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Sociale, Milanese (Osa): “Per Rsa serve sistema con regia nazionale”

ROMA - "Non è un problema di

Pubblicato:21-04-2017 14:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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Giuseppe Milanese


ROMA – “Non è un problema di assenza in termini numerici, ciò che manca è il sistema di assistenza. Bisogna costruire un sistema con un’unica regia nazionale, con regole chiare che garantiscano uguaglianza tra i cittadini in termini geografici. Non è possibile accettare il ruolo di ultimi della classe”. A parlare è Giuseppe Milanese, presidente della cooperativa Osa e di FederazioneSanità Confcooperative, in merito al rapporto nazionale sulle residenze sanitarie assistite che illustra come, anche se gli investimenti per le Rsa sono in aumento del 15-20%, i posti in Italia sono insufficienti. Il nostro Paese, infatti, è fanalino di coda in Europa.

“Oltretutto in Italia c’è un gradiente enorme tra Nord e Sud: le regioni del Mezzogiorno hanno un decimo dei posti esistenti al Nord. Il gap va sanato- sottolinea il presidente Osa intervistato dall’agenzia Dire- Occorrono regole per l’accreditamento di tutti i soggetti erogatori per assicurare ai soggetti gestori i requisiti di qualità garantiti ai cittadini, altrimenti sarebbero impensabili investimenti seri in questo settore dove, fino ad oggi, abbiamo visto crescere una giungla di erogatori, senza regole e senza la presenza regolatrice dello Stato che è necessaria in un mercato particolare, altrimenti tutto ciò potrebbe esporre i più deboli, in questo caso gli anziani, alle speculazioni più varie”.


“Quindi- prosegue Milanese alla Dire- chiediamo urgentemente una regia nazionale che censisca i bisogni, determini le regole e controlli chi opera. Lasciamo agli erogatori e alle capacità di investimento un’azione controllata dallo Stato. E in questo sistema in cui lo Stato controlla e gli erogatori erogano, ci piacerebbe che i cittadini potessero scegliere la soddisfazione migliore secondo i loro bisogni”.

“La collaborazione tra pubblico e privato è essenziale, determinando i ruoli. Come privati del Terzo settore siamo per natura complementari al sistema pubblico, bisogna però capire le dinamiche, altrimenti non potremmo svolgere le nostre funzioni di sussidarietà. Il sistema pubblico- afferma il presidente- non arriva a coprire tutti i bisogni dei cittadini, occorrerà quindi definirli affinchè il privato possa organizzarsi a coprire dove il pubblico non arriva”.

“Non è la logica del mercato che risolve il problema ma si tratta di un mercato che lo Stato deve controllare e regolare, investendo risorse e spostandole dall’ospedale al territorio, come ormai si dice da troppo tempo. Non attraverso i trasferimenti monetari, che hanno distrutto la costruzione di un sistema. Tutto questo- conclude Milanese- genererebbe una quantità enorme di posti di lavoro. Paradossalmente potremmo dare assistenza ai nonni facendo lavorare i nostri nipoti”.

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