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Agricoltura, la Cia compie 40 anni. Scanavino: “Avanti ancora più forti”

Il presidente Scanavino: "Ora avanti per un imprenditore agricolo sempre più protagonista"

Pubblicato:20-12-2017 14:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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ROMA – Ripercorrere la storia di Cia-Agricoltori Italiani significa raccontare la storia di 40 anni di sfide, successi e battaglie dell’agricoltura italiana, ma anche l’evoluzione del nostro Paese, vista con gli occhi di chi si è impegnato da protagonista per l’emancipazione del ruolo dell’imprenditore agricolo, sostenendo i valori di autonomia, solidarietà, rispetto dell’ambiente, progresso e dignità del lavoro.

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A metà degli anni Settanta l’Alleanza dei contadini, insieme alla Federmezzadri e all’Unione coltivatori italiani, danno vita ad un processo di riconfigurazione della rappresentanza in agricoltura. Con la Costituente contadina nel dicembre del 1977 si promuove la nascita della Confederazione italiana coltivatori (Cic).


Per tutti gli anni Ottanta, la Cic, sotto la guida di Giuseppe Avolio, si è caratterizzata per parole d’ordine: “valorizzare l’impresa senza punire la proprietà”, “produrre meno produrre meglio“, “dalla protezione alla competizione”, che la distinguono sempre più dal resto del mondo agricolo. Nel 1982, viene approvata la legge 203 sui contratti agrari – L’affitto e il ruolo delle Organizzazioni Agricole. Nel 1985 la Confederazione inaugura una sede a Bruxelles legittimando, così, il proprio ruolo europeo. Nel 1992 la Confederazione italiana coltivatori evolve in Confederazione italiana agricoltori (Cia) per rappresentare la nuova figura del produttore che non è più “contadino” ma imprenditore della terra.

Sono state tante le azioni politiche e le battaglie sindacali in sede comunitaria come, per citarne una delle più simboliche, la Manifestazione del 18 marzo 1995 ‘Rompiamo le catene della burocrazia’. Nel 2001, con il decreto legislativo n. 228/01, si definisce giuridicamente la figura del moderno imprenditore agricolo. Il decreto legislativo n. 99 del 2004 ha dato ancor più enfasi all’aspetto professionale dell’attività agricola. Nel 2010, la Cia presenta la Carta di Matera. All’inizio del 2013, Cia, Confagricoltura, Fedagri, Legacoop agroalimentare, e Agci-Agrital, decidono di proporsi come un unico interlocutore politico. Nasce ‘Agrinsieme’.

Nel 2014, la Cia svolge un ciclo di approfondimenti tematici da cui ha tratto ispirazione il documento ‘Territorio come destino’ che si pone l’obiettivo di rovesciare il tradizionale rapporto tra città-campagna e l’agricoltura facendone assumere una dimensione multideale. I risultati dell’esperienza del ‘Territorio come destino’, hanno rappresentato il contributo della Cia alla definizione della Carta di Milano. Il manifesto conclusivo dell’Esposizione universale svoltasi a Milano dal primo maggio al 31 ottobre 2015. Sei mesi di iniziative, proposte, ed eventi che hanno sostanziato il progetto complessivo CiainExpo costruito su quattro assi fondamentali: la biodiversità, la cooperazione internazionale, l’affermazione di un agricoltura multiruolo, l’esaltazione delle identità per costruire una rete mondiale che si pone in alterativa alla globalizzazione intesa come omologazione.

DINO SCANAVINO: “AVANTI, ANCORA PIU’ FORTI”

 

“Un percorso lungo, una strada di successi e una crescita costante. Sono migliorate le condizioni degli agricoltori e la Cia ha una presenza sempre più capillare sul territorio, per rispondere ‘da vicino’ alle esigenze degli imprenditori”. Dino Scanavino, presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia), lo dice salutando i 40 anni dell’associazione agricola che cadono giusto oggi, lo stesso giorno della sua costituzione nel 1977. Sono infatti trascorsi 40 anni da quando l’Alleanza Contadini, insieme alla Federmezzadri e all’Uci, l’Unione coltivatori italiani costituirono la Confederazione italiana coltivatori (Cic). “Una grande organizzazione che ha cambiato nel corso degli anni la sua denominazione in Cia-Confederazione italiana agricoltori, fino all’attuale Cia-Agricoltori Italiani- spiega Scanavino- un’evoluzione non solo nominale, ma dettata dalla storia dell’agricoltura italiana, per rispondere al diverso ruolo che l’imprenditore agricolo ha conquistato nel tessuto socio-economico dell’Italia”. Una metamorfosi alla quale “ha contribuito in modo sostanziale l’azione della Cia, sotto le presidenze di Giuseppe Avolio, Massimo Pacetti e Giuseppe Politi”, ricorda l’attuale presidente della confederazione.

Le idee e le proposte che in questi 40 anni sono state portate avanti “dimostrano che la Cia non sbagliava“, prosegue Dino Scanavino, presidente della Cia, “‘Valorizzare l’impresa senza punire la proprietà‘, ‘Produrre meno produrre meglio’, ‘Dalla protezione alla competizione’, ‘La nostra qualità è la vostra sicurezza’ e anche ‘Il territorio come destino’, sono slogan che la Confederazione ha riempito di contenuti e, soprattutto, di sostanza”, sottolinea. “L’autonomia compiuta, dai Partiti e dai Governi, ha consentito alla Cia di fare gli interessi esclusivi degli agricoltori e questo è un valore che oggi viene universalmente riconosciuto- aggiunge Scanavino-. La lungimiranza di vedere prima quello che accadrà domani, partendo da valori solidi e non negoziabili: la solidarietà, la giustizia, il rispetto dell’ambiente e la ricerca dello sviluppo”.

La Cia-Agricoltori Italiani “è un’organizzazione aperta e inclusiva per vocazione, europeista, pronta a cooperare nel mondo, collaborando con le realtà che si affacciano sul Mediterraneo”, dice Scanavino, “adesso la Cia si caratterizza per la parola d’ordine ‘Diamo Valore alla Terra’, che vuol dire valorizzare chi dalla terra crea produzioni, ricchezza, servizi e paesaggio“, una Cia-Agricoltori Italiani “ancora più forte per un imprenditore agricolo sempre più protagonista”. Una storia, quella della Cia-Agricoltori Italiani, che si connette direttamente con le vicende nei campi dagli anni Settanta al 2017. E che da qui vuole continuare per i prossimi 40 anni.

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