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Boeri: “Di Maio sta perdendo contatto con la terra”, Palazzo Chigi: “Toni inaccettabili”

Ieri Boeri alla Camera torna sulla stima degli 8.000 posti di lavoro in meno: "E' pure ottimistica"

Pubblicato:20-07-2018 08:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:23

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ROMA – Una forte irritazione per i toni e i contenuti delle affermazioni rivolte ieri da Boeri nei confronti del ministro Luigi Di Maio durante il discorso in audizione alla Camera a proposito del decreto dignità. Stando a quanto filtra da Palazzo Chigi, le parole di Boeri non sono piaciute neanche un po’ al leader grillino.

Fonti vicine al premier parlano di “toni inaccettabili e di espressioni fuori luogo“, a maggior ragione se arrivano da una figura che dovrebbe mantenere un profilo squisitamente tecnico.

Il discorso di ieri Di Boeri

Boeri, tornando sulla previsione degli 8.000 posti di lavoro in meno stimati dall’Inps come effetto della stretta sui contratti a termine che arriverebbe dal dl dignità, ieri ha ribadito che quella stima è stata realizzata sulla base di dati forniti dal ministero del Lavoro e che è una stima al ribasso. “Vi sono ampie ragioni, sia teoriche che empiriche, per ritenere che il decreto dignità possa avere, almeno inizialmente un impatto negativo sull’occupazione“. ha detto Boeri parlando ieri in audizione alla Camera davanti alle commissioni Finanze e Lavoro. E ha aggiunto che l’entità di queste riduzioni “viene stimata come molto modesta”.


“Stime Inps sono addirittura ottimistiche”

Boeri spiega: “Le stime dell’Inps possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato. Inoltre, le stime Inps non considerano neanche gli effetti di un incremento dei contributi per la Naspi ad ogni proroga del contratto”.

Infine, “le stime Inps non considerano alcun effetto relativo alla reintroduzione delle causali. Si tenga presente che la percentuale di soggetti con durata del contratto effettiva compresa tra 13 e 24 mesi è circa il 7% (140.000 lavoratori); tale platea potrebbe avere problemi di rinnovo in relazione alle causali che potenzialmente potrebbero generare periodi di disoccupazione“.

“Si sta perdendo il contatto con la crosta terrestre”

“Tutto questo per rimarcare come io personalmente non sia affatto contrario allo spirito del provvedimento che viene qui discusso. Ma questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte fra avere più di una cosa desiderata e meno di un’altra in qualche modo auspicabile”, dice Boeri.

“Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perciò perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta. E’ un esercizio molto pericoloso– avverte- perché, prima o poi, per spiegare perché si fanno certe cose e non si possono farne altre, bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale“.

“Se inadeguato lascio, ma non accetto minacce e richieste di dimissioni online”

“Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze”, afferma ancora Boeri, osservando che “ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale. E soprattutto non sono affatto disposto ad accettare l’idea che chi ricopre l’incarico di presidente dell’Inps debba in tutto e per tutto sposare le tesi del Governo in carica”.

“Non giuro fedeltà al Governo”

Boeri prosegue sottolineando che “l’esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro. L’Inps ha 120 anni di storia alle spalle, è un’istituzione che ha contribuito a tenere insieme il paese in anni molto difficili. Obbligare il suo Presidente a schierarsi politicamente (cosa oggi richiesta paradossalmente proprio da chi mi ha spesso rinfacciato di politicizzare l’istituto) significa rendere l’istituzione che ho il grande onore di presiedere una istituzione che promuove il conflitto anziché la coesione sociale e svilire le grandi competenze che ha al suo interno. Non sono perciò in nessun modo disposto ad accettare che questo avvenga”.

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