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“La Rete troppo libera, servono nuove leggi”: l’Agcom preoccupata dal ‘cyber fango’

Il web viene usato anche per mistificare la realtà politico-elettorale grazie ad algoritmi e profili fasulli che fanno propaganda

Pubblicato:21-11-2016 15:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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web_rete_internetROMA – Sono “preoccupanti” i fenomeni di diffusione “virale” di notizie false divulgate sul web tramite profili “anomini e artificiali” sui social media e dietro i quali possono celarsi “complessi algoritmi”. Lo dice il presidente dell”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, durante un’audizione in Commissione “Jo Cox” sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio, presieduta alla Camera da Laura Boldrini.

L’allarme del presidente Agcom contro i crescenti fenomeni di ‘cyber fango‘ arriva a pochi giorni dal duro scontro scoppiato tra Pd e M5s dopo l’interrogazione Dem in parlamento sull’esistenza di un’ipotetica struttura grillina per diffamare sul web con notizia false Palazzo Chigi dopo una denuncia alla Procura di Firenze del sottosegretario Luca Lotti e un’inchiesta giornalistica su un account legato al Movimento di Beppe Grillo gestito da una cosiddetta ‘star della galassia social’ che risponde al nome di Beatrice Di Maio.

Cardani, durante l’audizione alla Camera in commissione “Jo Cox”, non parla esplicitamente di nessun caso e non fa esempi specifici. Il presidente Agcom commenta in generale i fenomeni di ‘falsa propaganda’ su internet.


“I recenti fatti di cronaca- spiega- hanno evidenziato l’esigenza che le istituzioni dei vari Paesi non possono piu’ rinviare interventi normativi che mirino a contrastare un fenomeno cosi’ drammatico che si sta diffondendo grazie a un uso improprio della rete e che in questo modo rischia di ridurre i suoi enormi benefici in termini di libertà di espressione, informazione e partecipazione sociale. Gli anglosassoni hanno coniato nuove terminologie per evidenziare le diverse categorie del fenomeno: le battaglie verbali on line, i messaggi insultanti e volgari inviati ripetutamente, le molestie insistenti e intimidatorie con rischi di incolumità, la sostituzione di persone. Senza trascurare i casi di divulgazione di confidenze spontanee o di fotografie e video- continua Cardani- a questi rischi si aggiungono i fenomeni preoccupanti di strategie della costruzione del consenso politico-elettorale attraverso la diffusione di notizia false rese subito virali grazie a complessi algoritmi e account non solo anonimi ma soprattuto artificiali. Il delicatissimo confine tra libertà di espressione e i discorsi di odio viene cosi’ spostato sempre piu’ in la’ in un interregno nuovo e sconosciuto dove si confondono libere opinioni e pregiudizi o stereotipi costruiti ad arte”.

A margine dell’audizione alla Camera in commissione “Jo Cox”, Cardani, rispondendo a domande dei cronisti sul fenomeno del cyber-bullismo, aggiunge: “Noi come Agcom non siamo né sociologi né esperti di psicologia giovanile, governiamo il mezzo sul quale queste comunicazioni avvengono e quindi abbiamo oggettivamente una responsabilità o almeno sentiamo molto la responsabilità di un intervento che sia in grado di smussare i lati piu’ taglienti, che piu’ feriscono e più procurano danno ai soggetti piu’ deboli, i ragazzi. Governare il fenomeno non è semplice perché la nostra strumentazione legislativa è modesta, da noi come purtroppo in molti Paesi. Internet è ancora estremamente libero cosa che fa piacere e commuove i pionieri del web ma nella misura in cui internet diventa non piu’ uno strumento, un’appendice, ma in molti casi la vera componente della vita di molte persone è chiaro che non puo’ essere lasciato sempre completamente libero e almeno quelle regole che valgono nella vita fisica devono essere applicate o applicabili anche a quelle che è una vita via web”.

Il presidente Agcom sottolinea che “tutto cio’ che è reato nella vita fisica resta reato anche sul web” ma “la differenza è che nella vita fisica tutta una serie di fenomeni hanno uno sviluppo temporale relativamente lento, sul web invece noi abbiamo una rapidità di fenomeno che è difficilmente contrastabile da misure che sono legate alla vita fisica: le udienze in pretura, ad esempio, non seguono i tempi del web”.

di Maria Carmela Fiumanò, giornalista professionista

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