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Frigenti: “Piccole e medie imprese in Africa, opportunità enorme”

Laura Frigenti, direttrice dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), intervistata dalla Dire

Pubblicato:21-10-2016 15:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:12

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laura-frigenti_-fonte-dire03ROMA – “Siamo sponsor appassionati della piccola e media impresa, un modello che in Africa offre opportunita’ enormi” spiega alla Dire Laura Frigenti, direttrice dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Il colloquio si tiene a margine di un incontro alla Farnesina, organizzato da Banca Etica in collaborazione con il ministero degli Esteri. Il tema e’ ‘La microfinanza per lo sviluppo dei popoli’, uno strumento importante da inserire pero’ in una strategia di ampio respiro, centrata sulla cultura d’impresa. La prima domanda, allora, e’ sulle eccellenze che il nostro Paese puo’ mettere al servizio di una nuova cooperazione.

“Le piccole e medie imprese sono state l’asse portante della crescita economica italiana” sottolinea Frigenti: “E’ un modello che offre opportunita’ enormi sia per la diversificazione dell’economia, necessaria soprattutto ai Paesi molto dipendenti dalle esportazioni di ‘commodities’, sia per una crescita piu’ distribuita”. La cooperazione, questo l’assunto di base, deve servire anzitutto lo sviluppo sociale. “L’incremento del Prodotto interno lordo non necessariamente si traduce in una sua redistribuzione” sottolinea la direttrice dell’Agenzia: “Per questo dobbiamo sostenere il modello della piccola e media impresa il piu’ possibile”.

Di questo impegno e’ parte il microcredito. I dati rilanciati alla Farnesina dicono che, solo nel 2014, la microfinanza ha permesso trasferimenti di risorse per 87 miliardi di dollari. Un tesoro che ha raggiunto l’Asia e l’America Latina, piu’ di rado la regione subsahariana. “L’Africa non e’ coperta come dovrebbe da questi programmi” sottolinea Frigenti: “Bisognerebbe puntare sugli ‘small farmers’ delle aree depresse in modo piu’ strutturato di quanto fatto finora”. Ma quali sono, in questo settore, gli interventi e le difficolta’ dell’Agenzia? “Stiamo lavorando in tanti progetti sia con fondi gestiti direttamente dai nostri uffici sia ad esempio con l’Ifad, un leader del microcredito per i piccoli agricoltori” risponde Frigenti.


“Il problema che sentiamo e soffriamo e’ la difficolta’ di identificare a livello locale l’istituzione affidabile, credibile e abbastanza solida da poter essere sostenibile nel tempo”. Prospettive e nodi che sono stati al centro ad Addis Abeba, il 4 e 5 ottobre, della prima visita di Frigenti in una sede estera dell’Agenzia. La missione ha segnato l’avvio dei negoziati per il programma Paese valido per il triennio 2017-2019.

In agenda incontri con i rappresentanti del governo etiopico e dei principali ‘donors’, in prima fila al Forum internazionale dell’agro-industria organizzato dalle Nazioni Unite. Ma Frigenti ha dedicato la sua prima giornata ad Addis Abeba anche al quartiere di Yeka, visitando il cluster che riunisce piccole e medie imprese dell’industria conciaria e delle scarpe. Il polo, sostenuto dall’Organizzazione dell’Onu per lo sviluppo industriale (Unido), e’ finanziato dall’Agenzia.

L’obiettivo, migliorare la competitivita’ con l’introduzione di strategie comuni, e’ parte di impegno a 360 gradi. Sottolinea Frigenti: “In Etiopia l’Italia ha sempre avuto una cooperazione molto attiva e strutturata. L’Africa subsahariana nel suo complesso resta la nostra principale regione prioritaria, storicamente e per quanto riguarda fondi in essere e nuove programmazioni”.

di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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