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Ottant’anni fa nasceva Luigi Tenco, poeta e cantante malinconico

Morto sucida nel 1967. Incise numerosi successi tra cui "Ciao amore ciao"

Pubblicato:21-03-2018 16:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39

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ROMA – Sanremo, 27 gennaio del 1967. Sono da poco passate le 2 di notte quando Dalida trova il corpo senza vita di Luigi Tenco, cantautore, nato in Piemonte ma ligure d’adozione. Tenco ha appena cantato al Festival di Sanremo, il suo ‘Ciao amore ciao’, in coppia con Dalida, non ha conquistato i favori della giuria, al primo giudizio e neanche al momento del ripescaggio. La canzone che sarebbe poi rimasta nella storia della musica italiana, non riuscì neanche a conquistare la serata finale del Festival. Forse troppo per Tenco, già apparso provato prima dell’esibizione, forse stravolto da alcol e farmaci che avrebbe assunto poco prima. Inutile dire quanto troppo presto se ne sia andato, presumibilmente suicida, secondo chi ama l’alone di mistero che rende l’artista quasi ‘maledetto’, ucciso da qualcuno che avrebbe premuto quel grilletto di quella pistola di cui lui stesso era proprietario: va detto che un’inchiesta della Procura di Sanremo nel 2005 ha confermato l’ipotesi del suicidio.

Da allora sono passati 51 anni, ma oggi, 21 marzo 2018 la data più importante: Tenco, che ci ha lasciato giovanissimo, avrebbe compiuto 80 anni.  Nato a Cassine, provincia di Alessandria, il 21 marzo del 1938, si trasferì a 10 anni in Liguria, prima a Nervi e poi a Genova, insieme a mamma Teresa e al fratello Valentino.  Appassionato di musica da sempre, cosa non vissuta benissimo in famiglia (“Fare il musicista non era un lavoro, ce lo immaginavamo ingegnere o professore”, il ricordo di zio Tino), fondò giovanissimo la Jelly Roll Boys Jazz band, con tra gli altri Bruno Lauzi. Poco tempo dopo entra a far parte del Modern Jazz Group, che vedeva fra i componenti un certo Fabrizio De André alla chitarra elettrica.  Nel 1958 segue la costituzione de I Diavoli del Rock, con Gino Paoli alla chitarra (la loro fu una grande amicizia, spezzata poi dalla relazione di Paolo con Stefania Sandrelli).


Altra occasione per Tenco di entrare a contatto con il meglio della musica italiana, quando si trasferisce a Milano, Pensione del Corso, dove alloggiano anche lo stesso Paoli, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi e altri artisti.  L’ ascesa per lui è quasi inevitabile. Primo contratto discografico nel 1959 nel 1961 pubblica il suo primo 45 giri e poi il primo 33 giri, che conteneva successi quali Mi sono innamorato di te e Angela, ma anche Cara maestra che non fu ammessa all’ascolto dalla Commissione per la censura. Saranno in tutto 3 gli album incisi in studio da Tenco, nel 1962 ‘Luigi Tenco’, 1965 ‘Luigi Tenco’ e 1966 ‘Tenco’, ma saranno tantissimi i successi, tra gli altri Mi sono innamorato di te, Vedrai vedrai e Ciao amore Ciao, e infinite le reinterpretazioni dei suoi grandi successi da parte di artisti come Skiantos, Giusy Ferreri, Tiziano Ferro, Mango, Baglioni, La Crus, Ornella Vanoni e via discorrendo.

https://www.youtube.com/watch?v=DAhtAf2NMrE

A conferma di come la musica italiana abbia perso tantissimo con la morte di Tenco. “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita- scrisse in un bigliettino, trovato vicino al suo corpo senza vita, che sembrò confermare la tesi del suicidio- Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi“. Oggi il Club Tenco tiene alto il suo nome, il suo ricordo, con lo scopo di riunire tutti coloro che si propongono di valorizzare la canzone d’autore.

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