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Bologna, un robot in ospedale per capire le emozioni dei bimbi

[video mp4="https://media.dire.it/2017/03/robot.mp4" poster="https://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/03/robot.jpeg"][/video] BOLOGNA - Un robot per amico, a cui raccontare tutta la paura e la tristezza che

Pubblicato:21-03-2017 18:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:02

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BOLOGNA – Un robot per amico, a cui raccontare tutta la paura e la tristezza che non si osa dire ai propri genitori o ai medici. Sarà la nuova, preziosa compagnia dei bambini ricoverati in Pediatria al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Il piccolo robot umanoide, che sembra uscito dalla pagine di Isaac Asimov, si chiama Nao, ma è stato ribattezzato Marino come il mecenate Marino Golinelli, che insieme alla moglie Paola lo ha donato all’unità operativa diretta da Andrea Pession.

Il robot, prodotto dalla francese Aldebaran robotics, è alto 60 centimetri e pesa poco più di quattro chili. E’ dotato di telecamere, microfoni, altoparlanti, sensori tattili e un giroscopio per l’equilibrio, che gli consentono di camminare, cadere, alzarsi, sedersi e ballare, ma soprattutto rispondere alle domande dei bambini. Marino, infatti, è programmato per restare da solo con i piccoli pazienti e interagire con loro, fare domande e registrare le risposte, in modo da aiutare i medici a capire le loro emozioni più profonde, in particolare nei bambini alle prese con le cure oncologiche.

Il robot, proprio per le sue caratteristiche, li aiuterà a riconoscere e accettare sentimenti come rabbia, tristezza o paura, che spesso vengono bloccati dal timore del bambino di essere rifiutato dall’adulto, in un momento delicato come quello vissuto in ospedale. Marino è stato presentato questa mattina al Sant’Orsola, alla presenza della famiglia Golinelli, insieme alla direttrice del Policlinico Antonella Messori, al rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini e all’equipe che sarà coinvolta nel progetto. Si tratta infatti di una ricerca innovativa.


In ambiente ospedaliero, i robot come Nao finora sono stati pensati a scopo educativo oppure ludico, ad esempio per ridurre la paura prima di esami invasivi o dolorosi. In questo caso, Marino sarà utilizzato per valutare il riconoscimento delle emozioni nei piccoli pazienti oncologici, mettendo poi a confronto i risultati con quelli di altri due gruppi: da un lato bambini malati cronici non oncologici, dall’altro coetanei sani.

Il progetto, ideato dalla dottoressa Dorella Scarponi, durerà un anno e coinvolgerà 60 bambini in tutto, 20 per ogni gruppo. In ogni seduta (individuale), Marino esprimerà le principali emozioni, sia positive che negative, e chiederà al bambino di riconoscerle e nominarle. In caso di errore, il robot mimerà al bambino l’emozione ‘sbagliata’ per fargli notare le differenze. Marino registrerà tutto e dopo tre mesi il test sarà ripetuto. “Sono un uomo fortunato- commenta Golinelli, vicino al ‘suo’ piccolo robot- il merito è tutto di mia moglie Paola, che ha portato avanti questa iniziativa”.

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