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Scuola, a Bologna sciopero maestre: “Siamo stanche e fa caldo”

Per le educatrici è "umanamente impossibile mantenere una professionalità oltre le cinque ore frontali giornaliere"

Pubblicato:21-06-2017 10:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:26

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BOLOGNA – “Noi maestre, sfinite fisicamente e moralmente dall’anno di lavoro ancora in corso, questa volta diciamo no“. E’ il grido di battaglia delle insegnanti che il 3 luglio bloccheranno il primo giorno dei centri estivi destinati ai bambini delle scuole materne. Già il Comune di Bologna è stato costretto a ridurre l’offerta a sole sei scuole, ma anche in queste il primo giorno di scuola ‘d’estate’ sembra destinato a saltare, con buona pace dei genitori che dovranno trovare soluzioni alternative per i loro figli. Il motivo? Le insegnanti si oppongono al lavoro in luglio. “E’ chiaro a tutti che la didattica non può proseguire oltre il mese di giugno e che a luglio i bambini hanno bisogno di attività ludiche all’aria aperta. Per tutto ciò ci sono le polisportive”, si legge nel volantino distribuito firmato dal sindacato di base Sgb e distribuito questa mattina ai genitori fuori dalle scuole Giaccaglia Betti in Montagnola. Per le maestre delle scuole dell’infanzia c’è anche una questione climatica. “E’ semplice capire che, essendo aperte solo sei scuole, molte di noi saranno spostate e concentrate in scuole dove dovranno occuparsi di bambini che non conoscono in alcun modo, oltretutto in ambienti che superano i 30 gradi (essendo le sezioni prive di condizionatori). L’amministrazione ci dovrebbe spiegare come si può fare attività didattica in queste condizioni”. Congiuntivi a parte, la vertenza in realtà non è nuova e riguarda l’assunzione delle maestre da parte del Comune con il contratto enti locali anzichè con contratto scuola.

Con questo contratto, sostengono le maestre, sono aumentati i carichi di lavoro. “Le giornate di sette-otto ore lavorative si sono dimostrate presto usuranti“, si legge ancora nel volantino. Tanto che “il numero delle malattie è cresciuto in maniera rilevante ed è facile comprendere quanto sia umanamente impossibile mantenere una professionalità oltre le cinque ore frontali giornaliere, con 25 bambini”. Quanto poi ai centri estivi, per il sindacato sono un “demansionamento” delle maestre: “i ‘campi estivi’ non sono ruolo delle insegnanti, preparate a fare didattica e non animazione. non siamo disposte a svilire e svendere la nostra professionalità”.

di Mirko Billi, giornalista professionista


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