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Report del Consiglio grande e generale del 19 settembre – seduta pomeridiana

SAN MARINO - Nella terza giornata di lavori il Consiglio grande e generale riprende dalla ratifica dei decreti delegati, 13,

Pubblicato:20-09-2018 07:18
Ultimo aggiornamento:20-09-2018 07:18

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SAN MARINO – Nella terza giornata di lavori il Consiglio grande e generale riprende dalla ratifica dei decreti delegati, 13, e dei decreti legge, quattro. Inizialmente il congresso di Stato avanza la proposta di soprassedere alla ratifica del decreto legge 103 “Modifiche alla Legge 27 giugno 2013 n.71 – Legge in materia di sostegno allo sviluppo economico – e al Decreto Delegato 25 aprile 2014 n.63 – Decreto Delegato in applicazione degli articoli 18, 20, 28, 37 della Legge 27 giugno 2013 n.71 -Legge in materia di sostegno allo sviluppo economico”. Ma poi rinuncia alla richiesta. Il governo chiede inoltre di poter presentare fuori tempo un emendamento al decreto legge 82 “Interventi urgenti in materia di ammortizzatori sociali e sostenibilità all’occupazione, e di trattamento previdenziale anticipato”, sull’aumento dell’età pensionabile. Complessivamente vengono scorporati nove decreti, i rimanenti vengono approvati con votazione palese.
Nell’esame dei decreti si parte dal 69 in materia di sale di poker sportivo, “Individuazione e regolamentazione dei giochi ammessi ai sensi della Legge 25 luglio 2000 n.67 e successive modifiche”, che dopo un lungo dibattito viene approvato con voto palese. Vengono inoltre accolti due emendamenti di Rete dei cinque presentati, di cui uno ritirato. Si passa così al decreto 79, “Linee di indirizzo e raccomandazioni per la prevenzione e gestione del rischio sanitario, monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure, la formazione e aggiornamento dei professionisti sanitari”, che viene approvato con 30 voti favorevoli, otto contrari e un non voto. Dei nove emendamenti presentati da Rete ne viene accolto uno. E qui si interrompono i lavori.

La seduta riprenderà per la notturna.

Di seguito un estratto degli interventi.


Il segretario di Stato per la Sanità Franco Santi chiede di soprassedere alla ratifica del decreto legge 103.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Ci facciamo carico di venire incontro a esigenza Segretario di Stato perché quel decreto avrebbe un vulnus se approvato così com’è.

Denise Bronzetti (Ps): Vorrei sapere le motivazioni per cui dobbiamo ritirare il decreto 103?

Alessandro Cardelli (Pdcs): Questo Governo continua ad andare avanti per decretazione e poi succedono questi pasticci. Vorrei sapere le ragioni di questa richiesta di soprassedere alla ratifica del decreto su cui noi abbiamo presentato 4 emendamenti?

Segretario di Stato per l’Industria Andrea Zafferani: In commissione Finanze la settimana scorsa è andato un progetto di legge che riguarda gli stessi argomenti del decreto legge 103 e che verrà portato in Aula a ottobre. La legge approvata in commissione contiene un articolo che dice che queste decreto legge viene abrogato facendone salvi gli effetti. Per questo chiediamo di soprassedere alla sua ratifica oggi. Nulla di strano.

Iro Belluzzi (Psd): A me sembra ci sia il rischio di aprire una vacatio normativa. Non si sa se a ottobre la legge verrà approvata. Era più sensato mettere in ratifica il decreto e poi, in caso, farlo decadere una volta approvata la legge. Siamo sempre più la Repubblica del diritto incerto. Non è opportuno ritirare il decreto.

Federico Pedini Amati (Mdsi): Soprassediamo per un attimo alla richiesta per poi discutere della possibilità di ritirarlo in un secondo momento. Andiamo avanti con altri lavori.

Roberto Giorgetti (Rf): L’unica richiesta che si può fare all’Aula è di sospendere l’esame del decreto 103 e non di soprassedere alla sua ratifica.. Il decreto in questione tra l’altro non è in scadenza. Non credo che su questo debbano nascere particolari questioni.

Reggenza: Il governo, dopo un colloquio con i gruppi, ha ritirato la proposta di soprassedere alla ratifica del decreto 103.

Ratifica decreti

Decreto Delegato 25/06/2018 n.69 Individuazione e regolamentazione dei giochi ammessi ai sensi della Legge 25 luglio 2000 n.67 e successive modifiche.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Si tratta di andare a regolamentare il poker sportivo. Si parla di organizzare tornei di poker all’interno di strutture alberghiere con almeno 4 stelle. Visto che è un decreto chiedo al Governo quali strutture e quante strutture 4 stelle sono presenti a San Marino?

Pasquale Valentini (Pdcs): La società (Giochi del Titano) che allora organizzava questi tornei pensava che se ne potevano organizzare 1 o 2 all’anno perché non erano allora remunerativi. Sono remunerativi solo se vengono affiancati da altri giochi. E’ cambiato qualcosa rispetto ad allora? Ci dicevano che a fatica sarebbero rientrati delle spese.

Dalibor Riccardi (Gruppo misto): All’interno del decreto non vengono introdotte alcun tipo di limitazioni. Penso che il Governo dovrebbe iniziare a pensare di limitare le possibilità di gioco per i residenti.

Silvano Andreani (C10): Siccome ho una struttura a 4 Stelle specifico che il gioco del poker non mi interessa. Quello che mi interesserebbe maggiormente invece sarebbe una sala centralizzata che potrebbe portare indotto a tutto il centro storico.

Nicola Selva (Rf): Io credo che questa attività possa essere considerata come un tassello per incidere sul turismo.

Iro Belluzzi (Psd): Il flusso che può generare soprattutto per gli alberghi nella stagione autunnale/invernale può essere significativo. Prima di poter fare voli pindarici e pensare che possa diventare un settore anche remunerativo devono essere affrontate tutte le questioni del caso anche con la vicina Italia. E poi mi chiedo cosa si intende con la forma di “cash game”? Apprezzo il decreto.

Teodoro Lonfernini (Pdcs): Il decreto rappresenta quella politica dei piccolissimi passi del nostro paese. Non sono amante del gioco però credo che dare la possibilità alle strutture ricettive di offrire un servizio in più ai propri ospiti sia cosa buona. Un lavoro valido. E’ meno buono che come sistema paese ci impieghiamo 6 anni per arrivare a questo risultato.

Elena Tonnini (Rete): Io mi auguro che il consigliere Andreani si astenga nella votazione.

Federico Pedini Amati (Mdsi): Questo genere di attività devono potersi svolgere in svariate attività commerciali e non solo negli alberghi a 4 stelle. Altrimenti le realizziamo solo nella sala bingo di Rovereta. Non mi spiego perché solo nei 4 stelle?

Marco Gatti (Pdcs): Oggi con questo decreto diamo la possibilità al privato di fare un’attività di gioco: in parte poker sportivo ma sostenuto anche con “cash game” che non è prettamente poker sportivo. Perché la maggioranza vuole andare verso la privatizzazione? Io credo che, per determinate attività, avremmo dovuto continuare a lavorare con Giochi del Titano.

Alessandro Cardelli (Pdcs): Questa è una norma che apporta novità e che può avere effetti positivi. Si tratta di un tema che doveva essere affrontato già nella scorsa legislatura ma che poi per il problema della caduta del Governo non si affrontò. Ritengo anche io che possa essere una buona idea dare la possibilità ad albergatori con strutture a 4 stelle di organizzare eventi di poker. Non capisco però perché solo strutture con 4 stelle o più. Mi sembra limitativo. Se un albergo che ha una stella in meno volesse farlo dovrebbe poterlo fare.

Alessandro Mancini (Ps): Il Governo introduce in maniera strisciante questo settore dei giochi. Ma credo che ciò debba indurre a una riflessione in più. Sarebbe molto più interessante capire quale è stata la portata dei giochi a San Marino? Comprendere cosa è diventata la Giochi del Titano ? E fare una riflessione globale. Ad oggi abbiamo 4/5 strutture a 4 stelle e non credo che intervento sia solo per loro. Penso possa esserci qualcos’altro e credo che di quel qualcos’altro dovremmo iniziare a parlarne.

Davide Forcellini (Rete): Vorrei capire come una questione così importante arrivi in Aula sotto forma di decreto. Solo per i 4 Stelle? Perchè devono avere questo tipo di privilegio? Vorrei capire che attinenza ha il gioco del poker con gli hotel 4 stelle? Non è giusto creare alberghi di serie A e di serie B. San Marino è patrimonio Unesco e penso che dovrebbe agire su altre cose per sviluppare il proprio turismo.

Marica Montemaggi (C10): Io penso che sarebbe opportuno pensare al gioco non solo nelle strutture ricettive ma identificare una sala polifunzionale che non riguardi solamente il gioco ma che possa potenziare il nostro comparto. Questo decreto è un primo passo verso una visione più generale. Vorrei che si capiscano bene quali sono i livelli. Potremmo vedere delle opportunità di sviluppo con una regolamentazione chiara e definita.

Marco Nicolini (Rete): Non sono convinto che il gioco d’azzardo possa essere rendere il nostro turismo più attrattivo. Sono stupito dal primo intervento in Aula di Andreani. Quando si parla di gioco d’azzardo non mi interessa chi è che spinge la cosa mi interessa solo che ci sia coscienza del fatto che l’Italia e San Marino sono piene di famiglie rovinate dal gioco.

Francesco Mussoni (Pdcs): Mi astengo.

Marianna Bucci (Rete): Il decreto è una modalità strisciante di imporre qualcosa che passando per un’altra strada, l’Aula, avrebbe creato molta più bagarre. Vorrei inoltre chiedere una verifica formale alla segreteria istituzionale perché a mio avviso c’è un problema: nell’articolo in cui il decreto elenca le attività considerate lecite e ammissibili si cita l’articolo 2 comma 10 della legge del 2000 che prevede la necessità di un decreto reggenziale per regolare questa fattispecie e non un decreto delegato. O la legge è stata modificata negli anni e allora però va citata la nuova normativa come riferimento oppure occorre procedere per decreto reggenziale

Segretario di Stato per gli Affari Interni, Guerrino Zanotti: Ho sentito richiamare spesso un presunto modo “strisciante” di parlare di giochi mediante decreto delegato. Questo decreto delegato trae origine dalla richiesta pervenuta da diversi operatori del settore alberghiero che sollecitavano il Governo a introdurre norme per regolare il gioco del poker anche in forma cash. Questo per favorire l’organizzazione di eventi in grado di attirare persone nel nostro territorio destagionalizzando l’offerta turistica. E’ una richiesta di diversi operatori che è stata assecondata. Il decreto prevede inoltre la possibilità di gestire il gioco del poker all’interno di strutture alberghiere con almeno 4 stelle. Possibilità di organizzare non più di 12 eventi all’anno.

Silvano Andreani (C10): Volevo precisare che mi asterrò. A Nicolini dico che non sono d’accordo con il decreto ma che sarei invece favorevole a una sala centralizzata.

Iro Belluzzi (Psd): Ora, dopo aver ascoltato gli interventi di altri consiglieri di maggioranza, mi dico preoccupato rispetto al mio primo intervento perché sotto questo decreto potrebbe strisciare qualche cosa in più rispetto a una proposta per contribuite a destagionalizzare l’offerta turistica. Bella l’intenzione di creare possibilità di ospitare eventi e generare un flusso di turisti, bruttissimo l’apertura del poker cash che trasformerà gli alberghi 4 stelle in bische. Non pieghiamoci a questa china.

Pasquale Valentini (Pdcs): Un cambiamento come quello che qui viene proposto passa con un decreto delegato? Qui stiamo introducendo nuove tipologie di gioco e nuovi gestori dei giochi. C’è un salto grossissimo. Avevamo individuato una società a partecipazione statale per il controllo dei giochi. E si diceva che se si fosse voluto allargare il gioco nel centro storico ciò sarebbe dovuto avvenire tramite questa società. Noi con questo decreto rompiamo questa logica. Oggi con questo decreto diciamo che è normale dire che non è più Giochi del Titano a gestire queste cose. Dire che questo decreto possa contribuire allo sviluppo turistico significa ribaltare la situazione.

Marina Lazzarini (Ssd): L’ulteriore inserimento di questo elemento che è il poker con i soldi in contanti lascia un po’ perplessi perché a questo si collegano tutte le problematiche legate all’anti-riciclaggio. Aggiungere il “cash game” mi sembra una cosa molto molto rischiosa che mi lascia molte perplessità.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Io penso che questo decreto delegato è stato indirizzato per qualcuno. E’ un decreto per qualcuno. Andate a vedere le statistiche sull’uso dei tornei di poker vis a vis o quelli online. Il giocatore patologico gioca da casa. Questo decreto è stato calcato sull’esigenza di qualcuno. Resto in attesa della risposta alla domanda sul decreto reggenziale e il decreto delegato sollevata dalla mia collega.

Teodoro Lonfernini (Pdcs): Collega Zeppa non c’è qualcosa che viene scritto per qualcuno. Lo dico da collega di opposizione. Questo lavoro viene avanti da qualcosa come 6 anni. Quello che è scritto in questo decreto forse è già superato in termini di interesse perché il poker non va più di moda. Quindi forse siamo già in ritardo. Allora pongo un’altra questione. Siccome c’è un bigottismo esasperato da parte di tanti io sono dell’idea che visto e considerato che dei giochi della sorte o dei giochi d’azzardo non si può parlare vi chiedo di avere il coraggio di chiudere la Giochi del Titano. Ricordo a tutti che porta al bilancio pubblico un qualcosa come 15 milioni di euro di entrate vere. Se non vogliamo parlare di questioni vere legate al gioco abbiate il coraggio di rinunciare a quel tipo di entrate pubbliche per il bilancio dello Stato altrimenti saremmo tutti degli ipocriti.

Francesco Mussoni (Pdcs): Non riconosco la superiorità morale del consigliere Zeppa rispetto alla mia serena dichiarazione di astensione che confermo.

Federico Pedini Amati (Mdsi): L’obiettivo è quello di riempire gli alberghi? Allora perché ci limitiamo solo a quelli a 4 stelle? Io non voglio chiudere la Giochi del Titano ma voglio collocare il casino al Kursaal come era 50 anni fa. A Rovereta dentro un capannone, accanto a una banca, un po’ nascosto non mi sembra la struttura migliore.

Alessandro Bevitori (Ssd): Manifesto perplessità. Il mio intervento vuole essere di stimolo per porre attenzione sull’attività del “cash game”. Anche se io sono favorevole ai giochi della sorte perché credo possano essere un’opportunità oltre che qualcosa di indispensabile per le entrate del bilancio. Favorevole ai giochi “pubblici” però.

Nicola Selva (Rf): Il problema del gioco è online. Perché è in Rete che si gioca. I giochi nelle sale e negli alberghi sono diventati funzionali solo a un tipo di turismo.

Roberto Giorgetti (Rf): Mettere questa tipologia di giochi sotto il controllo pubblico è stata una grande conquista. L’oggetto di questo decreto sono delle modalità di gioco che sono legate a un’offerta turistica. Questo tipo di gioco è accessorio a attività turistica. Se qualcuno vuole esprimere preoccupazione per le dinamiche del gioco d’azzardo qui siamo indietro perché la frontiera attuale è il gioco online. 

Segretario di Stato per l’Istruzione, Marco Podeschi: Sulla classificazione, in base alle stelle gli hotel hanno determinati servizi. A San Marino al massimo ci sono 4 stelle. Non penso che con il decreto cambieranno le sorti del turismo. È una possibilità che alcune strutture avranno. Certi alberghi hanno spazi e attività ristorative. Sul tema del gioco, si possono fare valutazioni etiche importanti. Sono accaduti negli anni fatti politici pesanti sul tema, che ha portato alla gestione dello Stato, che è molto professionale. E le entrate non sono secondarie. A dieci minuti di auto si possono svolgere le stesse attività fuori confine. Il gioco online sta prendendo piede in modo molto deciso e la Repubblica non ha intrapreso questa strada come altri piccoli Stati. Se ci sono attività nuove che possono generare anche modesti flussi economici, ci dobbiamo provare. Vedremo gli effetti nei prossimi mesi.

Dalibor Riccardi (Gruppo misto): Nel dibattito regnano ipocrisia e una visione un po’ bigotta. Selva si scorda di chi preferisce il tavolo verde. Perché non cominciamo a chiamare le cose con il proprio nome come dice Amati? Ad ammettere che crea introiti e a fare in modo di riportare la sede nel centro storico? Per i tornei di carattere sportivo non capisco la differenza di stelle. Anche i bar andrebbero bene. Sul cash però attenzione, la quota d’ingresso non è limitata. La limitazione più importante riguarda l’ingresso nella sala giochi per i residenti.

Alessandro Mancini (Ps): L’intento del legislatore è fare qualcosa di diverso da quello che viene detto. Con il cash si introduce una grande novità. E l’imbarazzo politico di Giorgetti nel minimizzare è stato evidente. Si riapre la strada verso il privato. Alleanza popolare anche su questo tema ha cambiato opinione.

Marco Gatti (Pdcs): “Come si cambia per non morire” della Mannoia si adatta perfettamente ad alcuni interventi. Che giustificano la retromarcia su un tema su cui sono state fatte delle battaglie storiche, aggrappandosi agli specchi. Sono contrario al gioco ma sono in minoranza, per cui va fatto bene. Lo Stato a gestire è la scelta migliore. Invece questo decreto apre ai privati, questo è il problema. Con il pubblico sono sparite le derive. Sono contrario alla chiusura della Giochi del Titano. Da oggi è cambiata la linea ed è l’inizio di un dibattito continuo. Inoltre come saranno controllati i privati? Le forze di polizia non sono abbastanza strutturate.

Pier Luigi Zanotti (Rf): Si fa polemica politica. Queste future sale da poker sono sotto controllo pubblico. Ci saranno 12 eventi all’anno. Tutto è tracciato. Il rischio zero non esiste ma è tutto sotto il controllo pubblico.

Marica Montemaggi (C10): Questo decreto è un aspetto ben confinato di una disciplina del gioco. Limita e determina i confini di una nicchia privata che può offrire, in base a certe caratteristiche, la possibilità del poker sportivo. Diamo respiro alle strutture ricettive, ma non si fermano qui gli interventi sul turismo. La sala polifunzionale può essere utile, in accordo con le associazioni di categoria. I presidi ci sono. Guardiamo al decreto per quello che è.

Segretario di Stato per l’Industria, Andrea Zafferani: Abbiamo cercato di dare la possibilità ad alberghi strutturati di un canale nuovo per destagionalizzare il turismo, anche per più giorni. Possono esserci altre proposte per questa attività e siamo disponibili al confronto. Se il sistema funzionerà si faranno altri ragionamenti.

Decreto Delegato 29/06/2018 n.79 Linee di indirizzo e raccomandazioni per la prevenzione e gestione del rischio sanitario, monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure, la formazione e aggiornamento dei professionisti sanitari.

Segretario di Stato per la Sanità, Franco Santi: Dagli emendamenti di Rete emergono incomprensioni sul contenuto del decreto. Il decreto dà nuove funzioni all’Authority sanitaria, tra cui l’Osservatorio sulla sicurezza. E introduce una serie di prescrizioni, procedure ed elementi che dà obblighi per le strutture sanitarie sull’organizzazione interna. Definisce chi fa che cosa. Altri emendamenti chiariscono il dettato e sono accoglibili.

Elena Tonnini (Rete): Il decreto deriva dalla delega della legge sulla responsabilità medica. Con la previsione di nascita dell’Osservatorio. Il decreto è utile. È la prima volta che San Marino si dota di strumenti sul rischio clinico e sul monitoraggio degli eventi sentinella. Per creare maggiore prevenzione e maggiore tutela delle competenze. Ma ci sono alcune problematicità che derivano dalla legge originaria. Rischia di essere molto burocratico, con pochi controlli efficaci e attivi. Non prevede sanzioni e provvedimenti se non si seguono le procedure stabilite. L’Osservatorio non viene mai nominato, non gli si dà corpo. Il report annuale delle strutture sugli eventi gravi non va inviato al congresso di Stato, ma alla commissione. Manca inoltre un coordinamento. E ci vuole il controllo di un ente esterno. Infine, pubblico e privato sono equiparati, quando gli obiettivi sono diversi. I nostri emendamenti cercano di riportare il decreto sulla definizione della prevenzione e la valorizzazione delle competenze.

Eva Guidi (Ssd): La sanità è un obiettivo indispensabile. Il settore della prevenzione, del rischio sanitario e della sicurezza del paziente è un aspetto nuovo. La responsabilità medica è fondamentale. L’Osservatorio sulla sicurezza valuta il rischio connesso alla pratica sanitaria e raccoglie gli eventi avversi di tutte le strutture, pubbliche e private. Non si incide direttamente sulla professione medica, ma sul benessere del paziente. E si dà un grosso indirizzo sulla qualità dei servizi con una serie di controlli e formazione. Serve comunque cultura per la sicurezza, un processo graduale e complesso. Con la consapevolezza del proprio ruolo e dei rischi. Due aspetti fondamentali: non confondere l’organizzazione burocratica con una comunicazione collaborativa; non vedere solo l’aspetto punitivo. La trasmissione dei documenti al congresso di Stato è fatta a fini di monitoraggio.

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