NEWS:

Mafia Capitale non è Mafia: Procura sconfitta, Carminati e Buzzi esultano (nonostante le condanne)

Smentita la tesi della procura di Roma su Mafia Capitale

Pubblicato:20-07-2017 13:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp


ROMA – Mafia Capitale non è Mafia: il tribunale della X sezione penale di Roma ha infatti respinto l’accusa di associazione di stampo mafioso, derubricandola a ‘semplice’ associazione a delinquere. Le condanne sono pesanti- 20 anni per Massimo Carminati e 19 per Salvatore Buzzi- ma non nascondono la sconfitta della procura.

LA SCONFITTA DELLA PROCURA

Questa sentenza in parte ci dà torto“, ammette il procuratore aggiunto Paolo Ielo. La tesi dei procuratori Pignatone e Ielo, infatti, era affermare che la mafia, nel nuovo secolo, si è trasformata, diventando un’organizzazione nascosta, capace di infiltrare le istituzioni e di indirizzarne le scelte nell’utilizzo delle risorse economiche attraverso i classici sistemi mafiosi: associazione, omertà, corruzione e intimidazione. Comportamenti che, secondo quanto stabilito dalla corte, sono effettivamente avvenuti, ma non bastano a definire questo fenomeno ‘mafioso’.


La tesi di Pignatone e Ielo era in linea con quanto affermato, ormai da diversi anni, dalla Direzione Nazionale Antimafia: l’articolo 416bis, che disciplina le condanne per i reati di stampo mafioso, è ancorato all’idea di una mafia ‘novecentesca’, legata alla violenza ed al controllo del territorio. Ma, con il cambio di secolo, la mafia ha cambiato pelle, si è fatta silenziosa e invisibile ma sempre in grado di controllare traffici illeciti e mettere le mani sugli appalti pubblici.

Secondo la Dna le mafie non hanno più bisogno di picciotti, coppola e lupara per essere tali: “anche senza l’uso di quelle che si riteneva fossero le loro armi principali, continuavano e continuano a raggiungere i loro scopi di governo del territorio, di acquisizione di pubblici servizi, appalti, interi comparti economici, avvalendosi dell’assoggettamento del prossimo (sia esso un imprenditore concorrente o un qualsiasi altro cittadino) riuscendo a porre costui, senza fare ricorso all’uso della tipica violenza mafiosa, in uno stato di paralizzata rassegnazione, nella quale, in sostanza, è in balia del volere mafioso”.

E’ per questo, secondo la Dna, che l’articolo 416bis va cambiato. E’ per questo, secondo la X sezione penale del tribunale di Roma, che Mafia Capitale non può essere Mafia.

LEGGI ANCHE: Mafia Capitale: 20 anni a Carminati, 19 a Buzzi. Cade accusa associazione mafiosa

LEGALI DI BUZZI E CARMINATI ESULTANO: “ORA VIA 41BIS”

“Una bruttissima botta” per la Procura di Roma. Ne è convinta la legale di Massimo Carminati, Ippolita Naso, che ha parlato ai cronisti a margine della sentenza nell’aula bunker di Rebibbia.

Quanto al suo assistito, sentito via telefono, ha aggiunto: “Avevi ragione tu, mi ha detto. Era convinto che sarebbe andata male. Temeva che tutte le pressioni mediatiche avrebbero portato ad un responso negativo per lui. Mi ha detto che adesso lo devo togliere dal 41 bis, questo e’ il suo primo pensiero e preoccupazione”.

Ed è proprio questo il punto su cui insiste il legale dell’ex Nar: “Dovrebbe essere revocato il 41 bis, perché non c’è più la mafia”. Stando alla sentenza, infatti, Carminati è stato condannato a 20 anni “per delitti comuni e quindi non è compatibile” la sua permanenza nei penitenziari con il regine del carcere duro.

Secondo Alessandro Diddi, legale di Salvatore Buzzi, “le pene sono alte perché purtroppo bisogna dare una sferzata a tutti quelli che hanno a che fare con la pubblica amministrazione“. Dalla sentenza, letta nell’aula bunker di Rebibbia, secondo Diddi si evince che Salvatore Buzzi “sia stato creduto, altrimenti certe condanne che si basano esclusivamente sulle sue dichiarazioni non sarebbero state fatte. Avremmo quindi anche delle grandi soddisfazioni sul piano dell’attendibilità di Salvatore Buzzi ed è per questo che credo che la Procura della Repubblica debba rifare da capo il processo ‘Mondo di mezzo’ che io non chiamo più ‘Mafia Capitale’. Noi ci abbiamo sempre creduto anche nei momenti più duri”.

In particolare, tornando con la memoria all’aprile del 2015, Diddi ricorda “quando abbiamo perso la Cassazione che ha voluto confermare il 416 bis, con una sentenza profondamente ingiusta, scritta male e con travisamenti dei fatti. Bisogna riconoscere che questo Tribunale ha avuto un coraggio infinito nel riuscire a sovvertire una sentenza della Corte di Cassazione“.

di Michele Bollino

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it