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Renzi attacca Grillo: “Noi pratichiamo la democrazia, non ci affidiamo al ‘Sacro Blog'”

ROMA - "Vorrei ringraziare le donne e gli uomini che stanno discutendo

Pubblicato:21-03-2017 11:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:02

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ROMA – “Vorrei ringraziare le donne e gli uomini che stanno discutendo e poi votando al congresso del PD. Tanta fatica, lo sappiamo. Quante polemiche sulle regole. Quanti scontri in direzione, in assemblea. Ma adesso ci sono seimila circoli fatti da persone in carne e ossa che stanno discutendo e poi votano: Emiliano, Orlando, Renzi. Discutono e poi scelgono”, dice Matteo Renzi, nella enews.

“Da Bagnacavallo a San Giorgio a Colonica, da Volpago di Treviso fino a Carpi, da San Martino in Rio che è in provincia di Reggio Emilia fino al circolo PD di San Paolo del Brasile ieri i primi circoli si sono espressi. Noi non facciamo i convegni sulla democrazia per poi affidarci al sacro Blog (su cui ogni giorno ne scopriamo una diversa, peraltro). Noi pratichiamo la democrazia. Mi sa che non siamo rimasti in tantissimi a farlo, ma a noi piace così”, aggiunge Renzi.


Quello di Grillo “è un sistema fantastico”, ironizza Matteo Renzi nella enews a proposito del caso Genova. Renzi aggiunge: “Sostanzialmente lui dice: Noi amiamo la democrazia. Amiamo talmente tanto la democrazia che se vince quello che piace a noi bene, se vince quello che a noi non piace si rivota un’altra volta espellendo il candidato sgradito. Noi del PD – che siamo notoriamente insensibili alla nobiltà della democrazia dell’algoritmo in salsa Casaleggio – gridiamo allo scandalo, ma ci saranno sempre un Di Maio o una Taverna pronti nella loro infinita bontà a spiegarci ciò che noi non arriviamo a capire, perché siamo menti limitate. La nostra solidarietà ai militanti Cinque Stelle eletti e cacciati da Grillo“.

L’ex premier ribadisce: “Se il candidato eletto liberamente non piace a Grillo, ahi ahi signora Longari: il candidato stesso non è candidato, perché viene espulso o costretto a dimettersi. Sulla base della parola di Beppe: “Fidatevi di me”. Genova insegna. Ma in passato anche Milano, Monza e potremmo citare altri casi“.

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