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Binetti: “Non separare i minori dai genitori ma sostenere le famiglie”

La deputata Udc, Paola Binetti, vuole impegnare il Governo nei confronti dei genitori separati dai loro figli, spediti spesso in Case famiglia.

Pubblicato:21-12-2017 16:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:01

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ROMA – Intraprendere iniziative per evitare le situazioni di abuso e di illegalità dovute alla pericolosa separazione dei figli dai genitori. Con questo atto la deputata Udc, Paola Binetti, vuole impegnare il Governo nei confronti dei genitori separati dai loro figli, spediti spesso in Case famiglia. Questo il tema al centro di “Il diritto dei minori comincia con il diritto ad avere una famiglia e a vivere in famiglia”, convegno svolto questa mattina.

L’incontro odierno, spiega Binetti alla DIRE, serve “per capire la complessità di alcune situazioni che etichettiamo in una formula molto semplice: ‘il disagio del minore’. Purtroppo, troppo spesso, chi deve decidere identifica la separazione dalla famiglia come interesse del bambino. Per noi, invece, il primo diritto del bambino è avere una famiglia, vivere in famiglia, ed essere amato dalla famiglia. Se la famiglia non e’ in grado di farlo per circostanze complesse, allora va aiutata e sostenuta, non eliminata”.

Togliere un figlio dal nucleo familiare per essere messo in una Casa famiglia è una prassi che non piace. “Nelle Case famiglia- spiega Binetti- ci sono grandi interessi economici, visto che un bambino costa 6 volte di più rispetto ad un contesto diverso, tipo la famiglia affidataria. A volte le Case famiglia sono sì case, ma poco famiglia”. Mancano infatti operatori ‘ad hoc’.


“Il personale poche volte ha i titoli e le competenze strutturate- sottolinea la deputata Udc- ci sono figure che ruotano nelle Case famiglia ma non hanno la sensibilità e l’attenzione adeguata per offrire al bambino emozioni, progetti, affetti, opportunità”. In questo contesto “il bambino può essere privato del suo cellulare, non aver più rapporti coi compagni di scuola e vedere limitata la sua libertà di movimento. In realtà- termina Binetti- le Case famiglia troppo spesso assumono caratteristiche di un sistema che assomigliano a quelle di un piccolo carcere”.

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