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VIDEO | Anorc, Agid e team digitale a confronto sul futuro del cloud

Quello della tecnologia ‘cloud’ sarà uno degli argomenti al centro del dodicesimo DIG.Eat, il prossimo giovedi’ 30 maggio al Teatro Eliseo di Roma

Pubblicato:20-03-2019 18:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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ROMA – Il passaggio dall’attuale metodo di conservazione dei dati digitali nella Pubblica amministrazione con i data center, a quello con sistema ‘cloud’ indicato sia nel Piano triennale di Agid che nella Strategia del Team Digitale, preoccupa e non poco gli operatori del settore che temono di venire scavalcati nella gestione di alcuni servizi. Una delle ipotesi contenute nella Strategia, infatti, prevede la centralizzazione dei servizi ‘cloud’ con la creazione di 6/7 centri distribuiti su territorio italiano che sostituirebbero gli 11mila data center attualmente a servizio di 22mila Pa. E ancora non è chiaro quali saranno i parametri che le aziende dovranno rispettare per erogare i nuovi servizi richiesti. Su questo tema l’Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale (Anorc) in collaborazione con Enea e col supporto organizzativo di Digital & Law department, ha promosso un tavolo di confronto riservato al quale hanno partecipato membri di Agid e del Team Digitale.

Tra gli interventi, moderati dal presidente di Anorc Professioni, Andrea Lisi, quello di Silvio Migliori di Enea, di Michele Melchionda del Team Italia Digitale, dei referenti Agid Giovanni Rellini Lerz e Gaetano Bruno, del vicepresidente di Anorc, Giovanni Manca

“La pubblica amministrazione non ha necessariamente bisogno di una centralizzazione- ha rassicurato Michele Melchionda– l’indicazione di una soluzione cloud è l’indicazione di un modello e non necessariamente di come questo modello vada applicato. La centralizzazione è una delle ipotesi- ha continuato il referente Agid- ma delle soluzioni cloud possono anche essere applicate in una modalità non a centralizzazione estrema. Questa- ha aggiunto- è una rassicurazione a chi si occupa di conservazione dei dati in generale. L’economia che gira intorno al cloud è al momento espansiva, quindi vederla come un rischio di riduzione degli ambiti di azione di queste aziende secondo me non ha un fondamento. Io sono convinto che c’è enorme spazio di crescita all’interno dei servizi da erogare nella Pa anche per le aziende che si occupano di conservazione”.


Altro tema caro agli operatori del settore è quello della qualificazione per l’erogazione di determinati servizi. “Ci sono degli aspetti sicuramente da approfondire per per mettere chiarezza ai fornitori e alle Pubbliche amministrazioni, che sono i loro clienti, sul tema della necessità di qualificare un servizio Cloud se erogato per finalità di conservazione documentale- ha spiegato Giovanni Rellini Lerz, referente Agid- su questo sicuramente Agid si è detta disponibile a fare approfondimenti e quindi con coerenza troveremo soluzioni e risposte che siano ampiamente soddisfacenti e rispondenti alle norme. È una rassicurazione per i provider- ha aggiunto Rellini Lerz- Agid è disponibile a fornire anche individualmente delle precisazioni che possono aiutare il fornitore a capire se il servizio che offre la Pubblica amministrazione necessità o no di essere qualificato in quanto servizio Cloud”.

“Il passaggio al sistema Cloud è indubbiamente obbligatorio dal punto di vista tecnologico e da un punto di vista di competenze interne nella pubblica amministrazione- ha commentato Silvio Migliori, di Enea- ma il movimento verso il cloud dovrebbe essere gestito dalla pubblica amministrazione o da grandi istituzioni ad essa fortemente legate in quanto i dati che sono all’interno di questi sistemi informativi sono un patrimonio nazionale che va salvaguardato al massimo livello. Bisogna aggiungere anche il tema della qualificazione delle professionalità all’interno della Pubblica amministrazione nel settore ICT, figure professionali che possono indirizzare verso soluzioni interne e possono essere di supporto all’innovazione nazionale.L’attuale situazione nazionale non consente all’interno della Pa e dell’università di mantenere esperti di ICT in quanto l’offerta esterna è molto più favorevole”.

“È sempre molto importante sviluppare gli argomenti in maniera circolare- ha dichiarato il vicepresidente di Anorc Giovanni Manca– tutti gli stakeholder hanno parlato liberamente, si sono confrontati e sono stati individuati tantissimi punti di convergenza. Oggi possiamo essere soddisfatti e uscire da questo confronto pensando che alcune questioni che erano rimaste in sospeso sono state risolte”.

Quello della tecnologia ‘Cloud’ sarà uno degli argomenti al centro del dodicesimo DIG.Eat, il prossimo giovedi’ 30 maggio al Teatro Eliseo di Roma. L’evento, che sarà ispirato allo storico album dei Pink Floyd ‘The dark side of the moon’ sarà un’occasione per fotografare la condizione del digitale in Italia e provare a indicare strade praticabili per PA, professionisti e imprese. Tutte le informazioni sul #Digeat2019 sono disponibili sul sito ufficiale dell’evento http://www.digeat.it/.

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