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Strage Bologna, Bolognesi: “La verità? Bisogna volerla”

Il quarantennale di Moro? Per Bolognesi "si è dato più spazio ai terroristi che alle commissioni parlamentari"

Pubblicato:21-03-2018 09:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39

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BOLOGNA – “Il nostro stato d’animo? E’ positivo, nel senso che c’è la possibilità di fare un passo avanti per quanto riguarda la verità sulla strage. Certo, bisogna vedere se la verità la si vuole o meno: mi riferisco non tanto a questo processo ma ad altre situazioni, ad esempio nel quarantennale dell’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta”. Sono le parole di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime della strage del 2 agosto, arrivando oggi in Tribunale a Bologna al processo per concorso nella strage nei confronti dell’ex Nar Gilberto Cavallini.

In un Tribunale blindato all’ingresso, è arrivato tra gli altri anche l’avvocato delle parti civili Andrea Speranzoni, oltre alla consigliera comunale Federica Mazzoni, e in aula è presente il procuratore Giuseppe Amato al fianco dei colleghi Antonella Scandellari, Antonello Gustapane e Enrico Cieri. Presenti in aula anche gli altri avvocati di parte civile, Giuseppe Giampaolo, Roberto Nasci e Nicola Brigida, e chiede di costituirsi parte civile anche l’avvocato Armando D’Apote per Rfi. Ci sono inoltre per la difesa gli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini.

Bolognesi, dunque, osserva a margine che sul quarantennale dell’uccisione di Moro e della sua scorta “si è dato più spazio ai terroristi che alle commissioni parlamentari e a tutto quello che ne era venuto fuori, che demolisce completamente il memoriale Morucci ossia la verità che c’è stata per 40 anni”.


Dunque, insiste Bolognesi, “se si vuole fare chiarezza si può anche fare, ma se si fa come si è fatto col quarantennale, con le istituzioni che hanno avallato questa situazione, credo sia molto difficile per tutti arrivare alla verità“.

Completa il presidente: “Ho mandato una lettera alla commissione Moro per invitare il procuratore Pignatone a valutare tutte le possibilità di reato di depistaggio nei confronti dei vertici dell’Aisi, proprio sulla Gladio nera. Per la ricerca della verità bisogna smascherare gli organi coperti dello Stato che hanno operato in maniera illegale, anche relativamente alla strage di Bologna”. Secondo Bolognesi, dal processo al via oggi si possono aprire scenari anche sul filone relativo ai mandanti del 2 agosto, avocato dalla Procura generale: “Da qui si possono trovare spunti da poter inserire nell’altro possibile processo, che ci sarà tra due anni o non so quando”.

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