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Siria, offensiva governativa su Aleppo: è esodo di civili, forse 70mila persone in fuga

A denunciarlo è Zaidun Zubi presidente dell'Unione siriana delle organizzazioni per il soccorso umanitario, di ritorno da un sopralluogo nella zona, secondo cui tra loro ci sono anziani, donne e bambini provenienti dai villaggi a sud della città

Pubblicato:20-10-2015 10:36
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:39

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Sono decine di migliaia, forse addirittura 70.000 le persone in fuga in seguito all’offensiva congiunta dell’esercito siriano e dei raid russi su Aleppo, parzialmente sotto controllo degli insorti. A denunciarlo è Zaidun Zubi presidente dell’Unione siriana delle organizzazioni per il soccorso umanitario, di ritorno da un sopralluogo nella zona, secondo cui tra loro ci sono anziani, donne e bambini provenienti dai villaggi a sud della città. “Un esodo di massa” lo ha definito il medico in un’intervista esclusiva all’emittente britannica Bbb, secondo cui “la gente e’ terrorizzata, senza aiuti e nessuna form di soccorso medico”, affermando che il numero degli sfollati potra’ aumentare nei prossimi giorni.

profughi siria

Nei giorni scorsi rapporti di stampa avevano riferito dell’arrivo di “migliaia di soldati iraniani” e di centinaia di miliziani sciiti di Hezbollah a sostegno dell’avanzata lealista. Notizie confermate dello stesso leader del ‘partito di Dio’, Sayyed Hasan Nasrallah, che per la prima volta dall’inizio del conflitto ha confermato ufficialmente la presenza di combattenti libanesi in territorio siriano. “Siamo presenti e in forze- ha dichiarato intervenendo al funerale di un ‘martire’ della causa- e siamo ovunque in Siria sia necessario esserci“. Di fatto, quindi, gli insorti si trovano accerchiati a sud dall’avanzata dell’esercito e delle milizie lealiste e a nord dai combattenti del sedicente Stato Islamico (Is). Dal canto suo, Mosca insiste nell’affermare che i raid delle ultime 48 ore sono condotti in larga parte contro posizioni dello Stato islamico: mentre gli altri sono stati messi a segno nelle regioni di Latakia, Hama e Idlib, contro gruppi di qaedisti locali.


E’ in questo contesto che il segretario di Stato americano John Kerry ha ribadito che Washington lavora per evitare “la totale e completa distruzione della Siria” , anticipando che gli Stati Uniti nei prossimi giorni cercheranno di mettere allo stesso tavolo sauditi, turchi e russi. (Dire-Misna)

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