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Ingroia: “Io lapidato, indagato perchè denunciai sprechi” Come Berlusconi? “No, ma…”

"Si è messa in piedi un'accusa grottesca nei miei confronti" dice l'ex pm antimafia. Il sequestro? "Lo sapevano prima i giornali"

Pubblicato:21-03-2018 13:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39

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ROMA – “Questo non e’ un caso come gli altri, qui si sta realizzando una indecente lapidazione mediatica che cresce ogni giorno e preannuncia la puntata successiva. Tutto ha avuto inizio quando io denunciato le malefatte nella società che ho amministrato, quel carrozzone mangiasoldi chiamata Sicilia e-Servizi”. L’ex pm Antonio Ingroia respinge in conferenza le accuse che hanno portato all’apertura di un’indagine a suo carico dalla procura di Palermo.

Motivo del contendere: i compensi e i rimborsi percepiti alla guida di Sicilia e-Servizi, la società che si occupa servizi informatici della Regione Siciliana di cui Ingroia è stato prima liquidatore e poi amministratore.

“Da commissario feci pulizia in quella società nata ai tempi di Cuffaro- ricorda Ingroia- e che poi divenne un magna-magna ai tempi di Lombardo: entrambi poi processati e condannati per fatti gravissimi” . Centinaia di milioni in quella società ‘mangiati’ “da sprechi e ruberie. Salvai quella società con un vero e proprio miracolo– aggiunge- salvando posti di lavoro. Da liquidatore diventai amministratore unico, con me ci fu un taglio record delle spese” . 


“SITI SAPEVANO SEQUESTRO BENI PRIMA DI ME, GROTTESCO”

“Venerdì scorso ho scoperto del blocco dei miei beni tramite i siti, in modo grottesco. La notizia già era uscita ancora prima che mi venisse notificato il decreto di sequestro” . Lo dice l’ex pm Antonio Ingroia, in conferenza sull’indagine a suo carico dalla procura di Palermo.

Ero all’aeroporto per andare a Reggio Calabria per svolgere l’avvocato di parte civile di due carabinieri uccisi nel ’94- racconta- e nell’attesa ho consultato un tablet da cui ho appreso la notizia. Sono arrivati due finanzieri trafelati al gate e mi hanno notificato il sequestro. Troppo tardi: lo sapevo già dai giornali. Anche questo lo denuncerò ovviamente nelle sedi competenti della procura di Caltanissetta”.

“IO VITTIMA DI MALAGIUSTIZIA, COME BERLUSCONI? NO, MA…”

“No, non aveva ragione Berlusconi” quando si lamentava di una giustizia ad orologeria, “ma oggi ho ragione io“. L’ex pm Ingroia, oggi indagato per i compensi e i rimborsi percepiti alla guida di Sicilia e-Servizi, respinge le accuse che gli sono state notifiche ma allo stesso tempo prende le distanze da un cavallo di battaglia berlusconiano: la magistratura a comando.

Non è questione di essere giustizialisti o garantisti a tutto tondo- spiega- bisogna essere sia giustizialisti che garantisti, nel senso che occorrono le garanzie e poi che sia assicurata la giustizia. In questo caso non chiedo garantismo, ma giustizia. E’ questo il tema”. Per Ingroia la giustizia dice “che gli innocenti vanno assolti e i colpevoli vanno condannati. Io i colpevoli li avevo denunciati ormai tre anni fa, la Procura di Palermo non fece un bel nulla, non mi ha mai sentito come testimone, ero pronto a portare loro le carte. Il paradosso è che si è messa in piedi un’accusa grottesca di sprechi nei miei confronti”, conclude.

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