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“Ogni uomo è unico, eppure scompare”, la battaglia di Boltanski per non dimenticare nessuno

L'artista a Bologna per il 70esimo della Liberazione, lectio magistralis all'Accademia e 'raccolta' dei battiti del cuore dei cittadini

Pubblicato:21-04-2015 16:03
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:16

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BOLOGNA – Con la sua arte combatte “una grande contraddizione”, quella che vede “ogni persona essere unica, eppure sparire”, tanto che “ognuno dovrebbe avere una biografia di almeno 60 pagine sulla sua vita”. E lo fa archiviando e utilizzando immagini di persone (ne ha più di 150.000), seppur sia convinto che non basti, “perché un artista non dà risposte, pone delle domande”. Christian Boltanski, l’artista francese autore dell’opera “A proposito di Ustica” installata dal 2007 al Museo per la memoria di Ustica, a Bologna, stamane ha parlato così durante la sua lectio magistralis su “L’arte e il futuro della memoria”. Davanti alla platea, gremita, dell’Accademia di Belle arti, ha spiegato il suo tentativo, “sollecitare riflessioni” con opere totalizzanti, nelle quali lo spettatore si fonde. Installazioni spesso enormi, dove anche il clima, il caldo, il freddo, l’odore sono funzionali “non a suscitare un giudizio sulla bellezza o la bruttezza dell’opera, ma almeno a far capire di cosa si tratta”. E allora, anche se le nuove ‘operazioni artistiche’ di Boltanski sono destinate a sparire “a essere distrutte”, ha spiegato, c’è anche un’altra chance, quella che qualcun altro le ricrei, a suo piacimento, come accade per un brano di musica, che può essere reinterpretato anche da chi non lo ha scritto.
Al Museo di Ustica, da anni, c’è la sua installazione che ricorda quella tragedia, ma oggi Boltanski è a Bologna non solo per ricordare il 70esimo anniversario della Liberazione della città (21 aprile 1945), ma anche per andare al Mambo, Museo d’Arte Moderna di Bologna per una visita alla sua opera del 1997 “Les regards”, entrata a far parte della collezione permanente del museo. Un lavoro che l’artista realizzò guardando il Sacrario dei partigiani in Piazza Nettuno, con le foto dei caduti che su quel muro furono attaccate dai cittadini, dopo la Liberazione. Ma non finisce qui. Boltanski è arrivato a Bologna anche per proseguire un altro lavoro, “Les archives du coeur” in corso già da circa sette anni. Una registrazione ‘universale’ e in divenire che oggi conta 60.000 battiti cardiaci di sconosciuti, raccolti in giro per il mondo e archiviati dal 2010 in Giappone, a Teshima. Domani, dalle 10 alle ore 14, e poi fino al 31 maggio, chi lo vorrà potrà registrare i propri battiti cardiaci, per farsi ricordare, per far crescere quella collezione di testimonianze di tante vite, che, appunto, Boltanski non vuole siano dimenticate. Il luogo scelto per registrare non può che essere proprio il Museo per la memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22), che conserva il ricordo di altre vite, spezzate in maniera tragica a inaspettata, il 27 giugno 1980.
di Angela Sannai

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