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Piano lupo, in Veneto via a gruppi per monitorare presenza

Tecnici al lavoro per monitorare le tre aree della Lessinia, dell'Altopiano di Asiago e del Grappa

Pubblicato:20-04-2017 17:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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VENEZIA – Tre gruppi tecnici di lavoro, rispettivamente per le aree della Lessinia, dell’Altopiano di Asiago e del Grappa, per monitorare la presenza del lupo e concertare il piano degli interventi preventivi, e un gruppo politico di confronto tra Regione e sindaci per predisporre le possibili azioni legislative. Questi i primi passi operativi stabiliti dal Tavolo regionale di partecipazione ed informazione per la gestione del lupo e dei grandi carnivori, che si è riunito per la prima volta oggi a Venezia, su richiesta dell’assessore all’Agricoltura e caccia Giuseppe Pan. Il Tavolo è stato istituito un mese e mezzo fa con l’obiettivo di “prevenire predazioni e danni e conciliare la presenza dei grandi predatori con le attività dell’uomo”. Il lupo, infatti, ha compiuto nel 2016 74 predazioni accertate, causando un centinaio di vittime tra ovini, caprini e bovini.

“La presenza di grandi carnivori è fenomeno relativamente recente in Veneto e ancora contenuto nei numeri e nell’impatto nell’ecosistema, ma l’esperienza ci insegna che, se non correttamente gestito, causa allarmismi e danni mettendo a repentaglio allevamenti e attività umane”, spiega l’assessore Pan. Per questo la Regione Veneto, insieme alle altre Regioni e ai ministri competenti, sta lavorando ad un piano nazionale di gestione, che ha però spazi d’azione limitati dato che il lupo e l’orso sono animali protetti. Nel 2017 “la Regione Veneto, avvalendosi delle risorse dei progetti Life Wolfalps e Life Donalp Bear, finanzierà 200 recinzioni nelle aree di alpeggio, investirà sulla formazione e l’equipaggiamento di guardie forestali e agenti ambientali, continuerà ad avvalersi di professionisti per il coordinamento degli interventi, il collaudo delle recinzioni e dei dissuasori e la formazione del personale di vigilanza e dei volontari”, precisa Pan. E poi ribadisce che “la presenza del lupo o di grandi carnivori non deve diventare una minaccia per l’attività di malga e per chi vive e lavora nelle aree montane e costituisce il primo presidio di salvaguardia ambientale”.

di Fabrizio Tommasini, giornalista


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