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Tria: “La manovra sarà graduale e garantiremo i conti”

Nel Def ci sarà il reddito di cittadinanza e varrà anche per gli stranieri

Pubblicato:20-09-2018 14:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34

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ROMA – “L’obiettivo del governo è assicurare una graduale realizzazione del contratto di governo, compatibilmente con l’esigenza di garantire i saldi strutturali di finanza pubblica”. Così il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso del Question time al Senato. “Si sta operando con la presidenza del Consiglio nel pieno rispetto delle risoluzioni del Def approvate a giugno dal Parlamento”, aggiunge.

“Def il 27 settembre o entro fine mese”

“La nota di aggiornamento al Def sarà presentata al Parlamento a breve e comunque entro la fine di settembre”. Lo conferma il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso del question time al Senato. Il termine di legge entro il quale il governo deve presentare la Nota di aggiornamento al Def è il 27 settembre.

“Ci saranno pensione e reddito cittadinanza”

Sul reddito e sulla pensione di cittadinanza sono “in corso da tempo approfondimenti tecnici tra le amministrazioni coinvolte sia per la configurazione delle diverse misure sia per la definizione della platea dei beneficiari in linea con le indicazioni del contratto di governo da introdurre nella prossima manovra finanziaria”. Così il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso del Question time al Senato.


“Reddito di cittadinanza anche agli stranieri”

La proposta di reddito di cittadinanza presentata in Parlamento nella scorsa legislatura da M5s prevede che il sostegno vada anche agli stranieri. Lo ricorda il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, rispondendo a una interrogazione di Fdi nel corso del Question time al Senato.

“Oltre agli italiani che versano in condizione di bisogno” il reddito di cittadinanza, secondo il ddl presentato nella scorsa legislatura dal M5s, spiega il ministro Giovanni Tria in Aula al Senato, è rivolto anche agli stranieri. Quella proposta era destinata “anche a residenti di paesi dell’Unione europea sul territorio nazionale e di paesi terzi purchè i rispettivi paesi di origine avessero sottoscritto intese bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia”, dice Tria. Il reddito di inclusione prevede che “il richiedente debba essere cittadino dell’Ue, titolare del diritto di soggiorno o cittadino di paesi terzi con permesso di soggiorno di lungo periodo nell’Unione”, spiega il ministro. Infine il richiedente deve essere “residente in Italia in via continuativa da almeno 2 anni”. Citando alcune sentenze della Consulta, Tria ricorda inoltre che “resta ferma la possibilità di definire altri indici di radicamento territoriale a cui subordinare benefici di welfare nei limiti della non discriminazione”, conclude.

“Pace fiscale non sarà condono”

Il provvedimento di pace fiscale “non significa varare nuovi condoni” ma creare un “fisco amico che favorisca l’estinzione dei debiti”. Un fisco che “aiuti i cittadini in difficoltà” incrementando la “tax compliance”. Così il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso del Question time al Senato. Al momento sono in corso “approfondimenti tecnici alle diverse soluzioni al vaglio e non è possibile fornire una stima di gettito”, sottolinea.

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