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Migranti, appello dell’Europarlamento: “Uniti e con l’Africa”

"Ogni Paese deve assumersi le sue responsabilità" scandisce Juncker rispondendo a Gentiloni

Pubblicato:21-06-2017 21:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:27

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BRUXELLES – C’è il richiamo al dovere della solidarietà sui migranti ma anche la proiezione nel mondo, possibile solo se l’Europa è unita e guarda nella stessa direzione. E quella giusta, è stato sottolineato oggi all’Europarlamento di Bruxelles, punta dritto all’Africa: il continente con il quale si deve costruire un futuro sostenibile. A partire, il tema della conferenza è questo, dalla gestione delle migrazioni. Non è un caso che Antonio Tajani, il presidente dell’Europarlamento, insieme con oltre 700 partecipanti accolga il primo ministro libico Fayez Al Serraj. Testimone di un conflitto civile irrisolto, con fronti incerti ma sempre permeabili ai trafficanti di esseri umani. “L’Europa deve aiutarci anche su un piano economico – dice Al Serraj – perché a livello locale l’occupazione è un fattore fondamentale per dissuadere potenziali emigranti”. Il messaggio è rilanciato da Tajani e da Federica Mogherini, Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell’Ue. “Il punto vero è l‘investimento massiccio sullo sviluppo dell’Africa” spiega il capo della diplomazia comunitaria. Convinta che un piano europeo per lo sviluppo del continente sia “indispensabile per lottare contro il terrorismo e contro i cambiamenti climatici, per la democrazia e per i diritti umani”.

A rilanciare le promesse di impegno è ancora Tajani, al fianco del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker: “L’Africa deve essere una priorità dell’Ue per i prossimi anni; bene allora la proposta di investire 40 miliardi di euro, raddoppiando i fondi destinati alla Libia da 200 a 400 milioni”. Secondo Tajani, nel prossimo bilancio comunitario gli stanziamenti per l’Africa devono essere incrementati. “Bisogna impedire – spiega il presidente dell’Europarlamento – che le future generazioni di africani perdano la speranza di rimanere a casa loro e che per i giovani del continente non ci siano prospettive”. Ma nella conferenza c’è anche altro. Lo suggerisce la data stessa della convocazione, all’indomani della Giornata internazionale del rifugiato e alla vigilia del Consiglio Ue di domani e dopodomani. Sul tavolo dei capi di Stato e di governo, sempre a Bruxelles, ci saranno anche le migrazioni. Tema nient’affatto condiviso quando si tratta di oneri e quote, a partire dai ricollocamenti dei richiedenti asilo giunti in Italia e in Grecia.

Da Juncker arriva una risposta al premier Paolo Gentiloni, che chiede “una politica comune nei confronti dell’Africa” e denuncia le inadempienze degli Stati membri. “Non possiamo lasciare sole l’Italia e la Grecia, ogni Paese deve assumersi le sue responsabilità” scandisce Juncker. Il riferimento è alle sanzioni al vaglio nei confronti di Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia, colpevoli di non aver accolto nemmeno un richiedente asilo. Uno schiaffo alla solidarietà europea, riprende Tajani, che parla di “profonda ingiustizia”. Ma a chiarire il punto è Georges Dassis, presidente del Consiglio economico e sociale europeo. “Sui rifugiati – spiega nell’emiciclo – siamo tenuti a dare asilo a essere umani che fuggono dalla morte e dalla guerra; lo siamo da un punto di vista giuridico, in virtù della Convenzione di Ginevra del 1951”.


dal nostro inviato a Bruxelles Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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