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Migranti, Sant’Egidio: “Il diritto di restare umani contro l’odio”

Così il presidente della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, ha commentato il caso Aquarius e la scelta fatta dal neoministro dell’Interno

Pubblicato:20-06-2018 17:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:17
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CATANIA – “Seicentoventinove migranti a bordo della nave Aquarius, gestita dalla Ong Sos Mediterranee, sono stati respinti dall’Italia; a distanza di pochissimi giorni novecentotrentasette persone erano sulla nave Diciotti della Guardia Costeria, che ha attraccato al porto di Catania. Mi chiedo se il problema per l’Italia sia quello di prestare soccorso o se sia quello di mostrare diffidenza nei confronti delle Ong. Mi chiedo dove sia finita l’Italia della solidarietà, quella che contestava l’Europa perché non accoglieva i migranti. Oggi l’Italia di Salvini si comporta allo stesso modo delle nazioni europee a lungo contestate e sta aggiungendo un ulteriore tassello di sofferenza a chi ha già sofferto troppo. Noi italiani abbiamo aiutato in mare per senso di umanità. Restiamo umani”. Così Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, ha commentato, con l’agenzia Dire, dalla sede del movimento laicale di ispirazione cristiana cattolica di Catania, il caso Aquarius e la scelta fatta dal neoministro dell’Interno, Matteo Salvini.

– I corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio e rivolti ai profughi siriani, ai migranti dell’Africa sub-sahariana, in fuga da guerre, carestie, siccità, povertà, sono una valida alternativa ai flussi migratori incontrollati?


“I corridoi umanitari promossi dalla nostra comunità, insieme al ministero degli Esteri e dell’Interno, comportano diverse intelligenze: fare un viaggio in piena sicurezza, riuscire a sapere ancor prima che i migranti arrivino a destinazione, chi sono, qual è la loro condizione giudiziaria, l’età, il sesso, che lavori sanno fare. Tutti elementi importantissimi per pianificare un intervento di integrazione. Sarebbe, inoltre, auspicabile fare partire anche dalla Libia dei corridoi umanitari. Sono presenti sul territorio libico campi Unhcr ed alcune Ong. Sarebbe opportuno far comprendere ai non aventi diritto alla protezione di non rimanere in Libia e di non esporsi ai rischi dell’attraversata del Mediterraneo. Molti accetterebbero tutto ciò e, questo, ridimensionerebbe molto la fetta di quanti si rivolgono ai trafficanti di uomini”.

– Come si possono contrastare le organizzazioni criminali?

“Le organizzazioni criminali trafficano uomini sotto regime di monopolio perché non hanno concorrenti. I soldi che guadagnano vengono reinvestiti in altro modo, sul petrolio, sulla corruzione dei governi reali o presunti. E’ necessario intaccare questo patrimonio legalizzando la migrazione, controllandola, vedendo chi ne ha diritto. Ridimensionando il problema, preoccupandoci di far viaggiare in sicurezza le persone in Europa. Tutto ciò, se fatto a livello europeo, permetterebbe di superare anche il regolamento di Dublino, l’aereo con i migranti non deve atterrare necessariamente in Italia, ma in qualsiasi aeroporto europeo. Si può immaginare una piattaforma europea che regoli gli arrivi”.

– E’ cosi netta la distinzione tra il migrante economico ed il migrante politico?

“E’ difficile distinguerli, sono sempre storie miste. Non c’è mai un profilo ben delineato, l’unico dato certo è che nessuno lascia volentieri casa propria, soprattutto se si deve attraversare il deserto, se si deve arrivare in Libia, rischiando abusi di ogni tipo e poi affrontare il Mediterraneo col pericolo di morire, pagare i debiti, arrivare in Italia e passare dai centri di accoglienza che non sono sempre il massimo. Chi decide di vivere tutto questo, lo fa per disperazione e le radici sono molteplici, sono talmente tante le cose che si sommano da far risultare conveniente un viaggio di questa natura”.

– Vogliamo sfatare alcuni luoghi comuni che fomentano i pregiudizi? “C’è un clima di odio fomentato da chi prova a mettere in contrapposizione italiani e stranieri, sostenendo che la causa della povertà diffusa in Italia sia l’eccessiva attenzione sui migranti che vengono ospitati in fantomatici alberghi a cinque stelle. La crisi economica in Italia è precedente alla stagione degli sbarchi. I fondi che vengono utilizzati per l’accoglienza provengono dall’Unione Europea, da sempre. Dire ‘con i soldi dei migranti aiutiamo gli italiani’ è uno degli argomenti che alimenta il populismo. L’accoglienza nel nostro Paese ha portato fondi all’Inps per pagare le pensioni dei nostri genitori, posti di lavoro per noi italiani, come la figura del mediatore culturale. Ma al di là dell’aspetto economico, l’immigrazione ci ha, soprattutto, aiutato a rimanere umani e solidali, aspetti che devono prevalere sugli altri”.

– Come vive la Sicilia il fenomeno dell’immigrazione? “La Sicilia è la regione d’Europa in cui sono transitati il maggior numero di migranti ed i siciliani sono rimasti umani. Anche se purtroppo i populismi passano anche da qui. Lo abbiamo visto con le ultime elezioni, anche con la presenza della Lega. Di recente, Salvini è stato accolto bene a Catania da un centinaio di cittadini. Un’accoglienza impensabile fino a qualche anno fa e questo ci fa capire la necessità e l’urgenza di un confronto culturale. C’è da dire che alla presenza dei migranti non corrisponde una cronaca negativa e questo è un dato di fatto. Anzi, abbiamo esperienze virtuose e la Comunità di Sant’Egidio è una di queste. Tra i ragazzi stranieri che arrivano qui, alcuni sono accolti nella nostra struttura, la maggior parte alloggiano nei centri di accoglienza, altri ancora lavorano ed hanno la propria abitazione, ma indistintamente ci danno una mano per aiutare gli anziani in istituto, i bambini nei quartieri di mafia e nei quartieri poveri, ad accogliere i migranti appena sbarcati nella nostra città e ci aiutano a portare viveri e coperte a chi vive in strada”.

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