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Francia, Mons. Brunin: “Ritirare la legge sul lavoro e cercare il dialogo”

ROMA - No alla violenza

Pubblicato:21-05-2016 13:57
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:45

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Francia-proteste_francia

ROMA – No alla violenza e ripresa del dialogo tra tutte le parti, che puo’ anche prevedere il ritiro della legge per rimetterla sul tavolo delle trattative. E’ il duplice messaggio che la Chiesa di Francia lancia oggi mentre la Francia e’ stata scossa in questi giorni da una serie di manifestazioni a Parigi, Nantes e Rennes, contro la legge del ministro del Lavoro, Myriam El Khomri, che riforma il sistema del lavoro.

“In questo periodo di crisi- dice al Sir monsignor Jean-Luc Brunin, vescovo di Le Havre e presidente del Consiglio episcopale Famiglia e Societa’- la Chiesa ha due messaggi da dire: innanzitutto, dice con forza che la violenza non e’ accettabile perche’ si mettono a rischio la sicurezza delle persone. Il secondo messaggio e’ che da questa situazione si puo’ uscire solo con la via del dialogo. Dialogo tra parlamentari, perche’ il governo ha scelto di far passare la legge per decreto, nella procedura prevista dalla Costituzione chiamata 49.3 che e’ apparso come un atto di forza. E dialogo con le parti sociali. La posizione della Chiesa e’ dire no ad ogni forma di violenza e chiede di riprendere il cammino del dialogo e della negoziazione. E questo suppone il ritiro del progetto di legge per rimettere il testo su un tavolo attorno al quale possano sedersi tutte le parti”.


“Ci sono delle buone cose nella legge- osserva ancora Brunin- che permettono di alleggerire il peso amministrativo e fiscale delle societa’ ma ci sono cose che comportano un attacco ai lavoratori e ai loro diritti. Bisogna lavorare non con metodi di forza, ma di dialogo perche’ le societa’ hanno pesi amministrativi e fiscali che impediscono loro uno sviluppo e quindi bisogna creare le condizioni favorevoli perche’ le imprese possano crescere, ma bisogna anche prevedere salari giusti e garanzie di impiego ai lavoratori. Ritiriamo il progetto di legge, mettiamo il testo al tavolo del dialogo e discutiamo punto per punto con tutte le parti“.

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