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Roma, Marino: in Comune abbiamo trovato le macerie, stiamo ricostruendo la città

"La precedente amministrazione aveva avuto la capacità, in pochi anni, di distruggere la credibilità, la forza, l’autorevolezza della città di Roma, ridotta a terreno di caccia per interessi perversi"

Pubblicato:21-09-2015 09:43
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:33

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casa dell'acqua Acea 1_marinoROMA – “La giornata di oggi è di estrema importanza per la vita di questa città. Proporre una giornata della Trasparenza qui in Campidoglio significa tante cose. La principale, che mi preme sottolineare, è relativa al compito, alla missione, al mandato a cui siamo stati chiamati: le inchieste della magistratura, le ispezioni del Mef, da noi richieste appena ci siamo insediati, la commissione prefettizia e quella dell’Autorità nazionale anticorruzione hanno certificato una situazione che non finiremo mai di denunciare. Qui in Campidoglio abbiamo trovato le macerie, la precedente amministrazione aveva avuto la capacità, in pochi anni, di distruggere la credibilità, la forza, l’autorevolezza della città di Roma, ridotta a terreno di caccia per interessi perversi. Non voglio entrare nel merito, per l’ennesima volta, di che cosa sia veramente avvenuto, delle dimensioni del disastro che abbiamo trovato in queste stanze. Dobbiamo guardare avanti, dobbiamo guardare alla ricostruzione dalle macerie, imparando la lezione che ci arriva dalla cruda realtà”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervenendo alla Giornata della Trasparenza organizzata nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio.

Secondo il primo cittadino si deve “riflettere sull’aspetto culturale di tutta la questione, ed è proprio su questo che siamo chiamati a lavorare. Da una parte combattere la corruzione, diffusa e criminale, che si annida all’interno della pubblica amministrazione, e dall’altra la ricostruzione di un senso civile, di una correttezza morale come base dell’agire quotidiano. Perché l’Italia diventi finalmente un Paese normale, dove le cose pubbliche funzionano, perché il nostro mandato è quello di migliorare la qualità della vita delle persone e la corruzione non va in quella direzione. La lotta alla corruzione è un percorso culturale che deve cominciare dai primi anni di scuola”.

Siamo chiamati, tutti noi, nessuno escluso, a un grande compito: la buona amministrazione della città di Roma. Il rispetto delle regole e l’onestà devono essere dei valori fortemente sentiti da tutti noi, alla base dei nostri comportamenti quotidiani- ha concluso il primo cittadino- Non è più il tempo in cui si tollerava, in cui si voltava lo sguardo altrove, non c’è un altrove, c’è solo una strada: quella della lotta, senza quartiere, alla corruzione e al malaffare. Noi abbiamo intenzione di prenderla, quella strada, e di arrivare alla giusta destinazione. Per restituire alla città di Roma la sua dignità perduta”.


sabella marino aula giulio cesare

SABELLA: ROMA NON È UNA CITTÀ MAFIOSA, MA UNA CITTÀ CORROTTA – “Roma non è una città mafiosa, ma una città corrotta. A Roma la corruzione è un fenomeno su cui si è fatto tanto, ma ancora troppo poco: da Tangentopoli a oggi tutta questa soluzione di continuità non l’ho vista, non ho visto soluzioni di continuità nell’importo complessivo delle mazzette. La differenza è che si sono spostate dalla politica all’amministrazione e sono diventate tante di più”, ha detto l’assessore alla Legalità e Trasparenza di Roma Capitale, Alfonso Sabella. Per questo, ha proseguito Sabella, “è fondamentale affinare le possibilità di rendere più complicata la vita ai criminali. Questo è quello che dobbiamo fare come amministrazione”.

di Mirko Gabriele Narducci – giornalista

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