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Professoressa sospesa a Palermo, Maucioni (dirigente scolastica): “La memoria non è solo commemorazione”

Così in un contributo sul caso della sospensione della professoressa di Palermo Antonella Maucioni, dirigente scolastico dell’istituto Da Vinci di Maccarese

Pubblicato:21-05-2019 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:29
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ROMA – “Sollecitare l’attenzione e il confronto sul tema della ‘memoria’ oltre che essere sancito da una legge della nostra Repubblica, è un momento centrale dell’educazione dei giovani. Da molti anni ormai, tutti noi che ci occupiamo di ‘memoria’, ci confrontiamo su quale senso questo abbia: non ha e non può aver, infatti, solo il significato di rievocare tragici eventi- diverrebbe così solo commemorazione- ma deve essere anche un’occasione di riflessione e sensibilizzazione dei giovani ai valori di democrazia, libertà, cittadinanza consapevole”. Così in un contributo sul caso della sospensione della professoressa di Palermo Antonella Maucioni, dirigente scolastico dell’istituto Da Vinci di Maccarese.

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“La ‘memoria’- spiega Maucioni- non è confinata in scaffali polverosi, ma è linfa per progettare un futuro migliore e occuparsi di memoria non significa solo analizzare e riflettere su argomenti collegati alla storia contemporanea, ma cercare di decodificare i modelli di pensiero che hanno permesso e ancora oggi permettono i compiere la discriminazione e la sopraffazione o che potrebbero farlo, con i loro pericolosi semi, nel prossimo futuro. Mi sembra ,dunque, che la docente di Palermo si sia assolutamente attenuta a questa visione educativa lasciando che i suoi studenti potessero interrogarsi sui molteplici percorsi della memoria e sulle sue funzioni ed attuazioni nel presente”. 

“Il fatto che questi ragazzi- continua nel suo contributo la dirigente scolastica- nella loro semplicità ed immediatezza, con la loro riflessione sul nostro presente, sul significato della democrazia e del rispetto delle Istituzioni in una società sempre più complessa e attraversata da tensioni e intolleranze, siano giunti ai tanto deprecati paragoni forse dovrebbe suscitare in noi un interrogativo. Questi parallelismi che loro scorgono sono davvero così privi di senso? Oppure non è forse che nella loro ingenuità colgono somiglianze non così lontane? Molti segnali- spiega- indicano che il clima di intolleranza e di violenza verso i ‘diversi’ si sta innalzando e questi ragazzi lo hanno detto con la semplicità della loro adolescenza. Sia detto per inciso che questa percezione di un clima intollerante e sempre più pesante non è solo di questi ragazzi ma è comune a molti di noi (e da ieri perfino dell’ONU)”. 

La docente non poteva e non doveva dire nulla di fronte a quei lavori: erano pensieri di ragazzi- forse dettati dallo sgomento di rivedere ancora oggi scene simili a quelle dei loro libri di storia- sui quali esercitare una censura sarebbe stato ingiusto e scorretto. Le idee- prosegue- corrono anche se noi vogliamo arginarle e i pensieri di questi studenti avrebbero dovuto interrogarci e farci riflettere, non suscitare una reazione, sinceramente poco comprensibile e personalmente non condivisibile, contro un’educatrice che ha fatto quello che doveva: ascoltare e cercare di capire cosa volevano dire i suoi ragazzi. Non è troppo tardi: pensiamo e riflettiamo sul nostro esempio di adulti e, ricordando che nella ‘memoria’ affondano le radici del nostro impegno, recuperiamo la nostra umanità per noi stessi e per i nostri ragazzi. Già Primo Levi ha scritto che “la memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace…. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra; non solo tendono a cancellarsi con gli anni, ma spesso si modificano…”. Non dimentichiamo- conclude Antonella Maucioni- gli errori del passato, non raccontiamo, prima di tutto a noi stessi, che quelle di oggi sono situazioni diametralmente opposte: il rispetto per la dignità dell’uomo non ha condizioni né limiti. Mai. Ricordiamolo , questo è il primo esercizio per la nostra memoria.

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