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Ilva, l’ultimatum di Calenda e la rabbia di Emiliano: “Ha avuto una crisi isterica”

  ROMA - Il presidente della Regione Puglia Michele

Pubblicato:20-12-2017 13:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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ROMA – Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci non ritireranno il ricorso al Tar sul piano ambientale Ilva. Lo annuncia l termine della riunione su Ilva al Mise il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che aggiunge: “Non si ritira ricorso, da qui non vado avanti. Se viene accolta la sospensiva da parte del Tar il 9 gennaio si spengono gli impianti, se tolgono la sospensiva parte invece la copertura dei parchi minerari”.


Emiliano e Melucci “si assumano le loro responsabilità”, prosegue Calenda. “Non posso far assumere al governo un rischio da oltre 2 miliardi“, aggiunge riferendosi alle garanzie che lo stato dovrebbe dare all’inveatitore AM Investco visto che, anche in caso di ritiro della richiesta della sospensiva cautelare il giudizio di merito “resterebbe come una spada di Damocle sull’investimento”, precisa il ministro.

Una presa di posizione che scatena la rabbia del sindaco di Taranto e del presidente pugliese: per quanto riguarda “la parte più importante del ricorso degli enti locali, l’istanza cautelare, abbiamo dato disponibilità già da oggi a ritirarla” e questo “toglie dal campo l’ostacolo più grande”, dice Rinaldo Melucci lasciando il ministero dello Sviluppo economico.

 

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“Avevamo anticipato che avremmo revocato le richieste cautelari, abbiamo presentato i punti sui quali non eravamo d’accordo, clima positivo da parte di tutti. Poi a un certo punto c’è stato uno scambio di messaggi tra De Vincenti e Calenda e quest’ultimo ha avuto una crisi nervosa, si è alzato, ha fatto un intervento durissimo ed è andato via“. Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, lo dice lasciando il ministeto dello Sviluppo economico dopo il tavolo Ilva di oggi.

“Cosa sia accaduto lo spiegherà lui- insiste Emiliano- è chiaro che il percorso che si era iniziato, e verbalizzato, era assolutamente positivo”. Ma “siccome Calenda è ministro pro tempore e il tavolo si è insediato, a mio giudizio può anche essere autogestito da parte di tutti coloro che vogliono partecipare. La Regione, il Comune, la Provincia, Arcelor Mittal, il sindacato: se abbiamo intenzione di trovare una soluzione, il ministro fa solo da mediatore, noi ci riusciamo anche senza di lui“.

Il presidente della Puglia spiega poi che “Non è affatto vero che il ricorso blocchi alcunché, sono sciocchezze che non so chi le abbia raccontate al ministro“. AM Investco andrebbe via se non venisse ritirato il ricorso al Tar? “Non è vero, ho salutato il rappresentante di Mittal dopo la sua sceneggiata”, dice Emiliano riferendosi a Calenda, “gli ho stretto la mano dopo che il ministro era andato via, dopo la sua crisi isterica, e ci siamo riproposti di rivederci al più presto. Quindi quello che dice ministro da mio punto di vista non è vero”.

Al centro dello scontro c’è il decreto della presidenza del consiglio dei ministri che stabilisce la proroga, fino al 2023, degli interventi per la messa in sicurezza ambientale dell’impianto, compresa la copertura dei parchi minerari. Secondo il presidente Emiliano “il DPCM rinvia senza ragione e senza dare giustificazione, l’adempimento già previsto dall’AIA in moltissime prescrizioni ambientali. Come è noto dal punto di vista giuridico è impossibile prorogare un termine già scaduto con un atto amministrativo”.

 

CALENDA: DICHIARAZIONI EMILIANO SCOMPOSTE, NON VOLEVA ACCORDO

“Non entro nel merito delle solite dichiarazioni scomposte del presidente Emiliano su di me. Preciso però che l’unico sms che ho ricevuto nel corso della riunione veniva proprio da Emiliano ed era il seguente: ‘Dobbiamo chiedere formalmente di riaprire il riesame aia nelle sedi opportune .. ministero ambiente con autorità competenti, tra cui regione prov comune, e poi travasare gli esiti nel piano industriale.. altrimenti aria fritta.. questa riunione di oggi nn può superare le norme vigenti che attengono l’aia’. Se seguissimo la linea indicata dal Governatore dovremmo annullare il Piano Ambientale, ovvero lo stesso effetto dell’accoglimento del ricorso al TAR. E’ del tutto evidente come il Governatore, nonostante gli impegni presi su anticipo copertura parchi, danno sanitario e bonifiche avesse già maturato l’intenzione di non raggiungere alcun accordo al tavolo”. E’ quanto dichiara il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ribattendo al presidente della Regione Puglia che lo aveva accusato di reazioni “isteriche” dopo un sms “da De Vincenti”, Claudio, ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno.

La disponibilità al ritiro della sola richiesta di sospensiva non basta- conclude Emiliano- perché, come spiegato al tavolo, manterrebbe il rischio per l’investitore di perdere tutti gli investimenti effettuati fino all’esito del ricorso”.

 

 

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