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Etiopia, Volpi (Amref): “Le donne sono al centro del cambiamento”

https://www.youtube.com/watch?v=st5t2_Zh7C4 ROMA - "In Etiopia nell'ultimo anno abbiamo assistito a cambiamenti sorprendenti. E' stato eletto un nuovo primo ministro che ha

Pubblicato:20-12-2018 13:05
Ultimo aggiornamento:20-12-2018 13:05

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ROMA – “In Etiopia nell’ultimo anno abbiamo assistito a cambiamenti sorprendenti. E’ stato eletto un nuovo primo ministro che ha iniziato ad attuare riforme importanti anche rispetto alla liberta’ di espressione, e questo lo posso testimoniare. Le persone possono confrontarsi sulla politica o altre questioni come l’empowerment di genere, la liberta’, e cosi’ via”. A parlare, in un’intervista per l’agenzia ‘Dire’, e’ Marta Volpi, operatrice Amref Health Africa – Italia, residente ad Addis Abeba.

L’intervista giunge a poche settimane da una serie di riforme e accordi che fanno sperare in una svolta nel Paese. “I cambiamenti hanno riguardato in particolare la posizione della donna” dice Volpi. “Il primo ministro Abiy Ahmed ha assegnato il 50 per cento dei ministeri alle donne e per la prima volta il presidente della Repubblica e’ donna, cosi’ come quello della Corte suprema. È un grosso segnale da parte del governo nel migliorare la posizione nella societa’ che e’ prettamente patriarcale”.


In questo processo, assicura Volpi, “gli uomini vengono coinvolti”. “Ovviamente ci sono resistenze, perche’ e’ un grosso passo a livello culturale. Le organizzazioni internazionali stanno compiendo un grande sforzo per renderli protagonisti”. Quanto alle donne, “e’ presto per dire cosa ne pensino, tuttavia si stanno sviluppando movimenti che cercano di crearsi spazi di confronto sui temi piu’ urgenti, come quello delle disuguaglianze”.

D’altronde, secondo dati della Banca mondiale, un terzo dei 102 milioni di abitanti dell’Etiopia vive al di sotto della soglia di poverta’. Secondo Volpi, “la pace con l’Eritrea e anche in altre zone del Corno d’Africa ha fatto si’ che la situazione si stia normalizzando, ma permangono ancora i conflitti interetnici, principalmente nelle regioni di Oromia e Gambella”. Questo causa sfollati interni, sottolinea l’operatrice di Amref: “A Gambella ci sono 400mila rifugiati a fronte di una popolazione di 400mila persone. Questo da’ l’idea di come gli equilibri vengano turbati all’interno di una regione che presenta gia’ uno sviluppo basso”.

A causare spostamenti di persone sono anche i cambiamenti climatici, come la siccita’. “Non va dimenticato che, dopo l’Uganda, l’Etiopia e’ il Paese che accoglie piu’ migranti dai Paesi vicini. Si tratta di 900mila o un milione di persone che restano anche per lungo tempo, quindi il governo sta pensando a sistemi per integrare queste persone”. Poi c’e’ Amref. Come altre organizzazioni, spiega Volpi, “interviene per dare servizi di base alla popolazione. Si concentra soprattutto sulle comunita’ ospitanti: accesso all’acqua e alla salute, e l’introduzione di buone pratiche igienico-sanitarie”. A livello ‘mediatico’ poi, l’ong e’ capofila di ‘Voci di confine – La migrazione e’ una bella storia’, una campagna di comunicazione finanziata dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

“L’obiettivo – spiega Volpi – e’ raccontare l’Africa e le migrazioni in modo diverso, attraverso dati e storie personali. Noi abbiamo scelto di parlare dell’Etiopia perche’ non solo e’ un Paese da cui i migranti provengono, ma che accoglie. E’ un grande esempio anche per l’Italia, per capire che i Paesi africani non sono solo fonte di problemi, ma che anzi sanno risolvere molti dei loro problemi”.

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