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Veneto. Moretti se la prende con l’agenzia di comunicazione: “Look castigato, in campagna elettorale sembravo un ferrotranviere”

BOLOGNA - Un look, che non è il suo, troppo castigato e "da ferrotranviere", poche le comparsate in

Pubblicato:21-07-2015 11:04
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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BOLOGNA – Un look, che non è il suo, troppo castigato e “da ferrotranviere”, poche le comparsate in tv, mentre Luca Zaia era ovunque, il suo viaggio nei 579 Comuni del Veneto come “un inutile tour de force” perché è stato dato lo stesso peso ai Comuni piccoli e ai capoluoghi. E infine “un Governo che ha messo in piedi non una ma quattro riforme alla vigilia del voto”, e che, dunque, “ci ha penalizzato”. La ex candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto (e oggi capogruppo del Pd in Consiglio regionale), Alessandra Moretti, oggi, sulle pagine del ‘Corriere del Veneto’, torna sulla sua campagna elettorale e attacca senza mezzi termini Dot Media, l’agenzia che già aveva seguito Matteo Renzi.

moretti alessandra campagna elettorale

“La mia campagna elettorale è stata completamente sbagliata” scrive il Corriere, riportando le parole dette da Moretti domenica sera alla festa del Partito democratico del quartiere Saval di Verona.


“Non mi hanno fatto quasi mai andare in televisione dicendo che ero sovraesposta, proprio mentre Zaia era su ogni canale. Mi sono dovuta vestire con un look castigato, da ferrotranviere. In definitiva, hanno cercato di dare un’immagine di me che non era credibile, quella non ero io”.

Il suo intervento, di domenica sera, non a caso, era partito così: “Stasera voglio togliermi qualche sassolino dalle scarpe”. Gli elettori “hanno punito severamente il governo Renzi, e il mio errore è stato voler far passare il messaggio che ci fosse un forte collegamento tra la mia candidatura e il governo nazionale. Questo è stato profondamente sbagliato, perché il Veneto è geloso della sua autonomia e vuole conservare una contrapposizione rispetto al governo nazionale”, ha aggiunto la democratica. In particolare, le è mancato l’appoggio di insegnanti e sindacati che storicamente si schierano con la sinistra.

Senza contare la stoccata di Susanna Camusso, che “è venuta in Veneto a dire di votare scheda bianca. Penso che una cosa del genere non sia mai successa prima in Italia”, ha aggiunto Moretti.

Tornando alla campagna e allo stravolgimento del suo look, dovuto alla celeberrima intervista sul Corriere della Sera on line (quando si era definita ladylike) con conseguente massacro sui social network Morettti si è sfogata. “Possiamo dire che siamo un popolo di ipocriti? Non ho mai visto una simile cattiveria mista a misoginia come quella nei miei confronti in quell’occasione. Ma quante stupidaggini escono dalla bocca degli uomini che fanno politica? E perché se io dico una cosa, il cui messaggio per altro rivendico, devo essere massacrata?”.

Infine il tour del Veneto e di tutti i suoi Comuni, che la dem aveva sempre difeso, è diventato “un inutile e massacrante tour de force”, che “mi ha portato a dedicare lo stesso tempo a un comune di duecento abitanti rispetto al comune capoluogo. E alla fine non ha pagato”.

Da qui la decisione a fare un passo indietro: “Torna la vera Alessandra Moretti”, ha chiarito, quella che vuole fare opposizione dura ma leale a Zaia, vuole contribuire a costruire un Partito democratico credibile in Veneto, anche tirando per la giacca ministri e sottosegretari, se serve. Però, appunto, vestendosi come le pare: “O devo forse mettermi il burka?” si chiede.

Stamane, poi, interpellata a “L’aria d’estate”, su La 7, la dem precisa che “la colpa della campagna elettorale, le responsabilità sono in gran parte mie, e anche, in generale, di di chi ha gestito la campagna e ha fatto delle scelte, ma io mi sono da subito assunta le mie responsabilità”. Di certo, “le persone non possono snaturarsi, e soprattutto le donne non devono fare passi indietro, ma ne devono fare due in avanti”.

di Angela Sannai

Giornalista Professionista

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