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Migranti, piano Ue-Turchia ancora non decolla

A creare problemi, oltre alle partenze che continuano, e' la carenza del personale necessario a condurre le operazioni

Pubblicato:21-03-2016 16:06
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:26

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Migranti TendoneROMA – Sulla carta dovrebbe essere attivo e funzionante, ma nella pratica regna ancora la confusione su quando e come si potra’ effettivamente riuscire a mettere in atto l’accordo tra Ue e Turchia per bloccare il flusso di migranti in arrivo attraverso l’Egeo. Dall’ufficiale entrata in vigore, domenica, dell’accordo che avrebbe dovuto bloccare gli arrivi di migranti, oltre 1.500 persone sono sbarcate sulle coste greche, mentre si sta ancora cercando il personale necessario per trattare le domande di asilo e gestire le operazioni di ritorno verso la Turchia.

“Siamo coscienti delle difficolta’ e lavoriamo 24 ore al giorno, sette giorni su sette, per assicurare che venga fatto tutto quello che deve essere fatto perche’ questo accordo funzioni presto”, commenta il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas. “La Commissione fara’ tutto il possibile per fare si’ che questo accordo sia messo in pratica sul terreno”, promette, ricordando le parole del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker che, al momento della firma dell’accordo, aveva parlato di uno sforzo “erculeo” da compiere per rendere funzionante l’intesa.

Ad evidenziare le difficolta’ e’ anche il premier greco, Alexis Tsipras, che oggi ad Atene ha incontrato il commissario europeo per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos proprio per lavorare sui dettagli del piano. “Dobbiamo fare uno sforzo arduo perche’ la messa in atto di questo accordo non sara’ una cosa facile”, ha ammesso Tsipras, che a Bruxelles ha chiesto soprattutto di aumentare la pressione su Ankara affinche’ questa compia maggiori sforzi nella lotta contro la rete di trafficanti che porta i migranti dalle coste turche a quelle elleniche. “Purtroppo ieri c’e’ stato un grande numero di arrivi, circa 1.500”, ha ricordato Tsipras, avvertendo: “Se non ci sara’ una riduzione dei flussi non saremo in grado di evacuare con successo le isole cosi’ che il piano possa iniziare ad essere messo in atto con successo”.


A creare problemi, oltre alle partenze che continuano, e’ la carenza del personale necessario a condurre le operazioni.

Secondo i piani della Commissione servirebbero in tutto circa 4 mila persone messe tra interpreti, ufficiali per valutare le richieste di asilo dei migranti ed eventuali ricorsi, personale per assistere alle operazioni di ritorno e forze di polizia per la sicurezza. Frontex ha chiesto agli Stati membri di mettere a disposizione 1.500 ufficiali di polizia e 50 esperti per riammissioni e ritorni. “Finora – annuncia il portavoce della Commissione europea – venti Stati membri hanno dato dettagliate indicazioni sui loro contributi”. Si tratta in particolare di Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia, ma “anche tutti gli altri hanno mostrato la volonta’ di impegnarsi”, assicura Schinas. Berlino e Parigi si sono impegnati a mettere a disposizione, ciascuna, 100 persone per i processi di asilo e 200 poliziotti.

C’e’ poi da regolare tutta la questione legislativa. Perche’ l’accordo possa funzionare, la Grecia deve modificare la sua legislazione per certificare che la Turchia rientra tra i paesi terzi considerati sicuri, quelli in cui i migranti possono essere rimandati. Proprio in queste ore gli esperti della Commissione europea sono ad Atene per tentare di aiutare il governo a velocizzare le pratiche legislative. La speranza e’ di arrivare ad emendare la legislazione greca entro il 28 marzo. Prima i ritorni verso la Turchia non saranno consentiti. Dall’altro lato, intanto, anche Ankara deve mettere mano al suo ordinamento per assicurare le necessarie tutele ai migranti siriani a cui, ad oggi, non viene garantito lo status di rifugiato. Il governo turco ha assicurato che provvedera’, ma la pratica resta ancora da vedere.

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