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Legambiente: ecco le 11 isole campionesse delle rinnovabili – FOTO

In un mondo sempre più ostaggio di gas serra, inquinamento e sprechi, Legambiente continua la sua battaglia per

Pubblicato:21-07-2015 11:54
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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In un mondo sempre più ostaggio di gas serra, inquinamento e sprechi, Legambiente continua la sua battaglia per l’ecosostenibilità. Che si fonda, stavolta, su un’indagine che è andata a caccia di isole che hanno raggiunto l’autosufficienza energetica, per dimostrare quanto è vantaggioso in termini economici, oltre che ambientali, usare fonti rinnovabili al posto di quelle fossili.

“Dai Mari del Nord all’Oceano Pacifico- si legge nel dossier ’11 Isole in transizione verso 100% rinnovabili’ -oggi molte grandi e piccole isole sono diventate un cantiere di innovazione energetica“. Che, nell’ordine, sono: l’isola di El Hierro in Spagna, Samso in Danimarca, Eigg in Scozia, Bonaire nei Caraibi, Bornholm in Danimarca, Pellworm in Germania, Tokelau in Nuova Zelanda, Aruba nei Caraibi, Muck in Scozia, White in Inghilterra e Gigha in Scozia.

La spagnola El Hierro ha raggiunto il primato mondiale grazie alla buona volontà dei propri abitanti, appena 10.162, che dal 2014 si sono dotati di impianti idroelettrici e di impianti eolici, raggiungendo per primi l’autosufficienza energetica. Non soddisfatti, stanno ora lavorando a un progetto per dotare tutta l’isola di un sistema di mobilità elettrica. Ma non è il solo esempio da imitare: Pellworm, entro i confini tedeschi, grazie alle sue otto pale eoliche, ad una centrale solare e ad impianti di cogenerazione, ha superato di tre volte il fabbisogno richiesto dai suoi 1.200 abitanti. Qualcosa di simile è già attivo a Bornholm, in Danimarca, dove dove sono presenti autobus ecologici, pubblici e gratuiti. Mentre la vicina Samso, sempre in Danimarca, è energeticamente indipendente.


E in Italia?

Le isole minori italiane non sono uscite bene da questo studio perché, pur possedendo ottime potenzialità -rappresentate dall’enorme presenza di fonti naturali quali sole, vento e maree -non hanno ancora imboccato la strada degli ‘investimenti green’. Per questo si è deciso di mettere a confronto le tre isole italiane in cui è in atto il progetto Isole Smart energy di Legambiente: a Favignana, Giglio e Lampedusa, dove la produzione di energia è invece garantita da centrali a gasolio, si sta cercando di “immaginare e realizzare in queste realtà un nuovo modello energetico 100% rinnovabile, attraverso impianti da fonti rinnovabili e efficienti, integrati con smart grid e sistemi di accumulo in modo da ridurre consumi, emissioni e sprechi”.

“Dobbiamo uscire da un paradosso- ha commentato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente- Oggi nelle isole minori italiane l’energia è costosa e sussidiata con 70milioni di Euro prelevati in bolletta, e prodotta da vecchi impianti da fonti fossili. E malgrado le potenzialità delle rinnovabili siano enormi, la transizione che si sta rivelando un successo in tutto il mondo da noi è bloccata”.

Così, mentre nel resto della Penisola le rinnovabili hanno avuto  negli ultimi anni uno sviluppo straordinario, al punto che tutti i Comuni nel 2014 hanno provveduto per il 38% al proprio fabbisogno elettrico attraverso le rinnovabili, secondo Legambiente “è proprio nelle isole che si riscontra la minore diffusione e i maggiori problemi”.

“La ragione sta proprio nelle regole che oggi affidano a società il monopolio della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, la gestione delle rete (che sul continente è invece separata), e nei generosi guadagni garantiti dal sistema di tariffe e di rimborsi prelevati in bolletta, che dipendono proprio dai problemi di separazione dalla rete nazionale”, ha spiegato Zanchini. Per questa ragione ha proseguito,  “servono idee nuove”, oltre ad “avviare un confronto sulle innovazioni normative necessarie”. E ha annunciato che “l’associazione ambientalista ha lanciato oggi un dibattito pubblico con un questionario online composto da 10 domande”,  che proseguirà da settembre con incontri pubblici nelle isole “e confronti con Ministeri, Autorità per l’energia, Comuni, imprese e con il mondo della ricerca”.

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