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VIDEO | Rogo a sede Vigili urbani, 2 morti a Mirandola. Preso nordafricano, Salvini: ‘Altro che aprire i porti’

Nella notte è stato appiccato il fuoco in un edificio di Mirandola dove ha sede la Polizia municipale: le vittime sono un'anziana e la sua badante che vivevano al primo piano Arrestato un flagranza un nordafricano trovato con un accendino in mano

Pubblicato:21-05-2019 09:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:29

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BOLOGNA – Sono due le vittime– un’anziana di 86 anni e la sua badante di 74- dell’incendio che si è sviluppato poco prima delle 3 della notte scorsa in un palazzo, a Mirandola in provincia di Modena. Venti i feriti, tra cui tre intossicati in modo grave. Al piano terra del palazzo c’è la sede dei Vigili urbani dove è stato appiccato l’incendio, mentre le vittime abitavano al primo piano, i cui appartamenti sono stati completamente invasi dal fumo. L’edificio si trova in via Roma.

Si è dichiarato minorenne ma non lo è

La Polizia ha arrestato in flagranza un giovane cittadino nordafricano senza fissa dimora. Si è dichiarato minorenne, ma è stato smentito dai test auxologici (le analisi effettuate dai medici sulle ossa). Fermato a metà maggio a Roma, infatti, aveva detto di essere maggiorenne. Il giovane è stato trovato molto vicino all’edificio, un centinaio di metri, con un accendino in mano e alcune cose rubate rubate nella sede dei vigili urbani (tra cui tre berretti, un telefono e un giubbotto). Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo si sarebbe introdotto negli uffici della Municipale, a quanto pare con l’intenzione di rubare, e poi avrebbe appiccato le fiamme. L’episodio però è ancora da chiarire.

Immediata la reazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Altro che aprire i porti, come vuole la sinistra, io lavoro per fermare e mandare tutti a casa questi delinquenti“. E se l’autore del gesto “è minorenne non mi interessa, deve pagare fino in fondo per la sua bestialità. Azzerare l’immigrazione clandestina, in Italia e in Europa, è un dovere morale: a casa tutti, con la Lega si può”. 


NORDAFRICANO HA PRECEDENTI E UN ORDINE DI ESPULSIONE

L’anziana e la sua badante ucraina sono morte per asfissia. Il marito della prima è stato intossicato a sua volta e si trova in gravi condizioni, mentre altre persone colpite in modo più lieve sono state seguite all’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola e in giornata sono state tutte dimesse.

Come confermano i Carabinieri, al lavoro con la Procura in queste ore, il giovane si è introdotto all’interno del Comando della Municipale di Mirandola e dopo essersi impossessato di un giubbotto antiproiettile, di un telefono cellulare di servizio, di tre berretti di ordinanza e di qualche suppellettile, ha incendiato diversi arredi. Il ragazzo, che registra numerosi precedenti e che, da ultimo, è stato colpito da un ordine di espulsione, è stato arrestato con le accuse di furto aggravato, danneggiamento a seguito di incendio e morte come conseguenza di altro delitto.

I feriti sono in tutto 22

In tutto sono state 22 le persone coinvolte nell’incendio, comprese le due signore decedute. Rimane ricoverato in condizioni gravi il paziente trasportato in elicottero all’ospedale di Ravenna, marito della signora morta insieme con la sua badante per asfissia, e sottoposto a terapia iperbarica: la prognosi è tuttora riservata. Dei tre ricoverati all’ospedale di Vaio, a Fidenza, e sottoposti a terapia iperbarica, due sono stati dimessi, tra cui il minore accompagnato dalla madre.

Restano gravi, ma in questo caso in miglioramento, le condizioni della terza paziente, che rimane ricoverata perché necessita di ulteriori trattamenti in iperbarica. Si stanno inoltre sottoponendo a terapia con l’ossigeno i tre bimbi ricoverati all’ospedale di Carpi. La terapia proseguirà fino a sera, i bambini trascorreranno la notte in reparto.

ERA STATO FERMATO A ROMA IL 14 MAGGIO

È entrato dentro la sede della Polizia municipale forzando la porta, ha fatto rumore ed è stato notato dagli inquilini del piano superiore: l’hanno visto uscire e hanno chiamato i Carabinieri, che erano in zona e l’hanno fermato quasi subito. Ha rubato e indossato un giubbotto antiproiettile e il cappello da vigile urbano, poi si è portato via due coppe sportive esposte in bacheca. Se in un primo tempo si era pensato ad ritorsione contro i vigili, al momento questo ipotesi sembra remota: in questo senso, infatti, non risultano a livello locale precedenti fotosegnalazioni o elementi che facciano pensare ad una ‘vendetta’.

L’uomo, senza fissa dimora, è stato sentito ora dai carabinieri di Carpi. Risulta fosse stato identificato a Roma, il 14 maggio, e in quell’occasione aveva riferito di essere maggiorenne e algerino, stanotte invece si è detto minorenne e marocchino.

Il giovane nordafricano non ha spiegato molto nel colloquio con gli investigatori, parla poco e male l’italiano, dice di non capire. Anzi, secondo i Carabinieri sembra piuttosto agitato, pure con qualche squilibrio. Non si sa ancora come sia stato appiccato il fuoco che ha devastato l’ufficio (tra i 100 e i 150 metri quadri interessati, pieni di carte) e anche alcune auto della Municipale, ma al giovane, arrestato in flagranza, è stato trovato addosso un accendino.

I Vigili del fuoco hanno sgombrato i due piani sovrastanti ed evacuato le 18 persone: nell’ultimo appartamento dove sono entrati, al secondo piano, hanno trovato morte le due anziane.

BONACCINI: CHIARIRE SUBITO E GUAI STRUMENTALIZZARE ROGO

La giustizia faccia “immediatamente il suo corso” e si faccia “chiarezza il prima possibile” sull’incendio doloso di questa notte alla sede della Polizia municipale di Mirandola. A dirlo è il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che nel primo pomeriggio sarà nel Comune del modenese, rinunciando così a presenziare all’arrivo della tappa del Giro d’Italia, che sarà proprio a Modena.

“Ho parlato adesso col prefetto- spiega Bonaccini, questa mattina a margine dell’incontro con la Fortitudo basket in Regione- andrò a trovare anche qualche ferito. E’ una tragedia immane ed è bene che venga fatta chiarezza il prima possibile sulle responsabilità e su cosa sia accaduto, che immediatamente la giustizia faccia il suo corso”. Ieri, ricorda Bonaccini, “era il settimo anniversario dal sisma del 2012. Questi anni sono stati impegnativi per quella comunità e per tutti noi, stavamo via via ricostruendo in maniera esemplare. Non ci voleva questa tragedia”.

Il presidente dunque insiste perchè “chi di dovere faccia piena luce” sull’accaduto. E ammonisce: “Mi auguro che si eviti ogni tentativo di speculazione da campagna elettorale, perchè la sicurezza deve essere garantita da chi ha la capacità, i mezzi ed è costituzionalmente preposto a farlo”. Sull’autore del gesto, Bonaccini aggiunge: “Non so nemmeno da dove arrivasse o dove fosse stato nei giorni precedenti. Per questo dico che bisogna fare estrema chiarezza il prima possibile. Sono il primo a essere interessato a capire cosa sia successo e perchè”.  In un comunicato stampa, poi, il governatore parla di “giorno di profondo dolore per l’intera comunità regionale. Mi stringo alla comunità di Mirandola e dell’Area Nord, così duramente colpite. Il primo pensiero va alle vittime, alle due donne che hanno perso la vita e ai loro familiari”.

Bonaccini spiega di essere “in contatto costante con i sanitari per aggiornamenti sulle condizioni delle persone ferite, con l’auspicio che possano rimettersi al più presto”. Il presidente ci tiene poi a ringraziare “gli inquirenti e gli operatori di sicurezza che si sono mossi con grande tempestività. Si è trattato di un fatto inquietante, che ha sconvolto tutti, sul quale va fatta piena luce e per il quale, accertate le responsabilità, andranno applicate le pene previste- ribadisce Bonaccini- ricorre in questi giorni il settimo anniversario del sisma, dal quale la comunità dell’Area Nord ha saputo risollevarsi, con i Comuni in prima linea per la ricostruzione degli edifici e dei servizi. Garantire però la sicurezza delle persone è compito essenziale dello Stato. Ognuno è chiamato a fare ciò che rientra nei suoi poteri e nelle sue responsabilità. Mi aspetto quindi risposte su questo”, insiste il governatore.

PD E CGIL CONTRO SALVINI: NON USI ROGO PER AVERE VOTI

Si moltiplicano le reazioni politiche dopo l’incendio la scorsa notte alla sede della Polizia municipale a Mirandola, nel modenese, per mano di un giovane nordafricano irregolare, e soprattutto dopo il tweet del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha rilanciato, a seguito dell’incendio, sulla linea dei porti chiusi e contro “l’immigrazione clandestina”.

Lo stabile incendiato, dove oltre alla sede della Polizia municipale si trovano alloggi di edilizia residenziale in cui abitavano 21 persone, è stato dichiarato inagibile: “Stiamo lavorando per trovare al più presto una sistemazione a tutte le famiglie- segnala il sindaco di Mirandola Maino Benatti- e una nuova sede alla Polizia municipale”. Aggiungono invece tutti i sindaci dell’area nord sulla dinamica dell’episodio: “Presenta ancora molti lati oscuri, siamo in attesa dell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, che stanno indagando”.

Nel frattempo la Cgil, lo Spi-Cgil, la Fp-Cgil di Modena, con la Rsu dell’Unione Comuni area nord, esprimono “ferma condanna” e chiedono che “la giustizia faccia rapidamente il suo corso”. Tuttavia, precisa il sindacato: “Sono altresì da respingere tutte le strumentalizzazioni politiche (vista la nazionalità non italiana del delinquente), che già cominciano a diffondersi sui social media, sugli immigrati e la chiusura dei porti, questioni che non hanno niente a che vedere con l’atto violento commesso da un singolo. La maggioranza delle famiglie immigrate presenti sul territorio modenese vive e lavora nel rispetto delle regole della convivenza civile”. Anche la Uil, col segretario regionale Giuliano Zignani e il collega di Modena-Reggio Luigi Tollari, si dice certa “che la giustizia farà il suo corso” ed esprime vicinanza ai familiari delle vittime.

Nel frattempo Forza Italia, col senatore Enrico Aimi e il consigliere provinciale Antonio Platis, esprime “condoglianze alle famiglie” e parla di “una vera e propria ferita alla città: l’attentato mette a nudo le maglie larghe della sicurezza, ora- incalzano gli azzurri- è più che mai necessario parlare di rimpatri per tutti i folli ed i fanatici che vivono nel nostro territorio”. Il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, parla di “folle gesto” e ringrazia le Forze dell’ordine che “si sono prontamente attivate e hanno individuato e fermato il responsabile. In questa tragedia mi unisco al lutto cittadino proclamato dai sindaci dell’area nord del modenese. Purtroppo, però vedo già le immediate strumentalizzazioni politiche del ministro dell’Interno, al quale voglio ricordare che ormai da un anno la sicurezza è di sua competenza ed è lui a doverla garantire invece che puntare il dito”.

Anche il deputato del Partito democratico Andrea Rossi evidenzia che, “a differenza del ministro Salvini, non sono interessato al colore della pelle dell’assassino, ma che sia fatta giustizia. Al ministro però vorrei ricordare che i suoi proclami sono inutili: ha giurato oltre un anno fa, è lui il ministro dell’Interno, sta a lui applicarsi per garantire la necessaria sicurezza, che da quando il Governo del cambiamento si è insediato- attacca Rossi in una nota- non si è di certo elevata in questo Paese”. Un’altra deputata Pd, Silvia Fregolent, parla di “sciacallaggio elettorale mai visto” e spiega: “Lo scambio di accuse tra Salvini ed M5s sulle responsabilità del tragico rogo di Mirandola è forse il punto più basso della dialettica elettorale della storia della Repubblica”. Continua Fregolent: da una parte, il ministro dell’Interno, “che dovrebbe essere garante della sicurezza dei cittadini, in evidente crisi di panico per il recente calo di popolarità, utilizza perfino la morte di un’anziana signora e della sua badante, peraltro straniera, per criminalizzare tutti gli extracomunitari. Dall’altra M5s, che fino a oggi, ha sostenuto e condiviso la politica intollerante della Lega nei confronti dei migranti, è divenuto all’improvviso- punge Regolent- paladino dei diritti umani soltanto per recuperare qualche punto nei sondaggi”.

Sulla stessa linea il collega dem Piero Fassino: “Di fronte alla morte così assurda e atroce di due persone inermi é dovere di tutti stringersi intorno alla comunità di Mirandola, facendo sentire la solidarietà di tutti i cittadini per bene. E tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali e politiche, a partire dal ministro degli Interni, hanno il dovere del rispetto e della sobrietà, evitando ogni forma di strumentale speculazione”. Intanto, anche la lista civica Modena Ora dopo il rogo annulla una conferenza elettorale, inizialmente in programma oggi, mentre, sempre in casa Pd, il senatore carpigiano Edoardo Patriarca interviene: “In questo tempo pervaso da rabbia e odio- dice Patriarca- c’è chi usa questa tragedia per fare sciacallaggio politico e cattiva informazione. Non mi stupisce e me lo aspettavo”. Il segretario provinciale Pd, Davide Fava, sospende a sua volta le iniziative elettorali, come stasera a Campogalliano, e accusa: “Purtroppo non sorprende che il ministro dell’Interno Salvini, ancora una volta, tenti di strumentalizzare una vicenda tragica a soli fini elettoralistici. Non accettiamo strumentalizzazioni da chi non è stato in grado di garantire gli strumenti adeguati a chi deve tutelare l’ordine pubblico”.

E ancora: la senatrice Pd Vanna Iori osserva che “è al ministro dell’Interno che spetta garantire la sicurezza dei cittadini e non può cavarsela rispondendo con la solita propaganda e la blindatura dei porti”, mentre Mdp da Mirandola aggiunge: “È il momento del lutto, ogni altra considerazione successivamente ma intanto non possiamo non evidenziare, dalle prime informazioni disponibili, con stupore che l’uomo che avrebbe dato fuoco alla stazione della Polizia Municipale di Mirandola era stato oggetto di recenti provvedimenti di “rimpatrio” senza, evidentemente, alcun esito”. Articolo 1 di Mirandola e Modena si unisce al lutto cittadino esprimendo cordoglio alle vittime del rogo e alle loro famiglie: “È il momento del lutto, ogni altra considerazione successivamente ma intanto non possiamo non evidenziare, dalle prime informazioni disponibili, con stupore che l’uomo che avrebbe dato fuoco alla stazione della Polizia municipale di Mirandola era stato oggetto di recenti provvedimenti di ‘rimpatrio’ senza, evidentemente, alcun esito”.

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