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Forum Giovani, il Sud? “Torni ad attrarre talenti”

"Il Sud è scomparso dall'agenda dei politici"

Pubblicato:22-01-2018 09:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22
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ROMA – C’è un esodo di mezzo milioni di giovani che negli ultimi anni sono scappati dal sud Italia, ma per invertire la tendenza “noi dobbiamo cambiare modo di pensare: non dobbiamo fermare, dobbiamo dare la libertà di andare ma anche di tornare e soprattutto la capacità di attrarre i giovani talenti”. Così Giuseppe Provenzano, vicedirettore Svimez, risponde all’agenzia Dire a margine degli Stati Generali del Forum Nazionale dei Giovani, ieri a Roma. Rendere il sud più attrattivo per i giovani, spiega Provenzano, “lo possiamo fare, alcuni strumenti sono messi in campo. Ultimamente è arrivato questo strumento, ‘Resto al Sud’, che può essere molto utile per favorire l’imprenditorialità giovanile”.

Secondo il vice direttore di Svimez, quello che serve è “una politica generale e un contesto che sia favorevole all’innovazione e quindi ai giovani e per farlo servono istituzioni che siano anch’esse più giovani: noi abbiamo una pubblica amministrazione che è molto vecchia e scarsamente qualificata, e questo è un problema per il mezzogiorno”.

“Serve- conclude Provenzano- la ricerca applicata in modo da trasferire alle imprese l’innovazione, quelle competenze e quei saperi di cui i giovani sono depositari e che sono fondamentali per lo sviluppo”.


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MARANO (ASS. PALERMO): NON CONDANNARE GIOVANI A EMIGRAZIONE

“Siamo una città in un territorio con un dato sulla disoccupazione giovanile molto importante e guardiamo con attenzione e quotidianamente a tutte quelle azioni che possano mettere i nostri giovani davanti a una ipotesi di scelta quando adottano la mobilità nazionale o internazionale per cercare le opportunità di lavoro”. Così l’assessore alle politiche giovanili e al lavoro del comune di Palermo, Giovanna Marano, risponde all’agenzia Dire a margine degli ‘Stati Generali’ del Forum del Terzo settore.

L’assessore Marano, intervenuta nel panel ‘Giovani e Mezzogiorno’, ribadisce che “mettere i giovani davanti a una scelta significa poter andare via pensando anche di poter tornare o scegliere il proprio territorio per la propria realizzazione personale senza pensare di essere condannati all’emigrazione”. Il modello di Palermo, spiega Marano, è quello di “una città in movimento, che sta ottenendo dei tassi di presenza turistica grazie alla valorizzazione delle proprie risorse culturali. Nel 2015 c’è stato riconosciuto un itinerario Unesco arabo-normanno straordinario con delle grandi potenzialità. Quello, insieme a tanti altri beni monumentali, possono davvero far raggiungere alla città dei traguardi sul piano della crescita culturale. È importante utilizzare tutti quelli strumenti che mettano in moto innanzitutto quei processi di innovazioni di cui i giovani sono portatori”.

Questo, spiega l’assessore, va di pari passo con il continuo ascolto e confronto con le realtà giovanili che l’attuale giunta sta mettendo in campo, perché “una grande città del sud ha quotidianamente il compito di misurarsi con il tema dello sviluppo: come sappiamo- conclude- crescita e occupazione non sono allineati soprattutto per città che hanno pagato il prezzo dei lunghi anni della crisi in maniera assolutamente evidente.

DELZIO: SUD SCOMPARSO DA AGENDE DEI PARTITI

“Il Sud è scomparso dalle agende dei partiti politici. Lo stiamo osservando anche in vista delle elezioni politiche del 4 marzo: il tema o viene completamente dimenticato o trattato come un tema marginale”, commenta Francesco Delzio, vice presidente gruppo Atlantia e docente universitario.

Intervenuto nel dibattito su ‘i giovani e il Mezzogiorno’, Delzio ribadisce la necessità di “considerare il sud come un problema nazionale” e come “la grande emergenza dell’italia dei prossimi anni”. Il sud, spiega Delzio, “ha subito la crisi molto di più” del resto del paese: “la questione meridionale è ancora in piedi e va affrontata, a mio avviso, aprendo le porte dell’imprenditoria al sud”. Secondo il vice presidente di Atlantia “abbiamo bisogno di nuovi capitali e nuovi capitani che portino investimenti, sviluppo e occupazione. C’è bisogno di utilizzare in maniera massiccia la leva fiscale, ad esempio combattendo a Bruxelles per ottenere una no tax area per il sud, e rafforzare ancora di più le università e le competenze scientifiche del mezzogiorno perchè sono quelle che possono attirare investimenti tecnologici ad alto valore aggiunto. Insomma c’è bisogno di un grande progetto meridionale che consenta alle imprese italiane, europee e e del mondo di portare più innovazione, più sviluppo e più capitali nel mezzogiorno”.

Delzio non nutre però fiducia nei confronti dei partiti perché “hanno poco coraggio e difficoltà a misurarsi con una questione che ha almeno 150 anni di storia e che è complicatissima da risolvere. “E’ tempo- conclude- di trovare un nuovo paradigma per l’intervento pubblico, bisogna aprire porte a capitali privati, incentivarli con la leva fiscale, fare in modo che questo stagno che è oggi il sistema imprenditoriale meridionale, spesso molto chiuso e con un’acqua putrida, si apra a capitali e capitani più coraggiosi che vengono anche da fuori, perchè questo aiuterà anche l’imprenditoria meridionale”.

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