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Fortuna (Unicusano): “La crescita dell’Italia è confermata dai dati Ocse”

"Le fasce meno abbienti devono poter guardare al futuro"

Pubblicato:28-11-2017 16:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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ROMA –  “L’Ocse dice che nel 2017 il Pil italiano crescerà all’1,5% e potrebbe arrivare all’1,6%. Non solo: aggiunge che, nel 2018, il ritmo di crescita rimarrà invariato all’1,5 e qui troviamo la conferma alle previsioni del Governo che, nella nota di accompagnamento del Def, aveva detto che saremmo cresciuti dell’1,5 nel 2017, nel 2018 e nel 2019. Questo vuol dire che a livello internazionale l’Ocse conferma una previsione che poteva sembrare domestica dettata anche da altri ordini di variabili. Ma l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico indica anche che l’Italia fra i Paesi osservati è quello con una grande propensione al miglioramento nella produzione del Pil“. Così a Radio Cusano Campus il rettore dell’Unicusano, Fabio Fortuna, commentando i dati Ocse.

“Anche la nostra manovra per bloccare l’Iva è stata interpretata in maniera positiva- ha continuato- insomma buone notizie anche in prospettiva. Per quanto riguarda la flat tax, la questione è: se vogliamo mettere una aliquota uguale per tutti, dobbiamo trovarne una che da una parte soddisfi le esigenze di chi ha meno e dall’altra non eserciti un prelievo eccessivo nei confronti di chi guadagna di piu’. Dovremmo anche stabilire una serie di detrazioni e oneri deducibili che assicuri alle fasce meno abbienti il pagamento di imposte basse al tempo stesso per coloro che hanno redditi maggiori e per le imprese”.

Per il rettore la soluzione potrebbe essere quella di “mettere un paio di aliquote, l’importante è andare verso una soluzione che consenta, alle fasce meno abbienti, di guardare al futuro con minore preoccupazione, ma anche guardando alla possibile produttività che viene frenata da un carico fiscale troppo elevato. L’ultimo dato della scorsa settimana ci diceva che la pressione fiscale è al 42,9%, una quota inaccettabile. È vero che c’è chi fa peggio di noi, la Francia ha una pressione fiscale di 5 punti percentuali più alta, ma dobbiamo cercare di guardare a chi fa meglio. In tutto questo contesto si muove la manovra al Senato che è densa di emendamenti, sembra che il bonus bebè ci possa essere anche se livellato nel tempo. Sembra essere confermata anche questa famosa web tax a partire dal 2019- ha concluso Fortuna- come anche il discorso delle pensioni che viene recepito completamente. Sono tutte piccole cose che però l’Ocse sembra aver apprezzato”.


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