto permette loro di poter crescere secondo le proprie tappe di sviluppo”.

COME AIUTARE IL RESTO DELLA FAMIGLIA?

 “Nel momento in cui si parla della famiglia, prese le opportune conoscenze, ci sarà chi deve gestire la dinamica familiare per tutelare i figli e l’altro genitore a vivere una rete affettiva ancora più forte- conclude lo psicologo- che gli possa acconsentire di reggere e condividere il trauma”.

ECCO ALCUNI CASI SIMILI AVVENUTI IN PASSATO

A Vasto nel 2016, un padre è stato arrestato per aver “abusato delle figlie per tre anni”. L’inchiesta della magistratura partì grazie alla segnalazione di un’insegnante alla quale si rivolse la bambina più piccola, oggi 15enne. – A Partinico, in Sicilia, una piccola studente delle elementari scrisse nel 2015: “Papà picchia la mamma”. La segnalazione, anche in questo caso, è partita dagli insegnanti della scuola frequentata dalla ragazzina. – Nel 1998 a Rieti un bambino raccontò ai suoi insegnanti le violenze sessuali che subiva dal padre pedofilo. Quest’uomo fu poi arrestato dalla polizia perchè accusato di violenze sessuali nei confronti dei due suoi figli.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it