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Protesi di titanio in 3d nello sterno, primo caso in Italia

L'intervento è stato eseguito all'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna

Pubblicato:21-09-2018 06:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:35

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BOLOGNA – Una protesi in titanio 3D impiantata nel corpo di una giovane donna colpita da un tumore a cellule giganti dello sterno. È la prima volta in Italia che succede, con appena nove casi a livello internazionale registrati finora, e il protagonista è l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna diretto da Mario Cavalli.

La protesi, che sostituisce due terzi dello sterno e una parte di sei costole di una donna di 27 anni, è al centro dell’intervento eseguito lo scorso 8 maggio dal dottor Michele Rocca, responsabile della Chirurgia toracica muscolo-scheletrica del Rizzoli, e dalla sua collaboratrice Mariacristina Salone, affiancati in sala operatoria dall’equipe composta dall’anestesista Andrea Tognù e dagli infermieri Franca Giovannelli, Piero Bacchin, Maria Zambrano.

Mario Cavalli

Il tumore in questione è rarissimo e nella casistica del Rizzoli, centro di riferimento nazionale e internazionale dell’oncologia ortopedica da decenni, non era mai stato riportato. Prima dell’intervento, il tumore è stato trattato dagli oncologi dello Ior con un anticorpo monoclonale in grado di delimitarlo, creando una sorta di guscio per permetterne l’asportazione completa senza contaminare il campo operatorio. La super protesi, flessibile e in grado di ‘attaccarsi’ bene ai monconi delle costole, è stata realizzata su misura a partire dai dati clinici e diagnostici della paziente. In caso contrario, sarebbe stato impossibile ricostruire l’esatta morfologia dello sterno e delle costole, tre a destra e tre a sinistra, per inserire poi la protesi nel torace della donna con precisione millimetrica.


Insieme con la protesi in titanio, a stretto contatto con cuore e polmoni sono state impiantate anche una fascia tendinea proveniente dalla banca del tessuto muscolo-scheletrico del Rizzoli (che conserva e distribuisce oltre il 50% del tessuto da donatore usato in tutta Italia) e una protesi di sintesi. La paziente intanto è tornata alla vita normale, a cinque mesi dall’intervento i controlli periodici cui è sottoposta al Rizzoli rilevano “un’ottima integrazione” nei tessuti.

 


In conferenza stampa, al fianco di Cavalli e Rocca, intervengono anche Davide Donati, direttore della clinica ortopedica III a indirizzo oncologico Ior, e Maria Paola Landini, direttore scientifico del Rizzoli. L’intervento sulla 27enne è durato sei ore e mezza, nell’ambito di un ricovero di 10 giorni: è la multidisciplinarietà del Rizzoli che ha caratterizzato l’operazione, coinvolgendo le unità di Chirurgia generale e toracica, Radiologia, Oncologia, Anestesia e Rianimazione, Anatomia patologica, Banca del tessuto muscolo-scheletrico, Laboratorio di ricerca oncologica. Il tutto, fra l’altro, rappresenta la base di una possibile prospettiva di realizzazione di protesi custom-made allungabile, per i pazienti pediatrici. Il tumore a cellule giganti dell’osso rappresenta il 4-5% dei tumori dell’osso in generale: è leggermente prevalente nel sesso femminile, con una maggior incidenza tra i 20 e i 45 anni. Si tratta di un tumore di grado intermedio, localmente aggressivo e raramente metastatizzante (ancor meno frequente che si trasformi in sarcoma).

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