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Infarto al miocardio, Gise: “Dati confortanti in tutto il paese”

FIRENZE - Anche in Italia c'è un settore in cui

Pubblicato:21-04-2017 14:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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FIRENZE – Anche in Italia c’è un settore in cui la sanità non procede a due velocità. Mentre si chiude a Firenze il secondo appuntamento con Thinkheart with Gise, da cui è giunto il dato positivo di una nazione in cui grazie alle performance in tempestività e qualità delle cure i centri di emodinamica sono in grado di abbattere il numero di decessi per infarto al miocardio, un secondo dato emerge come confortante: l’incremento delle angioplastiche coronariche primarie (triplicate in Italia rispetto a 15anni fa: nel 2016 sono state 35.355) è omogeneo su tutto il territorio.

Come emerso durante l’evento Gise, se la media italiana è di 558 angioplastiche primarie per milione di abitanti, tra le regioni che superano tale media di riferimento ci sono anche Sicilia (652) e Abruzzo (677) mentre Calabria (568) Puglia (549) sono appena leggermente sotto la media, a conferma del generale trend positivo di sistema.


“La raccolta dati condotta negli anni da Gise ha permesso di monitorare l’attività dei centri e agli stessi emodinamisti di misurarsi, consentendo l’autoregolazione del sistema”, ha dichiarato alla Dire il presidente di Gise, Giuseppe Musumeci, “La novità che abbiamo voluto importare è stata quella di mettere i dati a disposizione dei decisori politici e degli amministratori e questo è avvenuto per la prima volta lo scorso anno. Grazie alla raccolta dati, il sistema ha potuto, quindi, abbastanza riequilibrarsi: è vero che esistono ancora alcune differenze tra le regioni, ma il divario tra Nord e Sud in emodinamica non è così marcato rispetto ad altre discipline. La possibilità di misurarci attraverso i dati ci ha permesso di mettere in atto interventi specifici anche sull’emergenza. In Italia nel caso di angioplastica primaria la mortalità è oggi appena del 5%: se fatta entro le 6 ore è estremamente efficacie e nel nostro Paese 2/3 dei casi vengono gestiti entro questa soglia. Ciò significa che il sistema funziona”.

di Walter Gatti, giornalista professionista

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