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Siria, Onu sospende gli aiuti umanitari dopo il raid ad Aleppo

Il raid ha colpito ieri i 18 camion di un convoglio. Medici senza frontiere: "Profondamente turbati"

Pubblicato:20-09-2016 15:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:05

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siriaROMA – Le Nazioni Unite hanno sospeso la consegna di aiuti in Siria a seguito di un bombardamento aereo contro un convoglio umanitario nei pressi di Aleppo. “Tutti i convogli sono fermi in attesa di una valutazione della situazione di sicurezza in Siria” ha detto oggi a Ginevra Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio per il coordinamento dell’assistenza umanitaria (Ocha). Secondo fonti concordanti, il raid aveva colpito ieri 18 camion di un convoglio di aiuti diretto ad Aleppo. Diverse le vittime, 40 stando all’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo la stessa ong, che ha sede a Londra ma contatti in diverse regioni della Siria, a perdere la vita sarebbero stati anche 12 operatori umanitari, alcuni dei quali in servizio con la Mezzaluna rossa. Il bombardamento nei pressi di Aleppo si e’ verificato allo scadere di una tregua di sette giorni promossa da Russia e Stati Uniti. Sul raid, attribuito a forze governative o che sostengono comunque il presidente Bashar Assad, Mosca ha annunciato l’apertura di un’inchiesta.

SIRIA, ATTACCO AI CONVOGLI, L’APPELLO

I vertici di Medici senza frontiere (Msf) si dicono “profondamente turbati” dopo quanto avvenuto ieri in Siria: l’ennesimo attacco contro un convoglio umanitario che trasportava aiuti nel governatorato di Aleppo, una delle zone più martoriate di questa guerra. I mezzi appartenevano a Nazioni Unite e Mezza luna rossa araba siriana (Sarc). Quest’ultima ong ha subito la perdita di vari operatori. Msf, dopo aver espresso in una nota la propria vicinanza alle famiglie delle vittime, “denuncia con forza questo attacco”, definito come “un ulteriore esempio di quanto nel conflitto siriano si continuino ad ignorare le regole di base della guerra“. Quindi, chiede che “tutte le parti coinvolte nel conflitto rispettino gli operatori umanitari e i civili, le strutture sanitarie e le infrastrutture civili”, e le esorta affinche’ “si assumano le proprie responsabilità e intraprendano azioni più concrete per porre fine a tutti gli attacchi contro infrastrutture civili, comprese le strutture sanitarie e i convogli umanitari”.


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