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Trieste e la bora che fischia, anche a più di 120 km orari. Così si vive controvento

I triestini la sopportano di buon grado per i primi tre giorni. Al quarto, cominciano a essere stanchi

Pubblicato:21-02-2018 15:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:30
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TRIESTE – A Trieste è di casa ed è uno dei suoi simboli ma quando la bora irrompe con le sue raffiche sferzanti è sempre come se fosse la prima volta.

I sentimenti dei triestini verso questo vento orientale che interessa il medio e alto Adriatico ma anche la Slovenia sudoccidentale e la pianura friulana orientale sono controversi: la si ama e si sopporta i primi giorni della sua comparsa quando i più temerari si avventurano in passeggiate da brivido lungo il molo Audace sul mare per scattare qualche foto suggestiva delle onde increspate o sulle rive cittadine per immortalare la città spazzata dalle forti raffiche. Già verso il quarto, quinto giorno (sì, la Bora può durare anche una settimana) la popolazione di Trieste inizia a spazientirsi smaniosa di darle l’arrivederci. Fino alla volta successiva, si intende.

BORA CHIARA E BORA SCURA

Succede proprio in questi giorni: le previsioni di Osmer Fvg segnalano che le raffiche potranno raggiungere i 120 chilometri orari dunque saranno molto forti e violente. Ma sono proprio le sventolate che solo la Bora è in grado di “regalare” a rendere famosa la città di Trieste ma occorre distinguere tra la cosiddetta bora chiara (o anticiclonica) che si presenta con valori di pressione al suolo sopra la media e con cielo prevalentemente sereno e in assenza di precipitazioni e la bora scura che si presenta, invece, associata ad una bassa pressione al suolo centrata tra il mar Tirreno e la penisola italiana ed è caratterizzata da precipitazioni, che d’inverno possono essere anche nevose, qualora le temperature lo permettano.


E’ UN VENTO “DI CADUTA”

Tecnicamente, si legge sul sito dell’Arpa del Friuli Venezia Giulia “la bora è un vento catabatico, cioè di caduta, in quanto l’orografia costiera favorisce la rapida discesa del vento dalle alture interne verso il mare e tale caratteristica ne determina anche l’andamento turbolento, cioè con raffiche molto superiori alla velocità media oraria. La direzione di provenienza prevalente- si legge ancora- è Est-Nord-Est con oscillazioni locali dovute all’orientamento delle valli in prossimità della costa adriatica”.

Ma quando compare precisamente la bora? Nei mesi più freddi (segnale che in questo periodo dell’inverno siamo ancora dentro) e più raramente nel periodo estivo.

IN UN ANNO? IN MEDIA LA BORA SOFFIA PER 17 GIORNI

Una curiosità: a Trieste si hanno mediamente 17 giorni all’anno con bora forte (ossia con raffiche superiori ai 90 chilometri all’ora) ma c’è tuttavia una grande variabilità con anni in cui si hanno solo una o due giornate di Bora forte (come è accaduto nel 2000) e altri con più di 30 giorni (è capitato nel 2012 e 2015).

IL RECORD DEL 2012: 168 KM ORARI

Alcuni episodi significativi, sempre riportati dall’Arpa regionale, ricordano quello di febbraio 2012 quando a Trieste “la stazione di Molo Fratelli Bandiera ha registrato la raffica record di 168 chilometri orari ma anche quando il 18 gennaio 2017 la velocità media giornaliera è stata di 86 chilometri orari, la più alta dal 1995. Raffiche, invece, con velocità di 148 chilometri orari sono comuni a Trieste e ne sono state registrate diverse negli ultimi anni”.

GIARDINI CHIUSI, TEGOLE CHE CADONO

Cosa succede nella quotidianità in città quando la bora non dà tregua? Innanzitutto il Comune chiude i giardini pubblici per ragioni di sicurezza per un periodo di almeno tre giornate consecutive proprio a causa dell’insistenza del vento che può causare forti disagi anche alle operazioni in Porto. Sono solitamente giornate di super lavoro per i Vigili del fuoco, Polizia e 118 a causa delle numerose telefonate in seguito alla caduta di tegole dai tetti (nei casi più sfortunati anche sui cofani delle auto sottostanti), calcinacci, rami (anche alberi interi sono stati abbattuti negli anni passati) e grondaie pericolanti.

BIDONI RIBALTATI E IN GIRO PER LE STRADE

La bora non guarda in faccia nessuno e puntualmente la Polizia locale raccomanda la massima prudenza riferendosi specialmente ai residenti anziani che potrebbero essere scaraventati a terra dalle raffiche. Bora significa anche tempi duri per i bidoni delle immondizie che vengono ribaltati e trascinati in mezzo alla carreggiata trasformandosi in un vero e proprio pericolo per le auto circolanti costrette ad improbabili slalom. Danni anche per gli scooter parcheggiati che puntualmente finiscono rovinosamente a terra. Per non parlare delle vele strappate dalle raffiche e gli scafi danneggiati delle imbarcazioni ormeggiate che si urtano inevitabilmente tra di loro.

PURE COLLEGAMENTI VIA MARE INTERROTTI

I collegamenti marittimi, poi, vengono sospesi e può verificarsi il mancato svuotamento dei cassonetti delle immondizie, alcuni dei quali vengono sigillati di modo che le violenti raffiche non abbiano la meglio.

IN CENTRO C’E’ “VIA DELLA BORA”

Un’ultima chicca: a Trieste c’è anche la via della Bora nel cuore di Cittavecchia e tanti proverbi in dialetto. Giusto per citarne uno: “Bora che sbaia xe fogo de paia; Bora scura poco la dura; Bora a trati xe quela che bati“: tradotto in italiano “Bora che sbaglia fuoco di paglia, Bora scura poco dura, Bora a tratti è quella che batte”.

di Elisabetta Batic, giornalista

(Alcune foto sono tratte dal sito andreapierini.it)



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