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Oltre 250.000 romani a rischio alluvione, l’Autorità del Tevere allerta la sindaca Raggi

Sos lanciato dal segretario generale dell'Autorità di bacino Erasmo D'Angelis, in una lettera inviata alla sindaca di Roma e della Città metropolitana Virginia Raggi

Pubblicato:21-09-2017 11:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:42

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ROMA – Oltre 250.000 cittadini dell’area metropolitana di Roma sono soggetti a stato di rischio idraulico anche di fronte a piogge, temporali e precipitazioni “non estreme”, a causa dell’assenza o carenza di manutenzione per circa 700 km di fossi e canali, delle rive del Tevere e dell’Aniene.

E’ l’sos lanciato dal segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale – Autorità di bacino del Tevere, Erasmo D’Angelis, in una lettera inviata alla sindaca di Roma e della Città metropolitana, Virginia Raggi, per sottolineare la necessità dell’aggiornamento del Piano di Protezione civile con l’inserimento delle nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate dall’Autorità.

Ecco la lettera, che l’agenzia DIRE è in grado di riportare integralmente:

“Gentile sindaco, a seguito dei recenti allagamenti in alcune aree della Capitale, e dopo un’accurata verifica delle condizioni del reticolo idraulico nel territorio dell’area metropolitana, considerato anche l’aggiornamento della pianificazione di bacino (Piano di Assetto Idrogeologico e Piano Stralcio Area Metropolitana FSS) cui è seguita la costituzione di un tavolo tecnico al quale partecipano vari enti (Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma, Comune di Roma, Comune di Fiumicino e Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano)- scrive D’Angelis a Raggi- quel che emerge è un gravissimo e pericoloso stato di rischio idraulico. All’effetto urbanizzazione con l’occupazione di spazi di esondazione naturale dei corsi d’acqua, si sono aggiunte criticità dovute allo stato di grave degrado e mancata o carenza di manutenzione del reticolo idrografico minore dell’ambito metropolitano. Siamo a livelli inaccettabili e molto preoccupanti all’inizio della stagione autunnale”.


Come spiega il segretario dell’Autorità, “l’analisi del reticolo, costituito dai principali tributari del Tevere e dell’Aniene, con una estensione complessiva di circa 700 chilometri, nelle loro dinamiche idrauliche evidenziano rischi elevate per la presenza di vaste aree densamente abitate da oltre 250.000 cittadini, il dato probabilmente più elevato a livello europeo, luoghi di lavoro, aree turistiche. In particolare la pericolosità idraulica lega le zone fociali della bonifica storica di Ostia e di Fiumicino al numerose aree urbane come Torrino, Statuario, Tor Sapienza, Prima Porta”.

Il problema? “La carenza e assenza, che continua ormai da diversi anni, di manutenzione“, e che fa di Roma “l’unica Capitale europea priva di programmazione e gestione operativa della manutenzione idraulica ordinaria e straordinaria, l’attività più utile ed efficace ai fini della buona prevenzione di danni a beni pubblici e privati e soprattutto per la salvaguardia di vite umane. Anche nel caso di eventi meteorologici non ‘estremi’, la massima capacità di deflusso dell’acqua deve essere sempre garantita in superficie e nel reticolo fognario nella sua funzione di collettamento delle acque di ‘scarico’. A tal proposito, risulta inspiegabile il mancato impegno del Consorzio di Boni?ca Tevere ed Agro Romano la cui importante attività operativa di manutenzione si ferma all’esterno del Raccordo Anulare. La L.R. Lazio n.53/98 ‘sulla difesa del suolo’ delega funzioni programmatorie e amministrative relative alla manutenzione agli organi della Città Metropolitana (ex Provincia)”.

Prosegue D’Angelis: “Come in tutte le Capitali europee, e nelle più importanti città italiane attraversate da corsi d’acqua, la corretta gestione del reticolo idrografico vede ormai una sistematica e permanente attività di manutenzione e controllo in particolare nelle aree molto antropizzate e infrastrutturate, potenzialmente soggette ad esondazione. La manutenzione ordinaria, anche in riferimento agli indirizzi delle Direttive Europee sulla gestione del rischio idraulico, e la prima e fondamentale opera di tutela per limitare l’esposizione al rischio. Risulta evidente, pertanto, l’urgenza di avviare un programma di manutenzione dei corsi d’acqua e del reticolo secondario per garantire la loro massima capacità di deflusso sia in superficie che nelle reti fognarie. Ed è necessario, ai fini della prevenzione del rischio alluvioni, l’aggiornamento del Piano di Protezione civile che comprenda anche tutte le nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate nei recenti aggiornamenti del PAI (Piano di assetto idrogeologico) di cui ai Decreti dell’Autorità di Bacino n. 32/2015 e 58/2017″.

Il segretario generale dell’Autorità di bacino allega alla missiva una mappa in cui “sono tracciate le zone con fossi e canali dove intervenire per scongiurare l’eventualità di allagamenti di seminterrati e locali al pianterreno, di sottopassaggi, infrastrutture e aree archeologiche e monumentali in coincidenza di zone di deflusso delle acque meteoriche. Il Distretto è a completa disposizione per facilitare questa che consideriamo tra le più importanti opere pubbliche a tutela dei cittadini e dei beni pubblici, privati e storici esposti”.

di Mirko Gabriele Narducci, giornalista professionista

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