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Protesta dei precari all’Università di Bologna: “In 300 lasciati scadere”

Oltre un centinaio di lavoratori precari si è presentato in Rettorato, per chiedere un incontro al Senato accademico

Pubblicato:21-07-2015 10:06
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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BOLOGNA – Precari in rivolta all’Alma Mater di Bologna. Oltre un centinaio di lavoratori si è presentato questa mattina in Rettorato, per chiedere un incontro al Senato accademico (in corso).

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In tutto sono 300 le persone a tempo determinato che lavorano in Ateneo, quasi tutti in scadenza a fine 2016. Ma almeno una decina di contratti scade tra agosto e settembre prossimi e “non hanno possibilità di proroga”.


L’Università infatti “non ha intenzione di applicare l’accordo sulle deroghe ai contratti in scadenza firmato a febbraio 2014”, attaccano i sindacati Cgil, Cisl e Uil che guidano la protesta insieme alle Rsu d’Ateneo.

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“Oltre i 36 mesi ci possono essere ulteriori proroghe- attacca Gisella Fidelio della Flc-Cgil di Bologna- invece l’Università ne ha concessa solo una”.

Inoltre, incalza Roberta De Falco, segretario regionale della Cisl Università, “manca una seria programmazione del personale. Gli ultimi due concorsi banditi per altri 50 precari sono uno scandalo”.

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Insomma, sferza Virginio Pilo’ delle Rsu Cgil, “la politica di questa amministrazione va rimossa. Ora la palla passa al nuovo rettore”.

In un primo momento, al personale è stato impedito di entrare in Senato accademico. “La seduta è in corso, non è possibile”, spiega il prorettore Emilio Ferrari, mandato dal rettore per parlare coi manifestanti. Dopo qualche insistenza, però (“La politica distante del rettore Dionigi è stata sconfitta ma continua a reiterarla”, attacca Pilo’), ai lavoratori sarà concesso di entrare in Senato nel corso della mattinata con una delegazione di tre persone.

di Andrea Sangermano

Giornalista professionista

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