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Sanità, Aifi: “Da prevenzione a robotica, fisioterapia è entrata nel futuro”

L'associazione dei fisioterapisti è al lavoro per combattere la piaga degli abusivi

Pubblicato:20-09-2018 10:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34

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ROMA – “La professione del fisioterapista ha una valenza sociale ormai indubbia e un valore riconosciuto: sensibilizzare l’opinione pubblica è dunque fondamentale, anche perché a volte mediaticamente vengono trasmessi dei messaggi distorti e la presenza forte di abusivismo sul territorio può confondere la cittadinanza”. Così il presidente dell’Associazione Italiana Fisioterapisti, Mauro Tavarnelli, intervistato da Radio Radio a pochi giorni dalla Giornata mondiale della fisioterapia, celebrata con iniziative ed eventi in tutto il Paese.

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In particolare sono proprio l’abusivismo e gli sforzi per contrastare la problematica al centro dell’iniziativa dell’Aifi. “Purtroppo ce ne sono moltissimi e non riusciamo a tracciarne un numero preciso perché è difficile individuarli fisicamente”, spiega Tavarnelli. Come può orientarsi dunque il cittadino? “Premesso che in questo momento siamo in piena fase di attuazione della legge sul riordino delle professioni e quindi finalmente si può riconoscere il professionista chiedendo se è iscritto all’albo di riferimento e all’ordine: in caso negativo, siamo sicuramente di fronte a un abusivo. E’ una vera rivoluzione quella della cosiddetta legge Lorenzin, iniziata solo da pochi mesi ma già è possibile dimostrare la propria preiscrizione tramite un’autocertificazione“.


Per questo l’Aifi ha dato vita alla campagna di comunicazione #lemanigiuste, con l’obiettivo di informare i cittadini sull’importanza di affidarsi a un professionista serio e competente, richiedendo un “intervento assolutamente qualificato da parte di un professionista moderno, capace di formarsi e aggiornarsi costantemente, con un livello di preparazione richiesto da una cittadinanza che ne ha sempre più bisogno ed è sempre più consapevole”. Oltretutto questa figura professionale si è da tempo ‘emancipata’ da quella che è sempre stato lo stereotipo: ovvero che dal fisioterapista si va solo per un infortunio o un trauma.

Ormai la fisioterapia, grazie a evidenze scientifiche, è assimilata a un intervento chirurgico ottenendo in alcuni casi gli stessi benefici, e anche di più, ma senza essere così invasiva. Ha comunque- continua Tavarnelli- una sua dignità e una sua importanza di intervento, che spazia dalla prevenzione alla cura, alla riabilitazione fino alla palliazione. Si occupa quindi certamente di percorsi postchirurgici o postraumatici, ma spazia da tutto ciò che riguarda gli interventi di terapia manuale per problemi muscoloscheletrici, cardiorespiratori, di incontinenza, fino alla pediatria e alla geriatria e agli annessi problemi neurologici. In questi settori- conclude il presidente Aifi- si sono aperte nuove frontiere grazie per esempio alla robotica, che potrà dare un grosso contributo ma sempre gestita da un fisioterapista qualificato“.

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