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Hera cresce e innova, “ma ora serve chiarezza dal Governo”/VIDEO

I dipendenti diretti dell'utility sono ormai più di 8.500. E migliorano le performance ambientali e energetiche

Pubblicato:21-09-2016 17:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:05

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BOLOGNA – “Innovazione e resilienza” per lasciarsi definitivamente alle spalle la crisi globale, auspicando magari che il Governo faccia finalmente “chiarezza” sul settore delle multiutility. È questo il ritornello che anima oggi a Bologna un convegno a tema di Hera, mirato a rilanciare “una strategia per imprese e territorio”, concluso dal sottosegretario alla Semplificazione e Pubblica amministrazione Angelo Rughetti (assente per altri impegni il ministro Marianna Madia). Al pubblico riunito in viale Berti Pichat viene subito riassunto il bilancio di sostenibilità 2015 dell’utility, uscito a metà 2016: solo l’anno scorso Hera ha distribuito un valore aggiunto al territorio servito di 1,65 miliardi di euro, con investimenti ‘storici’ a livello di gruppo pari a oltre cinque miliardi.

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L’ad Stefano Venier col rettore Francesco Ubertini

“Vuol dire che per ogni cittadino servito abbiamo investito 20.000 euro nelle infrastrutture del territorio in cui vive”, traduce in sala l’amministratore delegato di Hera Stefano Venier. I dipendenti diretti dell’utility sono ormai più di 8.500, cui se ne aggiungono 5.600 a livello di indotto. E migliorano le performance ambientali e energetiche, anticipando gli obiettivi europei al 2025 (sul riciclo degli imballaggi si è al 66%) e al 2030 (sulla riduzione del ricorso alla discarica, sceso all’8,6%), mentre la raccolta differenziata sale al 55,4% e la produzione di energia elettrica per oltre il 70% proviene da fonti rinnovabili. Nel 2015, tra l’altro, oltre 127 milioni sono stati investiti nel solo settore idrico. Due le chiavi fondamentali: la dimensione aziendale, che Hera in questi anni ha sposato crescendo ben oltre l’Emilia-Romagna, e la valorizzazione del capitale umano.


Francois De Brabant

De Brabant

Così, assicurano gli addetti ai lavori, non è un caso che sette delle città servite da Hera si trovino tra le prime 30 in Italia per livello di innovazione, come indica una ricerca di Ernst&Young, illustrata durante la tavola rotonda al convegno di oggi da Francois De Brabant, senior advisor della stessa E&Y. Spicca ad esempio come i servizi dell’utility contribuiscano effettivamente allo sviluppo delle “smart city”, ragionano in sala i vari ospiti, dal rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini (che firma col presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano una convenzione per inserire nel mercato del lavoro i neolaureati) al sindaco-presidente della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli passando per l’imprenditore Riccardo Illy.

Tuttavia, è l’intervento dell’economista della London Business School Lucrezia Reichlin a richiamare la necessaria adesione al contesto attuale e globale, tuttora complicato: “Anche le realtà più di successo in Italia soffrono di una crisi generale del Paese, che rallenta le performance migliori. Quindi, anche gruppi come Hera– raccomanda Reichlin- hanno la responsabilità di partecipare alla rinascita italiana e superare un momento di crisi storica profonda, che deriva da anni di bassa produttività, soprattutto: e l’Ue in tutto questo non credo ci freni più di tanto, non scarichiamo le colpe”. Un “quadro crudo ma non inatteso”, lo definisce a margine Tommasi di Vignano, che ammette: “Noi facciamo parte, senza supponenza, di quel gruppo di aziende che ha attraversato la crisi senza modificare la capacità di produrre risultati positivi”.

Tomaso Tommasi di Vignano

Tomaso Tommasi di Vignano

Certo, in tutto questo è più che mai necessario, anche secondo Hera, un cambio di passo a Roma: “Cosa chiediamo al Governo? Poche cose: chiarezza delle regole, stabilità, e se capita, su certi versanti, anche un po’ di rispetto…”, segnala un po’ amaro Tommasi, che però confida in prospettiva: “Finora di chiarezza ce n’è stata certamente poca, adesso la fase di trasformazione dovrebbe essere avviata. Abbiamo bisogno di valutare le nostre previsioni di crescita in un contesto leggibile, diciamo”. Condivide Venier, dopo aver ascoltato le rassicurazioni generali di Rughetti, che si inoltra a riepilogare l’impianto della riforma della Pa a cura del suo ministro: “Le azioni e le iniziative che anche il sottosegretario ha evidenziato- conclude l’ad Hera a margine- vanno in una nuova direzione, ma mi auguro poi che tutti rispettino le regole. Se così sarà, il sistema si evolverà secondo una linea corretta, abbattendo le barriere locali che tuttora costringono alcuni attori ad operare su territori francamente non adeguati”.

di Luca Donigaglia, giornalista professionista

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