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VIDEO | Musica, Tommaso primo con ‘3103’ alla ricerca di una nuova umanità

https://youtu.be/07yqOneCW04 NAPOLI - Essere qui e ora per provare a raccontare e, all’occorrenza, denunciare tutto quello che nel mondo sembra non

Pubblicato:21-02-2019 13:51
Ultimo aggiornamento:21-02-2019 13:51

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NAPOLI – Essere qui e ora per provare a raccontare e, all’occorrenza, denunciare tutto quello che nel mondo sembra non funzionare. Ognuno con le proprie “armi”, ognuno con il proprio talento. Tommaso Primo, giovane cantautore napoletano, ha scelto gli strumenti a lui più congeniali: parole, note e tanta, tanta ironia. Il risultato è un album, ‘3103’, dove ambientalismo, denuncia sociale e critica al consumismo sfrenato, si mescolano. Il risultato? Un lavoro variegato: ogni singolo ha una sonorità diversa, godibile, orecchiabile ma, categoricamente, da ascoltare dalla prima all’ultima parola.

“Volevo creare questo concept album, come si faceva negli anni ’70, anche per sfidare un po’ quella che è la fruibilità della musica contemporanea a cui viene dato un abito usa e getta”, confessa Tommaso Primo alla Dire. “Volevo portare l’ascoltatore a ragionare e far capire che l’arte, la musica, non è soltanto business ma è anche urlo verso il potere. È un qualcosa che cerca di sgambettare il potere”.


Più in particolare con ‘3103’ l’autore racconta “il viaggio dell’umanità, in uno scenario post apocalittico, dopo che ha distrutto tutto quello che di bello c’è in natura. Un viaggio nello spazio e nell’infinito dove immagino l’universo un po’ come una grande Salerno-Reggio Calabria probabilmente dove sai da dove parti ma non sai dove vai a finire”.

Dieci tracce, tutte con un proprio genere musicale, “per osannare la diversità in un periodo – prosegue il giovane cantautore – dove, politicamente e socialmente, il diverso viene un po’ messo alle strette”. Proprio come accaduto a Mahmood dopo la vittoria all’ultimo festival di Sanremo. Critiche e maldicenze dette senza pensare, sottolinea Tommaso Primo, che si “tratta di ragazzo che porta della musica nuova arrangiata tra l’altro da Charlie Charles, un giovane di 21 anni che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di questa Italia. I giovani lo hanno capito, i vecchi non ancora. Non si può parlare di nazionalità quando si parla di musica. Stiamo facendo dei passi indietro verso il Medioevo. È una bruttissima figura che la politica, perché la cosa è partita da certa politica, sta facendo agli occhi dell’Europa e del mondo”.

È un impegno a tutto tondo quello che si è dato Tommaso Primo perché pensa “sia dovere dell’arte e degli artisti incominciare a porsi delle domande e aprire nuove strade di discussione e di denuncia. Anche se lo fai in maniera diversa, con un disco ironico e di canzoni leggere come ‘3103’”.

Oggi, conclude l’artista, l’umanità ha bisogno di nuovi eroi ma non quelli con i superpoteri. In questo momento storico “i nuovi eroi sono le persone semplici, sono quelle che vivono tutto il giorno in direzione ostinata e contraria”. Quelle, insomma, capaci di ripensare la propria vita in un “concetto di comunità” tralasciando anche solo per un momento l’affermazione a qualunque costo del proprio Io.

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