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Italia verso bando cotton-fioc; Cina rimuove bando carne italiana; Fattura energetica su a 34,4 mld

Edizione del 20 dicembre 2017

Pubblicato:20-12-2017 13:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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ITALIA VERSO BANDO COTTON-FIOC E MICROPLASTICHE

L’Italia si avvia diventare il primo Paese al mondo a mettere al bando i cotton-fioc non biodegradabili e le microplastiche contenute nei cosmetici, due gravi minacce alla fauna marina e anche alla nostra salute, visto che entrano nella catena alimentare umana. La commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato l’emendamento alla legge di Bilancio a prima firma Ermete Realacci che sancisce dal 2019 lo stop ai cotton-fioc non biodegradabili e introduce dal 2020 il divieto di utilizzare microplastiche nei cosmetici. La norma prevede l’obbligo di utilizzare bastoncini in materiale biodegradabile e compostabile vietando la produzione e la vendita di quelli con supporti in plastica. Lo stesso emendamento introduce anche il divieto di mettere in commercio cosmetici contenenti microplastiche allo scopo di evitare che queste finiscano in mare.

LA CINA RIMUOVE BANDO SULLA CARNE BOVINA ITALIANA

Dopo oltre 16 anni la Cina ha rimosso il bando sulla carne bovina italiana: l’annuncio arriva a conclusione dei lavori del Comitato Governativo Italia-Cina. I due Paesi potranno ora concordare un protocollo sui requisiti sanitari per l’esportazione verso la Cina di carne disossata di bovini con meno di 30 mesi. “È un risultato strategico del grande lavoro che abbiamo fatto in questi anni insieme al ministero della Salute e alla nostra ambasciata- dice il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina- Dopo lo sblocco sulle carni suine dello scorso anno e delle arance di inizio 2017 superiamo un altro ostacolo storico”.


WWF, 16 SPECIE RISCHIANO DI NON VEDERE NATALE 2018

Vaquita (si pronuncia: vakita) e leopardo dell’Amur sono due specie che rischiano di non vedere il Natale 2018 per il numero esiguo a cui sono ridotte le loro popolazioni. L’allarme arriva dal Wwf con una Mappa dell’estinzione che riporta altre 14 specie scelte tra le tante a rischio, tra vertebrati, coralli e piante, specie sul baratro per i pericoli legati alla capacita’ distruttiva di alcune attivita’ umane in molti angoli del pianeta. È gia’ accaduto nel recente passato per alcune specie diventate quindi simbolo della capacita’ distruttiva dell’uomo: il lupo della Tasmania, lo stambecco dei Pirenei, la tigre caucasica, il rinoceronte nero dell’Africa occidentale, il leopardo di Zanzibar, sono stati spazzati via da bracconaggio, dal prelievo intensivo o dalla distruzione del loro habitat.

GALLETTI: TRAFFICO SPECIE PROTETTE VALE 8-20 MLD

In campo ambientale siamo in presenza di gravi attivita’ illecite, peraltro crescenti. Molte specie protette, sia animali che vegetali, sono oggetto di traffico illegale. Una valutazione precisa del volume dei profitti per le organizzazioni criminali e’ molto difficile: le stime piu’ affidabili quantificano i profitti tra gli 8 ed i 20 miliardi l’anno. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti alla presentazione del calendario Cites 2018. Il traffico di specie protette, o loro parti, è una delle prime fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali, insieme alla prostituzione e al traffico delle armi e della droga, avverte Galletti.

DOPO 6 ANNI FATTURA ENERGETICA RISALE A 34,4 MLD

L’andamento delle quotazioni delle diverse fonti di energia ha comportato per il 2017 un aumento della fattura energetica italiana passata dai 27,7 miliardi del 2016 a 34,4 miliardi (+2,4%), 6,7 miliardi in piu’ rispetto al 2016 ma decisamente inferiore al picco del 2011, per un peso sul Pil intorno al 2%. Si tratta del primo aumento da 6 anni a questa parte, su valori del 2015. Questi i dati diffusi dall’Unione petrolifera presentando il Preconsuntivo 2017. Gli aumenti dei greggi fanno salire sia la bolletta energetica che petrolifera – spiega Claudio Spinaci, presidente Up – comunque tra le più basse degli ultimi 15 anni, infatti l’aumento non ha prodotto effetti inflattivi significativi ne’ ha limitato la crescita del Pil nell’anno.

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