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Regeni, il Consiglio d’Europa chiede all’Egitto il rispetto della convenzione contro la tortura

La dichiarazione è stata presentata stamattina a Strasburgo in una conferenza stampa alla presenza di molti parlamentari sottoscrittori

Pubblicato:21-04-2016 11:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:36

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regeniROMA  – “Il 3 febbraio 2016 Giulio Regeni, 28 enne cittadino italiano, è stato sequestrato, torturato e ucciso al Cairo, dove svolgeva ricerche sui sindacati egiziani per un dottorato a Cambridge. Le autorità italiane, e la comunità accademica europea, hanno chiesto alle autorità egiziane di fare piena luce su quanto avvenuto. Due mesi dopo le risposte sono state reticenti e del tutto insoddisfacenti. Esprimiamo la nostra più ferma condanna di questo gravissimo episodio e la nostra solidarietà ai familiari di Giulio e di ogni vittima di violenza e tortura. Dato che l’Egitto ha sottoscritto la Convenzione contro la tortura e all’art. 52 della sua Costituzione ha dichiarato ‘crimine non soggetto a prescrizione’ la tortura in tutte le sue forme, chiediamo al Governo egiziano di collaborare pienamente all’accertamento della verità sulla morte di Giulio Regni”. Così recita la dichiarazione scritta proposta da Michele Nicoletti, presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, e condivisa dall’intera delegazione, depositata formalmente presso l’Assemblea e sottoscritta da circa cento parlamentari e esponenti di gruppi politici, rappresentanti di molti dei 47 paesi facenti parte del Consiglio d’Europa. La dichiarazione è stata presentata stamattina a Strasburgo in una conferenza stampa alla presenza di molti parlamentari sottoscrittori. Una decisa e doverosa presa di posizione sul caso Regni condivisa non solo dagli Stati dell’Unione Europea, ma anche dalla “grande Europa”. “Invitiamo i nostri Governi- prosegue la dichiarazione- a esercitare ogni pressione perché l’Egitto dimostri un impegno fattivo al rispetto dei diritti umani e a una piena collaborazione internazionale. Solo in questo modo l’Egitto potrà garantire la propria credibilità di Paese sulla via della democrazia e dello Stato di diritto”.

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